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lunedì 28 Gennaio 2008, 08:21

Quattro minuti

I quattro minuti all’Olimpico di Torino di Rolando Bianchi – il centravanti in odore di Nazionale che dopo aver accettato le offerte del Toro si è rimangiato tutto ed è passato alla Lazio, il tutto tre giorni prima di Toro-Lazio – valgono il prezzo dell’abbonamento dell’intera stagione, anche se davvero il Toro dovesse finire in B.

Non scherzo. Chi era allo stadio mi capirà: il clima era già furioso per l’espulsione ridicola di Barone e per un paio di episodi in cui l’arbitro non ha dato ragione al Toro, oltre che per la frustrazione accumulata da tutta la settimana, sul cui fuoco hanno soffiato ampiamente i giornali.

E poi quel genio di allenatore laziale ha la bella idea di mandare in campo Bianchi. Ecco (e tra l’altro è una brutta cosa da dire, perché vuol dire che è veramente una tifoseria in parte buona solo a contestare) non ho mai sentito l’Olimpico gridare forte come in quei quattro minuti. Un rumore pazzesco, un’eco bestiale di grida e fischi da ogni settore dello stadio.

E questo che fa? Entra in campo, corre dall’altro lato, vede passare un giocatore granata e cerca di spezzargli le gambe con un intervento assurdo: ammonito in trenta secondi, in mezzo a un nugolo di giocatori imbufaliti, e già risparmiato perché per un fallo del genere spesso arriva l’espulsione diretta.

Non pago, gioca un paio di palle sempre in mezzo a fischi assordanti, si becca un inedito coro (nel senso che nessuno a memoria d’uomo è mai stato minacciato ad hominem da una curva) “Uccidete Rolando Bianchi”, e poi a centrocampo, saltando in ritardo su un pallone spiovente, allunga un braccio su Zanetti. Non si capisce cosa volesse fare, forse colpire il pallone con la mano, forse veramente dare una manata all’avversario. Il contatto c’è, anche se è lieve; Zanetti, nello psicodramma generale, finisce per terra con la faccia tra le mani. Non è un gran fallo, ma è appariscente, e mezzo cartellino giallo lo vale tutto; sommato all’uno e mezzo dell’intervento precedente, alla necessità di bilanciare la dubbia espulsione precedente, e all’aggravante di provocare bellamente circa ventimila persone che ce l’hanno con lui, arriva l’espulsione.

Così Bianchi esce quattro minuti dopo essere entrato, in un tripudio di goduria, dove persino i raccattapalle e gli steward vanno ad insultarlo mentre cammina verso lo spogliatoio, e dalle tribune gli lanciano i giornali in mancanza di oggetti contundenti. E poi tutte insieme circa ventimila persone, compresi vecchi donne e bambini, si lanciano in un corale “Ciao, ciao, ciao, ciao Bianchi – Vattela a pigliar nel culo – Vattela a pigliar nel culo”.

Alla fine finisce 0-0; fino all’espulsione di Barone il Toro stava giocando nettamente meglio, e avrebbe potuto vincere; dopo, la Lazio con un uomo in più stava per vincere a mani basse; per fortuna ci ha pensato Bianchi a rimettere la partita in pari.

Eppure, quei quattro minuti dall’intensità emotiva incredibile resteranno comunque nella storia come una leggenda, un momento di vera epica granata. Sperando prima o poi di averne anche qualcuno più in positivo.

P.S. Spero che nessuno si metta a blaterare di fair play; il tennis, il rugby, lo sci sono sport, mentre il calcio è una rappresentazione della vita; e, nella vita, ogni tanto c’è anche da farsi rispettare, e da ripagare le persone con la stessa moneta.

So che non è bello che dopo l’espulsione di Barone il presidente della Lazio Lotito si sia preso bordate di insulti dai vecchietti della tribuna, reagendo con minacce di denuncia e facendo scattare una mezza rissa, conclusa con l’intera dirigenza della Lazio scortata fuori dagli steward sotto una pioggia di sputi catarrosi.

Ma mettetevi nei panni di un distinto imprenditore piemontese della tribuna d’onore che tifa Toro, paga le tasse, usa i congiuntivi e poi si trova davanti un personaggio come Lotito, che – a parte la scarsa dimestichezza con l’italiano, che ne fa lo zimbello di tutte le trasmissioni televisive – guida una tifoseria che esibisce regolarmente croci celtiche ovunque, e una società che è stata salvata dal fallimento per motivi politici, rateizzandole in 23 anni un centinaio di milioni di euro di tasse mai pagate, e adesso si permette ancora di fare pastette e ulteriori debiti per comprare giocatori: se poi ancora sta rubando la partita per una disgraziata decisione arbitrale, davvero non vi verrebbe voglia di sputargli in un occhio?

[tags]calcio, toro, lazio, bianchi, lotito, moggi[/tags]

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4 commenti a “Quattro minuti”

  1. Tizio:

    Certe volte la vita si gioca in quattro minuti…
    bisogna essere pronti! :D

  2. for those...:

    vb, sai che quando scrivi di calcio, anzi di toro, mi viene il dubbio che non sia tu ma il tuo fratello scemo?! :-)
    guarda che non è che frignando come ha fatto (e continua a fare) l’inter per anni poi al Torino regalano 3/4 campionati di fila! :-D

  3. .mau.:

    Non per nulla queste cose hanno il nome di una malattia.

  4. for those...:

    …una malattia che provoca deliri e allucinazioni! :-)

    OT: segnalo, non per contrapposizione al post di vb altrimenti si incavola sul serio, ma a solo scopo divulgativo, che il prossimo weekend inizia il 6nazioni di Rugby. Se non avete mai visto una partita fatelo, se siete già “rebbisti”… chettelodicoaffà!
    La manifestazione verrà trasmessa da la7 preceduta da uno spettacolo di Marco Paolini venerdì 1 febbraio.
    FORZA AZZURRI!!

 
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