Furbate autostradali
Ieri, per il pranzo di Natale dai parenti, ho dovuto attraversare due volte l’appennino sulla Torino-Savona, sotto una fitta nevicata.
All’andata il tempo era peggiore, nevicava già a Torino e non ha smesso fino a quando è apparso il mare. Sull’autostrada non c’erano spartineve e il fondo era decisamente bianco, ma si viaggiava comunque tranquillamente tra gli 80 e i 100 orari, a patto di avere le gomme da neve e di usare dolcezza nelle manovre. Gli unici pericoli sono venuti da quelli che, nel tratto in discesa e con curve molto secche, si piazzavano nella corsia di sinistra – che ovviamente era la più sporca – e poi, prendendosi paura, inchiodavano prima delle curve, tendendo a sbandare e soprattutto costringendo a frenate brusche e pericolose anche quelli che arrivavano da dietro; in più, un certo numero di geni insisteva con questo comportamento e proseguiva sulla corsia di sinistra a non più di 50 orari senza mai rientrare, creandosi dietro uno strascico di gente bestemmiante che cercava di non tamponarli e aspettava il modo di passare.
Dopo Altare, io mi trovavo in questa situazione già da una decina di chilometri, e le mie segnalazioni coi fari erano state completamente ignorate (anzi, posso immaginare che il tizio – peraltro con un fuoristrada Toyota! – piantato lì a 40 all’ora sulle curve nella corsia di sinistra pensasse anche di essere un giustiziere della notte: non concependo che qualcuno potesse avere le gomme da neve, avrà pensato “guarda ‘sti pazzi che vogliono andare veloce anche oggi, per fortuna ci sono io che li blocco”). A quel punto, dietro di me è comparso addirittura un bus granturismo, che ovviamente ha cominciato a strombazzare alla grande, visto che se inchiodare per un’auto in curva sulla neve è difficile, immaginate quanto lo è per un bus. Ecco, non volendo venire tamponato da un bus, lì mi sono stufato e ho deciso che la cosa meno pericolosa fosse il sorpasso a destra: in dieci secondi ho risolto il problema, ma certo che le nostre strade sono pericolose anche per l’alta densità di guidatori col cappello che non solo non sanno guidare o vanno troppo piano, ma non si preoccupano neanche di lasciare strada.
Comunque, questo è niente rispetto al ritorno: già , perché nel pomeriggio il tempo era migliorato e nevicava di meno, ma purtroppo c’erano in giro gli spazzaneve. Bene, questa è la tecnica adottata dall’autostrada Torino-Savona sotto la nevicata: si piazzano due mezzi antineve sulle due corsie e li si fa procedere affiancati a non più di 30 orari. Ovviamente, dietro di loro si crea subito un serpentone di decine di auto che, gomito a gomito, cercano disperatamente di mantenere la bassa velocità e non ci riescono; per cui è tutta una bagarre di accelerate, frenate improvvise, sorpassi a destra a sinistra o in mezzo, tamponamenti mancati di un soffio. Quando alla fine i mezzi rientrano, dopo almeno una decina di chilometri, tutti sorpassano e… ne trovano un’altra coppia dopo cinque minuti!
Come si possa avere un’idea del genere onestamente mi sfugge: anche qui, avranno pensato di “calmierare” il traffico costringendo la gente ad andare piano, ma il risultato è incredibilmente pericoloso, molto più di quanto non sarebbe se si potesse andare liberamente. Già , ma poi qualora nell’ingorgo dietro gli spazzaneve ci scappasse l’incidente la società autostradale potrà tranquillamente attribuirlo ai “soliti pazzi” che “vogliono andare veloce persino con la neve”!
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