E’ finito il sapone
Dall’esterno, non è facile capire come vada veramente interpretata la vicenda De Magistris: certo, conoscendo l’Italia, è difficile non pensare a un giudice coraggioso che indaga su gravi episodi che coinvolgono l’allora ministro della Giustizia Mastella (e l’attuale vicepresidente del CSM Mancino), e che viene prima privato dell’indagine dai suoi stessi superiori e poi trasferito d’autorità , anche se certo il codazzo di apparizioni televisive e santificazioni di piazza non è sembrato molto appropriato a un magistrato.
Questa seconda puntata, però, è ancora più preoccupante: perché la procura di Salerno apre un’indagine per appurare se il colpo d’autorità che sottrasse l’inchiesta a De Magistris sia stato legale, con tanto di perquisizioni alla procura di Catanzaro; e questa non è una novità , l’abbiamo visto accadere negli anni di Mani Pulite, quando si scoprì che c’erano anche dei giudici corrotti.
La novità , però, è la reazione: la procura di Catanzaro denuncia a sua volta i magistrati di Salerno, e per bloccare l’inchiesta salernitana interviene non più Mastella – che nel frattempo è stato politicamente fatto fuori, ma solo per finta, avendo poi subito piazzato un proprio fido nientemeno che alla Commissione di Vigilanza RAI, facendoli fessi tutti – ma addirittura il presidente Napolitano.
Certo, il decisionismo di un Presidente solitamente cauto anche di fronte alle monnezze giuridiche berlusconiane sorprende un po’, ma la situazione è indubbiamente grave: perché, come dicevo all’inizio, dall’esterno è difficile giudicare, ma si ha la sensazione che questa tra procure sia una lotta radicale e profonda, come se esse rispondessero a diritti diversi, a Stati diversi, e a valori diversi.
Effettivamente, è come se lo Stato si stesse dividendo: di qui chi è ancora attaccato alla legalità e ne vede in Italia la continua e preoccupante erosione, di là chi invece vede nelle azioni della magistratura un complotto contro la politica ogni volta che la riguardano. In questo, è come se Napolitano – persona di grande levatura, ma anche amico e conterraneo di Mancino e di Mastella – avesse voluto lanciare un messaggio: badate bene, una volta ci avete colto di sorpresa, ma Mani Pulite non si ripeterà più; il ricambio della classe politica corrotta spetta alla politica e non alla magistratura; chi è stato eletto dalla gente, anche se forse ha commesso reati, comunque governerà .
Il problema è se nel frattempo l’immoralità e l’impunità dei politici continua, e, parate le inchieste, il rinnovamento non avviene mai.
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4 Dicembre 2008, 22:35
Questa sera, avendo più tranquillità del solito in casa, mi sono messo a leggere attentamente questo tuo post che mi informa di questo avvenimento per primo (senza aver quindi ascoltato tg o radio o letto altri siti web).
Non mi viene altro da pensare se non che:
1)niente descrive meglio il fatto da te descritto come un proverbio che difficilmente un nordista come te conosce e che recita che ‘U pisc puzza da la capa (che dovrebbe però essere molto chiaro a tutti)
2)la tua frase “il ricambio della classe politica corrotta spetta alla politica e non alla magistratura” che dovrebbe (se ho ben capito) esporre e spiegare l’intima convinzione ed il fermo pensiero che il Pres. della Repubblica e molti altri politici hanno è una prospettiva utopica e non realizzabile proprio perchè un sistema come questo tende all’autoconservazione: se il ricambio della classe politica corrotta deve spettare ad una politica che è espressione di una classe politica, appunto, corrotta…..beh allora…ci siamo capiti, no?
5 Dicembre 2008, 16:09
Sì ok, il sapone è finito, ma per fortuna abbiamo le biopalle…
6 Dicembre 2008, 14:06
Io in questa vicenda ci vedo l’incrocio di due trends. Da una parte l’ordinamento dello stato che e’ obsoleto, limitato, incoerente. Dall’altra l’aumento della corruzione (tu come la misuri? Io sentivo Lessig qualche tempo fa e, illuminante come al solito… direttamente proporzionale al tasso di rielezione). L’unione di queste due cose e’ un tritacarne per chiunque desideri onorare il principio di responsabilita’…
Cosi’ quando salta fuori uno che ha a cuore il suo lavoro, magari per spinte caratteriali proprie (es: l’ideale di Giustizia), viene tritato… e questo e’ De Magistris. Se non ne subira’ conseguenze major (es: prigione, morte, etc) e’ solo perche’ – in questo caso “per fortuna” – bene o male non siamo ancora una societa’ di macellai. Buffoni si. Ma macellai no. Per ora.
1 Aprile 2009, 08:01
Solo in un paese come l’Italia poteva succedere:
http://www.corriere.it/cronache/09_aprile_01/chiesa_intercettazioni_2c674c04-1e7d-11de-9011-00144f02aabc.shtml
siamo punto a capo, cvd