Italiani olimpici
Le Olimpiadi sono iniziate da qualche giorno e, come ogni volta, è iniziata anche la retorica olimpica: i giornali si sono riempiti di articoli strappalacrime che narrano le storie di questi atleti di sport ingiustamente considerati minori, che una volta ogni quattro anni arrivano all’onore delle telecamere per le loro medaglie, e poi vengono riconsegnati all’oblio per far vedere soltanto gli spocchiosi e infantili calciatori. Compaiono quindi articoli come questo (peraltro molto interessante, specie nei commenti) che distinguono tra la solita Italietta dei politici e dei calciatori, e l’Italia vera, seria, devota degli schermidori e dei tiratori.
E’ un peccato che gli schermidori e i tiratori si siano prontamente dedicati a demolire questo mito, dichiarando come primo e massimo desiderio dopo aver vinto la medaglia una sola cosa: poter non pagare le tasse. E giù di piagnucolii, e le tasse sono alte, e le paghiamo già tutto l’anno, e lo Stato si porta via metà del nostro premio, e noi abbiamo fatto tanta fatica, e già il premio è solo centoquarantamila euro, una bazzecola.
In effetti, a vedere certe prestazioni olimpiche, a sentire certe storie di lavoro e preparazione, ci eravamo stupiti: sembravano quasi gli atleti di un altro Paese. Per fortuna ci hanno subito pensato loro a rassicurarci: no no, sono proprio italiani.
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