Sky
Vittorio vb Bertola
Fasendse vëdde an sla Ragnà dal 1995

Vën 29 - 6:42
Cerea, përson-a sconòssua!
Italiano English Piemonteis
chi i son
chi i son
guida al sit
guida al sit
neuve ant ël sit
neuve ant ël sit
licensa
licensa
contatame
contatame
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vej blog
vej blog
përsonal
papé
papé
fotografie
fotografie
video
video
musica
musica
atività
net governance
net governance
consej comunal
consej comunal
software
software
agiut
howto
howto
internet faq
internet faq
usenet e faq
usenet e faq
autre ròbe
ël piemonteis
ël piemonteis
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
vej programa
vej programa
travaj
consulense
consulense
conferense
conferense
treuvo travaj
treuvo travaj
angel dj'afé
angel dj'afé
sit e software
sit e software
menagé
login
login
tò vb
tò vb
registrassion
registrassion

Archivio per il giorno 5 Dicembre 2008


venerdì 5 Dicembre 2008, 18:40

Nuovi musei

Stamattina, approfittando di un paio d’ore libere, abbiamo provato per voi il nuovo Museo d’Arte Orientale di Torino, inaugurato proprio oggi, con ingresso gratuito fino a lunedì compreso. Abbiamo pensato che nel ponte ci sarebbe stata folla, per cui abbiamo preferito il primo giorno: c’era un po’ di gente ma il museo era decisamente vivibile.

La sede è in via San Domenico 11, ma, in pieno understatement torinese, è impossibile trovarla: praticamente tutti si lamentavano del fatto che fuori del seicentesco palazzo Mazzonis che ospita il museo non ci sia nemmeno una targa. Comunque, per darvi riferimenti da torinese, è praticamente davanti al Kilometro Cinco.

Il museo è dedicato alle collezioni di arte orientale della Città, della Regione Piemonte e della Compagnia di San Paolo, suddivise in cinque sezioni: India, Cina, Giappone, Himalaya e mondo arabo (Himalaya è un modo elegante per non scrivere Tibet, il che avrebbe fatto protestare l’ambasciata cinese: scommetto che il testo murale che introduce la sezione, nonostante ci sia tuttora scritto “Inghilterrra” con tre “r”, è stato rivisto da almeno tre diversi corpi diplomatici).

L’allestimento è ovviamente moderno, colorato, bilingue italiano-inglese, con tanto di audioguide; e questo è positivo. In compenso, il palazzo seicentesco è labirintico, e almeno in tre o quattro punti non sei sicuro di quale sia la direzione da prendere per non perdersi un pezzo della visita; ci vorrebbero delle belle freccione “prima di qua poi di là”.

La collezione, beh, è quel che è: secondo me la parte migliore è quella giapponese, piccola ma piena di opere bellissime, tra cui una magnifica, gigantesca statua di legno di un Kongo Rikishi, e delle stampe meravigliose. Interessante anche la parte cinese, che risale addirittura al Neolitico, ma che però ha il difetto di terminare con il “medioevo cinese”, e di mancare completamente di tutta quella parte che noi più comunemente associamo alla Cina, a partire dai vasi Ming. Il resto, secondo me è paccottiglia: naturalmente non sono qualificato ad esprimere giudizi artistici, ma le statue dei Buddha indiani e tibetani sono troppe e troppo poco inconsuete per interessare, e la parte araba, nonostante alcuni interessanti reperti calligrafici, è relegata in soffitta non a caso: c’è perché non si poteva non metterne una, ma andate a fare un weekend a Istanbul e fate prima.

Comunque, fin che è gratis – o se proprio non avete mai messo naso a est del casello di Villanova – può valer la pena, ma secondo me i 7,50 euro del biglietto sono eccessivi, almeno per il momento. E’ però comunque meritorio che ci sia un nuovo museo a Torino, e spero che col tempo la collezione possa espandersi.

[tags]mao, arte orientale, india, cina, giappone, islam, musei, arte, torino[/tags]

divider
 
Creative Commons License
Cost sit a l'è (C) 1995-2024 ëd Vittorio Bertola - Informassion sla privacy e sij cookies
Certidun drit riservà për la licensa Creative Commons Atribussion - Nen comersial - Condivide parej
Attribution Noncommercial Sharealike