A Roma rigurgiti fascisti: saranno mica i peperoni? Questo è il livello di analisi che, una stupidaggine dietro l’altra, emerge dal centrosinistra ancora una volta perdente, stavolta alle comunali di Roma: mitica l’idea che Rutelli abbia perso perché gli elettori di Bertinotti avrebbero votato Alemanno per punire il PD dopo le politiche. E invece quella di Roma è una seconda svolta storica dopo quella di quindici giorni fa, perché un fascista sindaco di Roma non c’era più stato dalla Liberazione: nemmeno Fini in persona c’era riuscito. E invece, Alemanno è stato eletto a valanga.
Io non sono romano e non sono quindi veramente titolato a giudicare, ma da quel che si legge e si vede è stata una scelta ad personam, contro Rutelli. E molto chiara, visto che un buon 5% degli elettori avrebbero votato centrosinistra alla provincia e Alemanno al Comune; persino quando tutti riconoscono che il centrosinistra non ha amministrato affatto male, anzi, ma evidentemente non è quello che importava.
Allora, perchè? Il mio naso dice che Rutelli è il vecchio: un faccione riciclato, una minestra riscaldata. Che la gente non lo vuole perché rappresenta la casta, quelli che non parlano inglese, hanno fatto politica tutta la vita e non sanno fare niente di preciso, ma in un modo o nell’altro si ripiazzano sempre. Che un piacione accomodante e sorridente, quindi senza nerbo e senza palle, andava bene nell’Italia berlusconian-speranzosa degli anni ’90, non nell’Italia berlusconian-rabbiosa del 2008.
Già , dicono tutti, verissimo, ma dall’altra parte c’era un fascista dichiarato, uno che è stato accolto dai saluti romani, e che ha stravinto tre giorni dopo la Festa della Liberazione! Ecco, questo secondo me è l’aspetto più importante. E’ inutile, cara Repubblica, che tu mi piazzi foto di croci celtiche (di due anni fa) in prima pagina: non fanno più paura a nessuno. Anzi, in una parte crescente degli italiani ispirano sicurezza.
Insomma, gli italiani preferiscono i fascisti ai partigiani, se i fascisti promettono di occuparsi una buona volta della feccia che invade liberamente le nostre città , mentre i partigiani non solo sono vecchi e stanchi, hanno murato le armi e sono troppo impegnati a festeggiarsi da soli, ma non considerano la feccia nemmeno un problema, anzi negano persino la sua esistenza. E’ molto bella e commovente la storia del nonno di Suzukimaruti, ma è, appunto, una storia: una favola che ha la stessa attualità di Pollicino e di Biancaneve.
Perché il venticinque aprile è morto, e non da ora; l’hanno ucciso decenni di feste stinte, svogliate e fotocopiate, in cui al popolo veniva intimato di partecipare perché sì, e anzi chi non lo faceva era spesso additato come un criminale. Soprattutto, l’ha ucciso l’essere stato usato per anni dalla sinistra come una coperta di Linus, cioè noi facciamo errori, ci beccano con le mani nella marmellata come dei democristiani qualsiasi, non capiamo niente dei nuovi strati sociali e della nuova organizzazione del lavoro né ci interessa capirli, non ci interessano i problemi della gente perché la gente è imbecille e berlusconiana, però noi abbiamo il venticinque aprile quindi abbiamo ragione punto. E a forza di agitare i vessilli partigiani per coprirsi dagli sputazzi, i vessilli si sono coperti di sputazzi.
Ho trovato commovente, nei commenti al post di cui sopra, come persone intelligenti e d’animo nobile come Axell e GiorgioV abbiano difeso fino all’inverosimile la manifestazione ufficiale del 25 aprile, dicendo che in fondo quando suonavano i Marlene Kuntz è apparso di botto qualche migliaio di giovani (tutti sicuramente interessatissimi alla Resistenza), che “meglio cinquecento volenterosi che centomila pecore” (riferendosi a Grillo). La verità è che, a parte qualche intellettuale, la gente è, se va bene, indifferente al venticinque aprile; se va male, ne ha le scatole piene per via degli sputazzi di cui sopra.
E quindi, è ora che smettiamo di farci illusioni: il venticinque aprile è morto. Se il centrosinistra vuol governare al posto dei post-fascisti, deve rispondere concretamente ai problemi che la gente percepisce come fondamentali. Al sindaco di una grande città , che non ha potere diretto sull’economia, la maggior parte delle persone chiede una sola cosa: ordine e sicurezza. Chiede l’eliminazione dei campi nomadi, la ripulitura delle strade da lavavetri e venditori abusivi, una repressione forte della criminalità anche e soprattutto extracomunitaria. Il miracolo sarebbe che la sinistra elaborasse una risposta a questa richiesta che non passi per la via della spranga. Ma se alla sinistra non piace occuparsene, non c’è problema: vada pure definitivamente in pensione, perché è lì pronto un piccolo Alemanno per ogni città .
P.S. Se vi sentite tranquilli perché Roma è lontana, pensateci meglio: a Orbassano, città ex operaia che ha sempre avuto sindaci di centrosinistra eletti senza neppure andare al ballottaggio, ha vinto il centrodestra con il 60%.
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