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lunedì 31 Marzo 2008, 16:58

Morire all’autogrill

Vorrei non dover parlare dell’ennesimo morto nel calcio; avendo però ben presente il qualunquismo imperante sui media quando si parla di ultrà, mi sento in dovere di fare un paio di considerazioni sul tragico incidente di ieri.

Nessuno ha ancora esattamente capito cosa sia successo all’autogrill di Felizzano. La versione degli juventini, mandata in onda da Controcampo con una intervista ripetuta a ciclo continuo, è che un pulmino di un club juventino (quindi tifosi normali, non ultras) sia stato aggredito da due pullman dei Boys, cioè gli ultras del Parma, con tanto di cinghie, catene e bottiglie; a quel punto l’autista avrebbe cercato di ripartire e scappare e senza accorgersene avrebbe investito l’ultrà parmense. Secondo il presidente del Parma, invece, i tifosi gialloblu presenti nell’autogrill erano soltanto dei pacifici cinquantenni in gita premio, e non vi sarebbe stato alcuno scontro.

E’ noto che tra le due tifoserie non corre buon sangue: tre anni fa addirittura si scontrarono in campo al Tardini, a fine partita, e pare che proprio per aver partecipato a quell’episodio il ragazzo morto fosse stato diffidato; questa era una delle sue prime domeniche di calcio dopo tre anni di assenza forzata. Bene hanno fatto quindi a sospendere la partita per evitare altri guai, nonostante i fischi corali degli juventini allo stadio, al momento dell’annuncio.

Ora, questi sono i commenti più ricorrenti nel mondo ultrà: il primo è che gli juventini se la sono andata a cercare, perché fermarsi con le sciarpe della propria squadra in un autogrill già occupato da tifosi della squadra opposta è una chiara provocazione allo scontro; il secondo è che l’autista ha perso la testa, perché la versione del lancio di bottiglie e cinghiate contro il pullman pare quantomeno esagerata – da quel che si è visto non c’erano cocci per terra e non c’erano ammaccature sul pullman – ed è probabile che al massimo stesse partendo qualche sfottò e qualche gestaccio. L’autista stesso pare aver dichiarato di non aver mai trasportato tifosi negli ultimi anni e di non essere stato assolutamente preparato a un episodio del genere. Gli juventini, comunque, si difendono sostenendo che il loro pullman non era di ultras e che quindi l’attacco dei Boys parmensi sarebbe stata un’infamata.

Possibile dunque che basti fermarsi nell’autogrill sbagliato per farci scappare il morto? Possibile sì, visto che è successo, ma perché? La base è quella cultura demenziale per cui se ci si incrocia con tifosi avversari all’autogrill, invece di offrirsi un caffé, ci si deve per forza menare; certo, la “mentalità” prevederebbe che ciò accada solo se entrambi i gruppi sono di ultrà, ma è ben difficile che su un pulmino di un club gobbo non ci fossero almeno un po’ di giovani maschi bardati da drugo, proprio come paiono mostrare le immagini riprese davanti alla questura di Asti.

A ben vedere, però, non sarebbe successo nulla se l’autista non fosse stato terrorizzato a morte da due manate sul vetro; esattamente come Gabriele Sandri non sarebbe morto se non fosse passato di lì un agente alle prime armi con l’idea di dover fare il Rambo. Perché? Perché è da dodici mesi, dopo la morte di Raciti, che è in corso una campagna isterica di criminalizzazione del tifo calcistico, al punto che chiunque veda un ultrà pensa di essere in pericolo di vita; e reagisce di conseguenza, sparando o accelerando a tavoletta, come se veramente fosse questione di vita e di morte propria o dell’altro.

Solo che a morire alla fine sono sempre gli ultrà; una categoria indecifrabile ma spesso ben diversa dagli stereotipi, se è vero che il ragazzo morto ieri era sì talmente “caldo” da minacciare di menare gli Offlaga Disco Pax – gruppo alternativo dell’odiata Reggio Emilia – se si fossero permessi di suonare a Parma, ma anche talmente normale da laurearsi in ingegneria, avere un lavoro fisso e nel tempo libero fare il volontario. Non un buzzurro insomma, non un analfabeta o un disadattato. E chissà quanto “caldo” veramente oltre alle parole: anni fa, dopo un Sampdoria-Torino, al questore di Genova venne la bella idea di diffidare tutti i tifosi granata che erano andati in trasferta, i cinquanta casinisti insieme ai mille delle famigliole e dei pensionati: gente di cinquant’anni con la Daspo… questo per dire come la diffida sia tutt’altro che un segno certo di attitudine a menar le mani.

Grazie all’isteria del dopo-Raciti, il calcio è molto più pericoloso oggi di prima, come dimostrano due tifosi morti in quattro mesi, cosa mai successa nella storia. L’abolizione delle trasferte organizzate e dei treni speciali ha trasformato ogni viaggio in una avventura in territorio nemico, dove sei solo con il tuo gruppetto e dietro ogni angolo può esserci uno che ti mena; e quindi, a molti viene anche la voglia di colpire per primi. Quelle frange disadattate che una volta, nel gruppo, venivano controllate dagli stessi capi ultrà ora sono libere di andare in giro a far danno per i fatti propri. E in più, basta vedere un tifoso di calcio perché la folla gridi all’uomo nero: e questo aumenta negli ultras la sensazione di essere una tribù di emarginati in lotta per sopravvivere.

Di tutto questo, fatico ad attribuire la responsabilità soltanto a una manciata di gruppi organizzati, o agli stessi disadattati di cui sopra: certo è ora di abbandonare la violenza per sempre, ma se uno nasce e cresce in un certo ambiente e con una certa testa, è ben difficile che sia in grado di cambiare comportamento. Trovo invece molto peggiore il comportamento di chi avrebbe i mezzi culturali per contribuire a un clima migliore, e non lo fa.

E qui possiamo partire dai dirigenti irresponsabili, come ieri l’ineffabile Galliani, che con tutto quel che era successo, dopo l’ennesima prestazione inguardabile della sua squadra, non ha trovato di meglio che andare in televisione a piangere come un bambino lamentandosi dell’arbitro e di presunti complotti anti-Milan: e questo non agiterà forse gli animi dei più violenti tra i suoi tifosi, la prossima volta che gli si parerà innanzi un tifoso con sciarpa nerazzurra?

Soprattutto, è vergognoso il comportamento dei “giornalisti”, che paiono interessati solo a fare sensazione. Perché alla fine quello di ieri è stato veramente un incidente, pur se aiutato dal clima assurdo creato attorno al calcio: non certo un tifoso ammazzato da altri tifosi in uno scontro, ma un investimento involontario da parte di un poveraccio che era lì soltanto per lavorare e che ora rischia la galera. L’unica cosa ragionevole da fare era abbassare i toni, come hanno fatto le due società, come ha fatto il questore.

Eppure, per tutto il pomeriggio e tutta la serata Italia 1, quest’anno la TV ufficiale del calcio, ha soffiato sul fuoco, cercando assolutamente di dimostrare che c’erano stati scontri, che c’era della violenza, fino a presentare una testimonianza che non stava né in cielo né in terra. Sono proprio i Piccinini, i Mosca, gli Ordine, i Liguori ad essere vergognosi, a fomentare un clima di isteria e di violenza per fare audience, per vendere la loro pubblicità; quando non è contro gli ultras è contro gli arbitri, messi alla gogna per ogni minimo errore. Su questo, hanno assolutamente ragione i Boys nel loro comunicato.

Per evitare queste situazioni non serve certo militarizzare tutti gli autogrill d’Italia; basterebbe ricominciare con le trasferte organizzate e scortate, possibilmente facendo pagare il costo delle forze dell’ordine agli stessi tifosi o alle loro società. Io stesso pagherei volentieri venti o trenta euro in più, le rare volte in cui vado in trasferta, per non rischiare di venire pestato da qualche “tifoso” avversario. E poi, che tutti si facciano un esame di coscienza, e comincino a comportarsi da adulti: tutti, non solo gli ultrà.

[tags]calcio, tifosi, parma, juventus, violenza, autogrill[/tags]

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23 commenti a “Morire all’autogrill”

  1. marcello:

    scusa vb ma perchè non ti fai una vagonata di fatti tuoi???

    per rimanere nella finezza???

  2. vb:

    Scusa? Ne parla mezza Italia, perché non dovrei parlarne io?

  3. marcello:

    difatti mezza Italia dovrebbe farsi (poco finemente) una badilata di cazzi propri. Nessuno sa com’è andata realmente quindi ripeto sempre poco finemente tutti dovrebbero farsi i cazzi propri.

    Mio commento??? Che il movimento ultras di queste stronzate dovrebbe farne a meno. E chiudo qua.

  4. marcello:

    e ci aggiungo che tu non mi sembri scafato per affrontare un discorso di ultras, da alcuni interventi tuoi che ogni tanto mi capita di leggere, mi sembra che tu stai alla mentalità ultras esattamente come io al taglio e cucito.

  5. simonecaldana:

    talmente normale da laurearsi in ingegneria, avere un lavoro fisso e nel tempo libero fare il volontario. Non un buzzurro insomma, non un analfabeta o un disadattato.

    vorrei sottolineare come esistano tante brave persone negli insiemi analfabeta (che significa non scolarizzato, non stupido) e disadattato (che significa non compatibile con la societa’, non pazzo furioso). Altresi’ esistono parecchi stronzi egocentrici e infantili nelle categorie ingegneri, dipendenti a tempo indeterminato e si, pure tra i volontari.

  6. for those...:

    Di solito mi fai incazzare quando scrivi di calcio. Stavolta sono d’accordo con te al 100%.
    La cosa che più mi ha preoccupato è stata che, nello studio di controcampo, quello che ha fatto le dichiarazioni più distensive è stato paolo di canio! =:O

    P.S. (sdrammatizziamo) vb, non ti fa ancora più incazzare aver perso col milan dopo ieri? :)

  7. Attila:

    Io continuo a citare l’esempio d’oltremanica… dove i disadattati NON VANNO ALLO STADIO o se vanno se ne stanno buoni, ma a cercare di menarsi da un’altra parte, gli stadi sono sicuri, riscaldati e comodi (oltrechè costosi), ma sempre pieni all’inverosimile anche sul campo dell’ultima in classifica, con le giornate spezzatino, Sky da molto più tempo e in proporzione + economica che in Italia… e dove gli unici 2 casi di violenza ai margini dello stadio di Premier League negli ultimi 20 anni ha visto come protagonisti Cantona e l’ex fantasista della Lazio che sta cercando di fare la fine di Best…
    Certezza della pena e aggravanti per chi commette un reato collegato al calcio oltre allo scioglimento dei club organizzati… ma tanto siamo in Italia dove tutti hanno la mamma, oppure tengono famiglia, oppure è colpa della società, della scuola, del poliziotto, dell’autista…
    Per cui i programmi tv inglesi parlano di wags e noi di morti… per una volta riesco ad apprezzare Victoria Becks…

  8. vb:

    @marcello: sì e ne sono contento, anche se in questi anni in cui ho visto le cose più da vicino ho maturato sicuramente più rispetto e più comprensione, quindi mi dà molto fastidio la criminalizzazione indiscriminata del fenomeno ultrà; mi sembra però che la famosa “mentalità” e la pratica quotidiana di molte curve siano ormai piuttosto lontane l’una dall’altra. Comunque considera che quel che è successo (qualsiasi cosa sia successa) non è affatto una faccenda privata tra ultrà, visto che ha coinvolto un pullman di “tifosi normali” (ammesso che lo fossero davvero) e comunque poteva coinvolgere chiunque passasse di là: non è che per via della mentalità che prevede lo scontro tra gruppi di squadre diverse possiamo chiudere gli autogrill per tutto il weekend.

    @Attila: Sicuramente la certezza della pena è un elemento che spiega le differenze tra noi e l’Inghilterra, ma non è l’unico: all’estero non ci sono i tornelli, non ci sono i biglietti nominativi, non ci sono i poliziotti che ti perquisiscono, non c’è un clima di guerra per chilometri attorno allo stadio, non c’è il divieto di portare dentro lo stadio striscioni e persino la carta igienica. E’ tutto il clima che è diverso, e io continuo a dire che più si insiste con la militarizzazione del calcio (a danno soprattutto dei tifosi normali e delle famiglie, perché un ultrà si adegua a qualsiasi cosa pur di seguire la squadra) e più il risultato sarà l’allontanamento della gente dallo stadio e una guerra continua tra pochi irriducibili.

  9. Fabio Forno:

    vb, perquisizioni, tornelli, divieti vari sono venuti dopo che qualche ultras ha fatto qualocsa, non prima. Non è una scusa cui attaccarsi e credo che uno dei grossi problemi sono quelli che cercano di capire troppo. In Inghilterra hanno risolto il problema degli hooligan non cercando di capire, ma con una repressione forte e decisa. Qui invece si applicano queste mezze misure e, anziché ringraziare di beccarsi un semplice daspo anziché andare in galera, fanno ancora la parte delle vittime, spalleggiati sempre da qualcuno pronto a capire…

  10. D# AKA BlindWolf:

    Ieri sono andato a Cremona ed al ritorno ho visto l’area di servizio di Crocetta transennata e presidiata da parecchie auto della Polizia, solo in serata (leggendo online il Corriere) ho saputo cos’era successo…

  11. AleRoots:

    Davvero, è un peccato che quando scrivi di questi argomenti, calcio e dintorni, sembra come che la tua mente si obnubili, e devi sprecare la tua intelligenza a scambiare causa ed effetto in maniera apparentemente verosimile.

  12. marcello:

    Guiarda VB che nessuno deve chiudere nulla, questa situazione se la sono voluta chi ha ideato questa benedetta legge che regola l affluenza agli stadi. Tu stai chiedendo e invocando quello che è stato tolto per aumentare la sicurezza negli stadi. Gli scontri adesso succedono di fatto lontano. Per quello che è successo domenica si sono sprecate già troppe parole al vento, moralismi indignazione e via dicendo, quando la gente giornalisti e tifosi sono i primi che scatenano tutto ciò.

    Rileggiti i post prima del derby sul vostro o sui nostri forum è un esempio idiota, ma basta già ad accendere gli animi. Che poi si sa sono tutti tastierismi impazziti s eno ad un derby dovremmo essere in 50000 a darci come pazzi.

    Poi tutti parlano dell’invasione di parma anni fa. Io anche per quell episodio mi faccio i fatti miei per come è avvenuto e per dove è avvenuto.

  13. vb:

    Fabio: Ma infatti non c’è niente da capire, ho già scritto altre volte che la violenza non è tollerabile, peraltro tutte le questure d’Italia sanno esattamente nomi e cognomi di tutti, compreso chi fa casino: invece di tutti questi tornelli basterebbe andare a prendere i violenti. Tuttavia, ti assicuro che il comportamento dell’uomo si adegua alle condizioni in cui viene messo, per cui a trattare i tifosi (tutti indistintamente) come bestie o criminali si ottiene soltanto che quelli meno bestie si stufano e non vanno più allo stadio, gli altri si sentono incoraggiati a comportarsi da bestia.

  14. Alberto:

    vb, come è usuale nel nostro paese riusciamo a distribuire la colpa a tutti, in modo che non sia di nessuno. La colpa è dell’autista che non si era preparato, la colpa è dei tifosi che sono entrati in un autogrill “presidiato dalle truppe nemiche” (chiara provocazione!), la colpa è di Controcampo che ha dato rilevanza all’evento, la colpa è di chi non si fa i fatti suoi come ci spiega Marcello. Se un rapinatore entra in una tabaccaio, gli chiede l’incasso con un taglierino in mano e lui gli spara, già qualcuno manifesta delle incertezze sul fatto che la causa scatenante sia il rapinatore, figuriamoci in uno scenario più complesso come questo.
    Il problema è che la nostra società ha, tra i suoi valori condivisi, il ripudio della violenza, e che una parte della società quei valori tende a sospenderli quando vede una sciarpetta diversa dalla propria. Questo è il problema che ci fa entrare in una situazione parabellica nella quale qualche volta muore un ultrà, qualche volta muore un non ultrà, qualche volta muore un poliziotto. Ma il problema non è la meccanica dello scontro ma l’origine dello stesso. Una società che non sa far valere i suoi valori fondanti è una società che si sfascia e qui nasce il problema.
    Come fare a riprendersi quei valori? Ad esempio isolando chi ne offre altri, come ogni società sana fa. Ad esempio offrendo al nostro paese simboli ed esempi diversi da uno che pensa bene di aggredire qualcuno che si sta bevendo il caffé, solo perché indossa una sciarpetta con i colori sbagliati…

  15. .mau.:

    @vb: il concetto “sappiamo chi sono i violenti, quindi andiamo a prenderli” non è esattamente quello che dovrebbe capitare in una democrazia. Se non hai prove e non li cogli in fragrante, che cosa vorresti fare loro?

  16. Marcello:

    @Alberto,

    La colpa non è di Controcampo che ha dato risonanza all’evento, è giusto che se ne parli. Ma nella maniera in cui è stato proposto Oltretutto sta all’intelligenza di ogni singolo individuo a interpretare e comprendere le possibili cose. Io trovo strano che una persona casualmente venga schiacciata da un pulmann in una stazione di servizio, anzi non ci credo proprio per niente, e soprattutto dalla parte sinistra di un pilman lato autista, e trattandosi di tifosi ancor meno.
    Ma per lo meno prima di blaterare mi informo. I servizi li ho seguiti tutti e con particolare attenzione, e i motivi li puoi ben immaginare. Credimi una tale informazione mi ha dato fastidio tremendamente. Anche perchè tutta una serie di persone parlano senza conoscere il movimento ultras, senza frequentarlo e senza rendersi conto che da squadra a squadra cambiano parecchie logiche e parecchie cose.

    non ho voglia di entrare nei particolari ma è così. Io ho imparato a conoscere quello che riguarda la mia tifoseria. Neanche quella granata che è della mia stessa città. per cui non mi permetto di trarre conclusioni commentare ciò che succede in altre piazze. So che all interno del mondo ultras ci sono determinati codici di comportamento, e se confermata l aggressione al gruppo di tifosi questo codice di comportamento per quanto sbagliato possa essere agli occhi di molte persone è stato violato.

    Scusate per gli errori ma ho un occhio al pc e uno al plotter da stampa

  17. marcello:

    @mau

    prima di sanare le tifoserie lo stato dovrebbe iniziare a pensare seriamente a sanare ben altri problemi, quando avrà dimostrato di saper fare fronte alle vere emergenze allora potrà anche pensare di affrontare il problema tifosi.
    E ripeto questo che è accaduto al movimento aultras in generale non ci voleva proprio, vedrete che lo stato (incapace) farà qualcosa che servirà solamente a peggiorare le cose come già accaduto in precedenza.

  18. marcello:

    scrivo rivolto a chi ha parlato di Paolo Di Canio.

    Tremendamente schifato mi sono visto Controcampo.

    Non ho visto niente di negativo nelle sue parole, ha descritto esattamente la realtà niente di più.

  19. Attila:

    Ma cancellare il “movimento ultras” come ha fatto in patria la perfida Albione no, eh?

  20. marcello:

    Secondo te l Inghilterra l ha cancellato? Se mi rispondi di si vuol dire che mi rispondi in maniera errata.
    Li hanno solamente spostati dagli stadi alle zone limitrofe e nemmeno quelli di tutte le tifoserie. Alcuni Ultras nostrani con voli low coast vanno a partecipare a pestaggi finaco a fianco ad alcuni gruppi ultras Inglesi. Per la serie divisi in patria e spalla a spalla all estero. Leggiti Chelsea Headhunter, parla degli Ultras del Chelsea. Tieni conto che all interno della Kop del Liverpool ci sono tuttora gli stessi animali che erano presenti all Heysel, con la faccia pulita e la nomea di pubblico migliore d Europa. Spostare un problema è un discorso Risolverlo un altro.

  21. Attila:

    In pratica hanno esportato le teste di cazzo portando a zero la domanda interna…

    Allora vorrei che l’Italia diventasse un Grande Esportatore di Teste di Cazzo (cagasotto perchè in patria nn fanno niente x paura delle leggi) e non un fiero consumatore interno (vicino alla saturazione), mettiamola così.

    Problema interno risolto e problema di altra nazione che dovrà riadeguare le proprie leggi…

    Ma non preoccuparti, in Italia nn succederà mai… questo è il Paese di Scalzone professore universitario e di Dell’Utri deputato… per cui potrai sempre blaterare del tuo “movimento” x la gioia di Piccinini, Liguori e compagnia cantante…

  22. marcello:

    @Attila,

    Non è proprio come dici tu. Sia in Inghilterra che in Italia il fenomeno Hooligans esiste. Quello che è diverso sono le leggi, in entrambi i paesi severissime, ma in Inghilterra usate e rispettate, in Italia no, la differenza sta tutta qua. Personalmente, “non sono per il buttate la chiave” anche perchè spesso e volentieri da noi si pesca nel mucchio, e il più delle volte volano delle diffide a caso. Molte sono già scritte prima delle partite, belle pronte nel caso succedano dei casini. Ma sono dell ‘idea che devono essere applicate fino in fondo e chi viene preso una volta accertati veramente i fatti allo stadio non ci mette piede mai più.
    Comunque ti linko l articolo che parla di ciò che ti ho scritto in precedenza. http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200709articoli/25434girata.asp

  23. Nemo:

    x @Attila
    Carissimo, Marcello ha ragione, come ho scritto nel Blog di Paolo Liguori, oltre agli insulti relativi ad un certo tipo di informazione che Italia 1 generalmente manda in onda (basta guardare Studio Aperto), il problema in Inghilterra è stato solamente spostato dagli stadi a zone periferiche in cui tramite appuntamento telefonico o addirittura tramite accordi presi a 4 occhi dai “capi” delle due tifoserie, queste ultime svolgono le loro guerriglie urbane. Hai mai provato a recarti a Londra durante un derby oppure viaggiare in metropolitana nel pomeriggio di Liverpool-Chelsea? Bene a me è capitato diverse volte. Hanno “preservato” gli stadi dalla violenza, ma accoltellamenti e scontri tra tifosi sono all’ordine del giorno e ti assicuro che i DASPO (ben più severi dei nostri) non hanno risolto minimamente il problema.. per non parlare della parte nord est e nord ovest dell’inghilterra, in cui gli scontri sono nel DNA delle persone che vivono in quelle zone. Purtroppo, ciò che per alcuni è un fatto culturale, dovuto soprattutto al disagio socio-economico di alcune zone represse, che negli anni ha contribuito a far salire la rabbia nei confronti di tutto e tutti, in particolare delle istituzioni e ha incrementato un senso campanilistico-corporativo con una connotazione spesso anche protettiva; in altre realtà, con meno disagi socio-economici in cui la violenza non avrebbe ragione di esistere, secondo alcuni è un fatto emulativo dettato dal “noi non siamo inferiori a loro, sappiamo picchiare forte pure noi”. Tutto questo è impossibile da estirpare, se non ci si è riusciti in Inghilterra, dove leggi e provvedimenti sono severissimi, come fare ad estirparlo altrove? A mio avviso, i tornelli metallici, l’abolizione dei treni speciali, il biglietto nominale, non hanno risolto un bel nulla: 2 morti in 4 mesi. Credo che l’ultimo a morire per una partita di calcio, oltre al povero Raciti, a Gabriele e a Matteo, sia stato Vincenzo Spagnulo..circa 10 anni fa. Prima nessun morto in 10 anni, ora 2 in 4 mesi. Non è che tutte queste norme hanno incrementato la violenza soprattutto verso le istituzioni e di conseguenza verso le forze dell’ordine? Io non trovo che il problema sia risolvibile solo con un inasprimento delle pene, e se devo essere onesto non ho la minima idea di come possa essere risolto. Non lo approvo nè lo giustifico, ma è un fenomeno che morirà quando finirà il calcio.
    Ti invito a guardare un paio di film quali “Football factories”, “Green Street Hooligans”, “The Scum” e di accompagnarli con alcuni documentari della BBC a riguardo: “Holigans” e tutta la serie di “The real football factories” che puoi trovare anche su SKY. Sono prevalentemente in Inglese.
    Ciao e grazie per l’attenzione.

 
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