Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Mar 3 - 18:23
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per il giorno 1 Marzo 2008


sabato 1 Marzo 2008, 12:57

I senza cena

Ieri pomeriggio, uscendo dall’ufficio, sono andato a fare la spesa all’Ipercoop di via Livorno. Come ben sapete, io sono un affezionato del Lidl; tuttavia, circa una volta al mese vado all’Ipercoop per quel po’ di cose che al Lidl non si trovano ma che per me sono vitali – ad esempio le lenticchie precotte in latta, o le confezioni di latte UHT da mezzo litro – o per cui sono rimasto affezionato alla marca Coop (essenzialmente la pasta).

Bene, ieri avrò anche fatto una spesa relativamente grossa, che mi durerà per molte settimane; è vero che ci ho messo dentro sette euro di birre speciali che avevo finito (vuoi mica che venga a trovarmi Andrea e io non abbia la Leffe!); è vero che mi sono sbizzarrito, comprando quattro euro di trota (che sono finiti nella mia pancia in serata, insieme a quattro patate tagliate sottili sottili e sottofritte in qualche millimetro d’olio), e altrettanti di pecorino, e un po’ di mortadella fresca, e poi ho anche investito in sei euro di barattolone di acciughe da immergere nel bagnetto verde (vetro ed etichette comprese).

Però alla fine, per una spesa comunque limitata a alcune cose specifiche, e prendendo dappertutto il prodotto meno caro e quantità da single, ho speso 35 euro; se pensate che il mio scontrino medio settimanale al Lidl è di 15 euro, e l’ultima volta – pur comprando anche lì carne, formaggio e biscotti – sono rimasto sotto i dieci…

Insomma, sarà anche vero che il supermercato del Partito Democratico ti vende insieme alla spesa anche una sensazione di alternativ – equosolidal – progressismo (tutta da giustificare, peraltro); però ho capito com’è che, discutendo del costo della vita sui forum, quando dico che si può vivere tranquillamente con 100 euro di cibo a testa al mese, salta sempre fuori qualcuno che mi dice che sono uno stolto e che con meno di 300 non ce la si fa, e che il suo stipendio misero deve essere aumentato a tutti i costi dalla collettività per permettergli di “sopravvivere”.

Poi vai a indagare, e ti dice che “già per colazione servono sei euro al giorno, perchè io e mia moglie senza il Danone LC1 non possiamo vivere”. Naturalmente comprato nel supermercatino sotto casa perché andare fino all’ipermercato cinque minuti più in là è troppa fatica, e non parliamo del discount, “mica vorrai che faccia la spesa in mezzo ai romeni”.

Io, non avendo problemi di soldi, sono sempre molto cauto nel fare le pulci a chi ne dichiara. Tuttavia, credo che tutta la lamentazione che si sente in giro vada presa con una grossa cautela. Tranne pochissimi, non c’è nessuno in Italia che muoia di fame; c’è invece una significativa fascia di lavoratori piccolo-borghesi che non riesce ad accettare il fatto di non potersi permettere una macchina nuova ogni tre anni, un cellulare nuovo ogni Natale e le vacanze a Sharm quando si ha voglia.

Basta del resto leggere le cifre: a Torino ci sono quattromila persone che vanno a mangiare alle mense, ossia lo 0,4% della popolazione; eppure, a sentirsi poveri sono il 40%. Il residuo 39,6% probabilmente è formato da persone insoddisfatte del proprio stipendio, o al massimo da quelle persone che lo stesso assessore Borgione definisce così: Sono cresciute invece quelle che chiedono aiuto perché non sono più in grado di mantenere il loro tenore di vita. Hanno perso il lavoro, o vivono di occupazioni precarie. Avevano impostato uno stile di vita, e magari fatto ampio ricorso al consumo al credito, sulla base di un reddito che ora non c’è più.”

Definire qual è lo stile di vita minimo che è “giusto” che la collettività garantisca a ogni cittadino – nonché se tale garanzia vada data in termini di soldi in mano, o in termini di opportunità per guadagnarli – è una questione difficile e profondamente legata all’etica personale. Io mi limito a dire che, in un momento in cui si diffonde a livello di massa la sensazione di “aver diritto” a livelli di vita che richiedono una quantità di risorse che chiaramente la collettività non ha, la rivolta sociale e la legge del più forte sono dietro l’angolo.

[tags]economia, società, stipendi, spesa, lidl, ipercoop, torino[/tags]

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike