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mercoledì 13 Agosto 2008, 12:38

Italiani olimpici

Le Olimpiadi sono iniziate da qualche giorno e, come ogni volta, è iniziata anche la retorica olimpica: i giornali si sono riempiti di articoli strappalacrime che narrano le storie di questi atleti di sport ingiustamente considerati minori, che una volta ogni quattro anni arrivano all’onore delle telecamere per le loro medaglie, e poi vengono riconsegnati all’oblio per far vedere soltanto gli spocchiosi e infantili calciatori. Compaiono quindi articoli come questo (peraltro molto interessante, specie nei commenti) che distinguono tra la solita Italietta dei politici e dei calciatori, e l’Italia vera, seria, devota degli schermidori e dei tiratori.

E’ un peccato che gli schermidori e i tiratori si siano prontamente dedicati a demolire questo mito, dichiarando come primo e massimo desiderio dopo aver vinto la medaglia una sola cosa: poter non pagare le tasse. E giù di piagnucolii, e le tasse sono alte, e le paghiamo già tutto l’anno, e lo Stato si porta via metà del nostro premio, e noi abbiamo fatto tanta fatica, e già il premio è solo centoquarantamila euro, una bazzecola.

In effetti, a vedere certe prestazioni olimpiche, a sentire certe storie di lavoro e preparazione, ci eravamo stupiti: sembravano quasi gli atleti di un altro Paese. Per fortuna ci hanno subito pensato loro a rassicurarci: no no, sono proprio italiani.

[tags]italia, olimpiadi, tasse[/tags]

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16 commenti a “Italiani olimpici”

  1. sisifo:

    D’altra parte se fossero stati svizzeri o lussemburghesi sarebbero stati consigliati da qualche commercialista di creare un’azienda che li assumesse come consulenti per spalmare il premio ricevuto su quattro anni e pagare un’aliquota piú bassa.

    Forse é meglio tenerceli cosí.

  2. D# AKA BlindWolf:

    Ragioniamo un attimo.
    Il CONI riceve dei soldi dallo Stato con il fine esclusivo di promuovere lo sport, parte di questi soldi vengono dati come premio agli atleti che vincono medaglie (la vittoria di medaglie, tra le altre cose, dà visibilità e promozione a discipline altrimenti poco conosciute; quindi come utilizzo mi sembra corretto) ma metà del premio finisce in tasse, ovvero in un pentolone bucherellato che spreca parte di questi soldi (sopravvivenza artificiale di Alitalia, opere pubbliche inutili e/o gonfiate, festival cinematografici ridondanti e così via. In piccola parte ritornano al CONI stesso.).

    Decisione salomonica: detassiamo i premi-medaglie ma riduciamo tali premi, anche se in proporzione minore (es: invece che €100’000 tassati al 50% diamo €75’000 esentasse). Il CONI spenderà di meno per i premi, gli atleti guadagneranno di più e l’Erario avrà un po’ meno burocrazia (anche qualche entrata di meno, ma secondo me trascurabile).

  3. simonecaldana:

    @D: Perche’ non farlo anche con le pensioni, allora?

  4. D# AKA BlindWolf:

    @simonecaldana: non è una cosa escludibile, anche se le cifre in ballo e gli scopi sociali sono diversi.
    Personalmente sono per un maggiore “reinvestimento” delle tasse e del denaro pubblico nello stesso settore e nella stessa zona geografica di provenienza, fermo restando che lo Stato deve garantire un certo livello di servizi “globali”.

  5. simonecaldana:

    @D: ti sfugge che coloro che prendono soldi dallo Stato non solo le fanno per motivi svariati, ma che questi soldi potrebbero non essere il loro unico introito.

  6. D# AKA BlindWolf:

    @simonecaldana: infatti parlo solo di soldi elargiti dal CONI (es: premi per medaglie), non di altri introiti (es: sponsor privati).

    Gli Abbagnale si allenavano alle 5 del mattino perchè uno dei due fratelli la mattina doveva andare al lavoro (impiegato in banca, se non sbaglio); in altri sport (e/o in altre nazioni) le Olimpiadi sono tutt’altro che l’evento più remunerativo (penso ad alcuni ricchi meeting di atletica o ai più prestigiosi tornei di tennis).

  7. simonecaldana:

    @D: ti sfugge che le tasse aumentano (in percentuale) all’aumentare del reddito: detassare dei redditi significa (in moltissimi casi) abbassare le tasse sul reddito restante.

  8. D# AKA BlindWolf:

    @simonecaldana: ribaltando il punto di vista: (restando nel caso olimpico) il premio-medaglia viene tassato differentemente a seconda del reddito restante. La stessa medaglia sarebbe pagata di più da Montolivo che dalla giocatrice di badminton, ma su 140000 euro la differenza non sarebbe sostanziale (almeno metà cadrebbe comunque nell’aliquota più alta).

    Il caso delle pensioni effettivamente è improponibile risolverlo modulando alla fonte (anche se, per esempio, le pensioni di invalidità sono esentasse).

    Ma il caso sportivo è diverso. Ma complicato.
    Io lo paragono un po’ ad una borsa di studio. Ma andiamo con il brainstorming.
    Se si esentassero dalle tasse le medaglie il CONI potrebbe abbassare i premi. Ma il fisco incasserebbe di meno. Ma si tratta pur sempre di una manciata di persone. Se il CONI spendesse di meno per le medaglie potrebbe ricevere meno sovvenzioni l’anno dopo? Mi sembra difficile. E se si esentassassero ( :-) ) le medaglie, il CONI abbasserebbe i premi e reinvestirebbe i risparmi da altre parti? (per esempio costruire una piscina apposita per i tuffatori). Se piovessero medaglie il CONI piangerebbe miseria? O sarebbe felice, perchè molti giovani inizierebbero a tirare con l’arco, a picchiare un volano, a pagaiare come ossessi anzichè prendere a calci un pallone (facendo piovere ancora più medaglie all’Olimpiade del 2020)? E se anche i premi raddoppiassero, la Vezzali chiederebbe ancora l’esenzione?

    Alla fine la domanda è questa (e torniamo al principio, ma con un orientamento in più): 140000 euro lordi (o 70000-80000 netti) per una medaglia d’oro olimpica sono troppi, troppo pochi o giusti? Qui ognuno può dare la sua risposta, e sarà in ogni caso estremamente opinabile.

    (…sì, sono un relativista)

  9. simonecaldana:

    La risposta e’ che se c’e’ una quantita’ minima di soldi sotto la quale alle olimpiadi non ci vuoi andare nonno Pierre si rivolta nella tomba.

  10. Attila:

    Negli Stati Uniti il premio per una medaglia d’oro è di circa € 17.000,00 (calcolando che viene pagato in dolllari), in Francia di circa € 50.000,00 e in Spagna di circa € 94.000,00 (Fonte “A Tempo di Olimpiadi” su R24 e articolo su IlSole online http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/dossier/Sport/2008/olimpiadi-pechino/news/italiani-premi-maggiori.shtml?uuid=c9ad63d4-69d0-11dd-8ed8-73865b597b99&DocRulesView=Libero). Però, nelle altre nazioni c’è una ricerca molto più fitta dello sponsor e nella maggior parte dei casi degli aiuti piuttosto consinstenti in sgravi fiscali alle aziende, oltre ad una Comitato per le attività sportive non strutturato come una corporazione di stampo ventennio come nel Bel Paese, ma con manager, contratti pluriennali e molti contratti individuali (chissà perchè in Italia il tennis non funziona al contrario di tanti Paesi limitrofi) ai singoli atleti.

  11. for those...:

    Di tasse e fisco non ho mai capito un casso x cui non mi azzardo a parlare. Azzardo invece una risposta alla domanda di D#, se sono troppi o troppo pochi.

    Propio perché in italia NON ci sono sponsor per gli sportivi, tolti 2/3 sport principali, immagino che 140.000 euro – ANCHE FOSSERO NETTI – non siano poi così tanti. Dalle mie parti ci compri a malapena un monolocale.
    Ho visto chi ha – finora – vinto le medaglie italiane:
    Ciclismo, Judo, Nuoto, Scherma, Tiro, Tiro con l’Arco.
    non ho dati, ma a occhio, chi può vivere solo di sport sono i ciclisti e (forse) i nuotatori.
    Ricordo che Montano, prima delle Olimpiadi, disse che sì, faceva programmi in TV perché in qualche modo doveva pure campare.

    @simonecaldana: Certo, 140.000€ per Montolivo sono come se a me dessero un premio aziendale da 30€!
    Ma proprio per lo scarso “peso” del premio rispetto ai normali introiti di un calciatore, credo vada a onore dei ragazzotti pallonari. Nessuno, mi risulta, ha rifiutato la convocazione perché il premio era basso.
    Stesso discorso si potrebbe fare per federer e nadal. Non so quanto diano i “CONI” spagnoli e svizzeri ma mi sa che i due tennisti ci si accenderanno un sigaro con le banconote del premio-medaglia!

    Eh, sì. Sono relativista anch’io! :-)

  12. vb:

    E’ ovvio che il problema sarebbe facilmente risolubile incrementando il premio lordo, cioè che 280.000 lordi sono equivalenti a 140.000 netti. Il problema è l’idea stessa che pagare le tasse non faccia parte del dovere di ogni buon italiano… Sarà anche vero che rispetto ai guadagni dei calciatori quei soldi sono “pochi”, ma sono pur sempre (oltre che decisamente di più di quel che pagano la maggior parte degli altri Paesi) un premio una tantum che, anche lordo, equivale a ciò che un italiano medio di pari età guadagna in cinque, sei, sette anni di lavoro. Perché l’italiano medio deve anche pagarci le tasse e loro no? Se vogliamo parlare di “attività meritorie per la Patria”, forse che quelli che fanno l’infermiere o il volontario o il carabiniere sono meno meritori di uno che spacca i piattelli col fucile?

  13. Attila:

    Calcoliamo che la maggior parte dei “poveri” atleti in Italia fa parte di qualche forza armata, per cui non è letteralmente un dilettante, ma uno che è pagato dallo Stato per allenarsi e prepararsi alle gare, certo non con gli ingaggi del calcio, ma non ci si può lamentare che uno sport abbia fatto network (anche se in Italia lo ha fatto di m…) e gli altri no.
    Quello che necessiterebbe l’Italia è una riforma del CONI di stampo manageriale, perchè anche negli altri Paesi ci sono sport di serie A e sport minori (ad esempio negli USA i diritti televisivi sono incredibilmente alti per Football Americano, Basket, Hockey e Baseball, che iniziano e finiscono la loro stagione in base a pure logiche televisive e per gli altri ci sono le briciole dei canali satellitari o via cavo), però le varie federazioni sono in mano a manager che riescono a sfruttare al meglio la visibilità e la possibilità di sponsorizzazioni con gestioni attive. In Italia siamo a livello che nelle federazioni ci sono baronati e giochi di potere politichetto (il caso del tennis in cui il patrimonio è stato dilaniato tra la seconda metà degli anni ’80 e gli anni 90 è da manuale della gestione suicida) da fare concorrenza alle nostre beneamate Università (tempio della ricerca e dell'”eccellenza”).
    Alla maggior parte degli atleti di nazioni occidentali non interessa sapere quanto paga il proprio Stato come premio, ma quanto avrà contrattato con lo sponsor per la singola medaglia e quello che riceve dallo Stato sono soli i “soldi per le noccioline”.

  14. D# AKA BlindWolf:

    Qualche anno fa la fortissima squadra di atletica USA aveva minacciato di disertare mondiali ed olimpiadi se non avessero ricevuto un corposo premio in denaro.

    Le Olimpiadi, in nazioni in cui lo sport è ricco, si fanno più per il prestigio che per la moneta in quanto non sono molto remunerate.

    In Italia, tolti pochi sport e pochi atleti-immagine, se vuoi fare il professionista devi entrare in un’Arma. E la carriera di uno sportivo è breve, rispetto ad un mestiere qualunque. Si parla di sponsor, ma quali sponsor possono investire se c’è poca visibilità? Esempio numerico: in Italia il basket è il secondo sport per numero di praticanti con 1/3 dei praticanti del calcio (e già il gap è alto, rispetto alle altre nazioni), ma la copertura mediatica del basket è molto minore di 1/3 rispetto al Pallone nazionale. Un mio ex collega di Chivasso gioca in B1 a pallavolo (terza serie nel terzo sport nazionale in cui la Nazionale fino a pochi anni fa era fortissima): fa 5 allenamenti alla settimana e guadagna quattro lire.

    @vb commento #12: ripeto la mia domanda: anche se il premio raddoppiasse la questione se pagarci le tasse o no non si ripeterebbe ugualmente? Per quanto riguarda l’utilità sociale di un atleta è ovvio che è scarsa (a meno dell’eventuale esempio morale), ma bisogna vedere l’effetto economico.

    @simonecaldana commento #9: le Olimpiadi sono nate come festa sportiva per i dilettanti (alcuni atleti che nelle prime edizioni avevano gareggiato in altri eventi per pochi soldi sono stati privati dei titoli); De Coubertin si rigirebbe nella tomba per qualunque professionista, ma anche per la partecipazione delle donne (a cui era contrario, come nei Giochi dell’antica Grecia).

  15. Luna:

    Secondo me la tassa ci deve essere, ma non deve essere esagerata, tutto qui. Il 12% invece del 42% attuale.

  16. Francesco:

    tasse al 50%, si vede che siamo in italia. E poi appena una ha in mano 5 lire tutti a dirgli coem deve gestirli.

    La verità? gli unici che non hanno problemi con le tasse sono i politici che stanno a roma. loro si che si beccano i loro 10mila euro esentasse (senza fare un cazzo) mentre un campione olimpionico deve farsi il mazzo e donare il suo premio alle casse italiane.

 
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