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venerdì 5 Settembre 2008, 09:56

La donna che partorì tre tazze

Siamo arrivati in Mozambico proprio al momento giusto: poco tempo fa si è verificata una storia che ha tenuto col fiato sospeso l’intera nazione. A noi ne ha parlato Dominga, la domestica di casa, quando avevamo finito il pranzo e stavamo bevendo il caffé.

Infatti, nella città di Xai-Xai, meno di duecento chilometri a nord di Maputo, si è verificato un avvenimento assolutamente magico: una donna, incinta al settimo mese, ha partorito tre tazze. L’evento ha fatto clamore, perché è un caso evidente di malocchio: e infatti i locali ne parlano scuotendo la testa, e ripetendo “fetiche, fetiche”, pensando alla terribile magia che ha trasformato il feto in tazze, e alla povera donna che ha perso così il suo bambino.

Il fatto è assolutamente vero: la donna ha partorito tre tazze, e almeno delle ultime due pare che ci siano filmati e fotografie. La storia, però, è un po’ diversa: qui, infatti, le donne possono sposarsi solo dopo essere rimaste incinte, per provare di essere fertili. La ragazza in questione voleva sposare il suo uomo, nonostante l’opposizione della famiglia di lui, ma non riusciva a rimanere incinta (alcuni hanno suggerito che già quello fosse un feticcio); allora ha dichiarato di esserlo, fingendo la gravidanza, e ottenendo così l’approvazione per il matrimonio.

Solo che, verso il quinto mese, l’assenza di pancia cominciava ad essere troppo sospetta: e così lei si è inserita le tre tazze nella vagina. Il piano era di tenerle lì per un mesetto e poi simulare un aborto; solo che quando si è recata dal medico (cioè, spero che fosse un medico) per partorire, all’uscita della prima tazza tutti sono rimasti sconvolti, e la notizia si è sparsa. Il futuro marito ha allora prontamente provveduto a vendere l’esclusiva mediatica per il parto delle successive due, che è avvenuto con successo. Alla fine, tutto si è concluso in gloria: con i soldi della televisione, il marito ha potuto pagare il lobolo – qui è il marito a pagare la famiglia della moglie all’atto del matrimonio, come saldo per il valore dei figli che verranno – e i due hanno potuto sposarsi, visto che era chiaro a tutti che lei era rimasta incinta, e soltanto la magia le aveva impedito di avere un bambino.

Ora, so che non ci crederete e che penserete che io stia esagerando, ma qui sono veramente tutti convinti che ci sia stata di mezzo la magia; non solo nelle campagne, ma anche in città, compresi gli impiegati e gli alti dirigenti dello Stato. Sui media ci sono sì stati grandi dibattiti e talk show, ma non per mettere in dubbio l’effettivo svolgimento dei fatti; la discussione verteva invece su “a fare il malocchio sarà stata la suocera, o chi altro?”.

Quello che io trovo però molto affascinante è l’unico elemento di modernità dell’intera storia: la pronta vendita dei diritti TV. Anche se forse è un po’ triste – ma anche molto indicativo delle attitudini umane – che, di tutta la nostra scienza e tecnica, le uniche cose a far breccia nelle tradizioni africane siano state televisione e telefonino.
[tags]viaggi, mozambico, maputo, televisione, modernità, parto[/tags]

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8 commenti a “La donna che partorì tre tazze”

  1. simonecaldana:

    Magari ha bevuto del succo di cacana…

  2. Lollo:

    Mi-ti-ci!

    @ Mir: vedi il progresso?
    Passato: si pensava che ci fosse magia
    Presente: si finge che ci sia magia
    Futuro: si fingerà e basta, senza scomodare la magia.

    Presto saranno come noi!!!

  3. vb:

    Qui veramente credono tutti fermamente alla magia, compresi i tribunali, che ancora condannano le persone per stregoneria (anche se di solito lo fanno essenzialmente per metterle in prigione e così salvarle dal linciaggio, che è la pena per le streghe secondo la tradizione). Prima o poi arriverà anche un post su questo :-)

  4. Massimo Manca:

    Non sono praticissimo di queste cose, ma non sono sicurissimo che tre tazze in una vagina possano simulare una pancia. Come hai saputo la versione debunkata?

  5. D# AKA BlindWolf:

    Tre tazze nella vagina? Wow, che fisting estremo!

    Ironia a parte…

    Nell’Italia (e nell’Occidente) del XXI secolo non si crede a quache forma di magia? Sì: si chiama religione. C’è un’entità superiore che, direttamente o per mezzo di esseri umani particolarmente meritevoli, esegue magie chiamate “miracoli” e viene venerata per questo. Ovviamente non c’è modo di verificare se tali magie sono veramente avvenute o se sono leggende o trucchi da illusionista. Se hai “fede” ci credi, altrimenti hai una risposta razionale.

    Forse i nostri tribunali non decideranno in base a questioni religiose, ma i nostri legislatori sì.

    Non siamo tanto più razionali…

  6. Andrew:

    http://www.lagazzettadelsudafrica.net/Articoli/2008/agosto/Art_180808_5.html

  7. vb:

    Il mio report viene dagli italiani che vivono qui; naturalmente, anche la versione degli italiani sudafricani potrebbe essere quella corretta… non è che qualcuno abbia fatto un’indagine, dato che per le autorità la questione si chiude con “è stata una magia”.

  8. Andrew:

    La mia deduzione del fatto è la seguente:
    – la donna non riusciva a restare incinta ed è andata dallo stregone;
    – lo stregone le ha detto “non ti preoccupare, ci penso io”;
    – la donna dopo 5 mesi ha avuto qualche sospetto che lo stregone fosse quanto meno incompetente, ma ormai la frittata era fatta, in quanto lo sposo aveva accettato l’autocertificazione di gravidanza;
    – per cercare di salvare il salvabile lo stregone ha effettuato il gioco delle tre carte ed ha fatto comparire tre tazze gridando “fetiche!, fetiche!”
    E vissero tutti felici e contenti.

 
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