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sabato 13 Dicembre 2008, 11:06

Lascia stare i boh

Visto che oggi è sabato e non ci legge nessuno, possiamo dedicare un post a uno degli argomenti più tabù che ci siano in Italia: la pedofilia nella Chiesa Cattolica.

L’occasione viene dall’articolo di cronaca de La Stampa che riporta a grandi lettere “SCAGIONATI”, a proposito di quattro preti accusati di molestie e pedofilia da parte di un loro ex allievo (da ragazzino) e poi ex prostituto a ore. L’articolo è un capolavoro di “informazione” all’italiana, di mezze verità e di giri di parole.

L’accusatore è Salvatore Costa, un ventiquattrenne che, buttato fuori di casa a quattordici anni, fu accolto dai preti; poi mise su famiglia, cominciò a guadagnare prostituendosi con uomini e per arrotondare ricattò questi preti. Quando fu arrestato per estorsione, rispose con le accuse di essere stato violentato da due preti sin da ragazzo, giustificando così anche la propria asocialità.

I primi tre paragrafi sono dedicati a buttare fango sull’accusatore (che peraltro, oggettivamente, deve essere un tipo poco raccomandabile): se ne scrivono di tutti i colori, cioé che si contraddice, che è un ricattatore professionista, che sembra uscire dai Miserabili di Victor Hugo, che è un irresponsabile e un questuante regolare. Probabilmente è tutto vero, ma in mezzo a questo viene nascosta la seguente, splendida frase, abilmente interrotta da un punto a capo:

Circostanze che hanno reso incerto che allora Costa fosse, in ogni caso, ancora minorenne. La procura non ha ritenuto di chiederne il processo anche per calunnia. E pure questo è un fatto significativo.

Vuol dire che Costa non è stato ritenuto sufficientemente credibile perché l’inchiesta nei confronti dei sacerdoti procedesse.”

In pratica, si dice, cercando di non farlo notare, che una delle ragioni per l’archiviazione è che non si è certi del fatto che gli eventuali rapporti siano avvenuti quando l’accusatore era ancora minorenne e costituiscano quindi un reato, visto che, in sé, la prostituzione omosessuale tra maggiorenni consenzienti è assolutamente legale. Insomma, scagionati, archiviati, ma non è detto che sia perché i rapporti sessuali in questione non siano mai avvenuti: l’articolo non ce lo dice.

In più, si dice anche un’altra cosa: che Costa non è stato denunciato per calunnia, e questo “è un fatto significativo”. Perché? Beh, perché se le sue accuse fossero state palesemente false, allora egli sarebbe incorso nel reato di calunnia, che avviene quando qualcuno davanti ai giudici “incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato” (art. 368 del codice penale). Se non c’è stato nemmeno il dubbio della calunnia, vuol dire che certamente Costa non ha inventato niente, che le cose che ha raccontato di aver vissuto sono vere; se mai, non costituiscono reato.

E invece, cosa scrive l’articolo? L’esatto opposto: “vuol dire che Costa non è stato ritenuto sufficientemente credibile”! Io ci ho pensato un po’, e poi ho capito: quel “vuol dire”, grazie al punto a capo, non è riferito alla frase precedente, ma a tutto il paragrafo, che racconta dell’archiviazione: quindi “l’archiviazione vuol dire”, mentre cosa voglia dire la mancata denuncia per calunnia non ce lo spiegano. Eppure, messo così, è fatto ad arte in modo da confondere le idee a proposito della mancata denuncia.

Se continuate a leggere, infatti, cominciate a scoprire alcune cosette che l’articolista non può non dirvi. Si parte dal primo prete, che ha ammesso “qualche abbraccio e carezza”, e subito si precisa che la cosa è confermata dall’accusatore e che non si è mai andati oltre; seguono poi due parametri per dimostrare che, comunque, la Chiesa ha già punito abbastanza quegli abbracci.

Del secondo, l’ex economo del Valsalice, ci dicono per prima cosa che è stato già trasferito a Roma, sempre per mettere bene in chiaro che il Vaticano non tollera queste devianze (da cosa, poi?). Solo dopo, stabilita la scomunica, ci spiegano che il sacerdote ha dichiarato apertamente di essere gay e di frequentare regolarmente prostituti a pagamento, ovviamente adulti. Ci dicono chiaramente che non è reato (strano, visto come i giornali trattano normalmente i gay, facendo sembrare reato anche solo girare senza maglietta su un carro allegorico) e che il fatto che abbia dato soldi e trovato lavoro a Costa “non vuol dire nulla” e non prova che ci sia mai andato a letto. A me, peraltro, questo prete che ammette le cose sta già simpatico, effettivamente non commette reati e perlomeno ha il coraggio di vivere la propria sessualità: in un ambiente pieno di sessuofobi non deve essere facile.

L’ultimo prete è quello che avrebbe violentato Costa da ragazzo; la procura ha indagato “con scrupolo” e ha provato che le date non tornano, e il prete non era a Moncalieri quando diceva Costa. Ovviamente non ci viene detto se sia che la violenza non è mai avvenuta, oppure che Costa ha indicato il prete sbagliato e non si sa chi sia quello vero.

Comunque, tutto a posto? No, perché proprio a questo punto, quando la maggior parte dei lettori ha già smesso di leggere da un pezzo, arrivano le ultime due righe, riferite a questo prete: “Nel suo computer erano passate immagini pedopornografiche. Un’accusa in più, anch’essa da archiviare: «Non è pacifico che la sola visione integri il reato».”

Scusa? Chiaro che qualcosa bisognava dire: tutti i giornali avevano messo in risalto, all’epoca, il reperimento di immagini pedofile sul PC di questo prete. E quindi, che ci dice La Stampa? Che era solo “un’accusa in più” (in mezzo a tutti i vaneggiamenti ricattatori di questo ragazzo, che però non sono calunniosi) e che era da archiviare perché… sì, il prete aveva l’hard disk pieno di immagini pedopornografiche, e le guardava regolarmente, immagino seduto sul divano fumandosi un sigaro, così per passatempo. Ma “non è pacifico” che il fatto di possedere e guardare immagini pedopornografiche sia un reato.

Alla buon’ora: personalmente, sono perfettamente d’accordo che guardare una immagine, di qualsiasi genere essa sia, non dovrebbe essere reato. Ma siamo nel Paese dove la Polizia Postale, mediante un semplice fax, può ordinare a tutti i provider di censurare un sito che non dico mostri queste immagini, ma addirittura parli della pedopornografia in termini non esclusivamente censori; nel Paese dove il semplice fatto che una bambina di pochi anni contragga una malattia sessuale simile a quella del padre è sufficiente per spezzare la famiglia, mandare madre e bimba in comunità e mettere lui sotto processo, anche se poi dopo anni si scopre che era soltanto colpa di un asciugamano condiviso. E poi mi venite a dire che potrei riempirmi il computer di pedofilia e pure guardarla regolarmente senza commettere alcun reato? Me lo segno, e la prossima volta lo dico a Vulpiani

Il problema della pedofilia è ovviamente gravissimo, ma attorno ad esso c’è una chiara isteria, fomentata da persone che “amano” i bambini (in genere senza averne) così come altri “amano” i cani, la Madonna, Ronaldinho, Tiziano Ferro o qualsiasi altra persona o categoria possa diventare un oggetto d’amore lontano, idealizzabile e privo di volontà indipendente, tale da soddisfare il nostro senso di incompletezza. Tuttavia, quando si passa a parlare di preti – e di preti pedofili, nonostante i media ne parlino il meno possibile, ne saltano fuori continuamente – magicamente tutto questo non è più un problema; anzi, bisogna essere comprensivi e garantisti ad oltranza.

Per fortuna, la Chiesa Cattolica è ben più di questo (tra l’altro colgo l’occasione per segnalare il blog di don Piero Gallo, che meriterebbe maggior seguito), ma si caccia nei guai da sola, con questo persistere nell’ignorare il naturale istinto sessuale dei propri membri; e se i preti non possono sfogarlo, come tutti gli altri, con una compagna o con un compagno adulto, finiranno necessariamente per sfogarlo con chi gli capita a tiro, partendo dai bambini dell’oratorio.

Personalmente, ai preti presunti santi che secondo la favoletta vivono cinquant’anni in castità grazie alla superiore forza della fede nel Signore, preferisco i preti boh come il secondo di cui sopra, che sopportando la vergogna e la discriminazione sul proprio posto di lavoro hanno il coraggio di vivere la propria sessualità. A questo punto, però, è davvero ora di chiedersi quando la Chiesa smetterà di produrre pedofili, omosessuali repressi e omofobi deviati; perché poi le conseguenze ricadono su tutta la società.

[tags]chiesa, cattolicesimo, preti, pedofilia, pedopornografia, omosessualità, repressione, sesso, polizia postale, prostituzione, informazione, la stampa, torino[/tags]

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9 commenti a “Lascia stare i boh”

  1. D# AKA BlindWolf:

    “Visto che oggi è sabato e non ci legge nessuno”: mica tanto, in questo fine settimana hai ricevuto parecchi commenti sui post precedenti ;-)
    Ho apprezzato molto questo post, anche se l’articolo del La Stampa lascia una domanda in sospeso: c’è un procedimento in atto per il possesso del materiale “illegale” in mano al prelato? Perchè anche se non prova lo stupro è comunque un reato che viene perseguito d’ufficio. E che per i comuni mortali sono previste aggravanti se l’imputato lavora a contatto con minori (insegnanti, allenatori di squadre giovanili, ecc.) o se ha fatto viaggi in particolari mete esotiche (Thailandia…) pur senza avere prove di abusi fisici.

    (personalmente pur essendo contrario a qualcunque abuso su minori, inclusa ovviamente la produzione di materiale pornografico, trovo anch’io che nella lotta alla pedopornografia ci siano dei casi di caccia alle streghe, come sto discutendo sul blog di .mau.: http://xmau.com/notiziole/arch/200812/005105.html )

    Ultima annotazione: i preti cattolici fino al 1200 circa potevano sposarsi. Non penso che il sacramento dell’Ordine generi mostri ma che, al contrario, alcune persone frustrate sessualmente prendano i voti sperando di riuscire ad esorcizzare i propri demoni. Io sono agnostico-razionalista, ma se veramente esistesse il Dio dei cristiani il sesso l’avrebbe inventato lui (e, come direbbe la Genesi, “vide che era cosa buona e giusta”); il cattolicesimo attuale vede invece il sesso come un tabù a causa probabilmente di qualche decisione papale o conciliare ormai non sconfessabile e generata da qualche sessuofobo.

  2. vb:

    Dall’articolo, parrebbe che il prete sia stato scagionato anche per le immagini sul PC, perché secondo gli inquirenti possedere e guardare immagini pedofile non è automaticamente reato.

  3. Piero:

    I piedi di Pietro sono sporchi e vanno lavati ogni tanto.
    Pediluvio = lavanda dei piedi.
    Pedofilia = amore per i bambini.
    Gesù amava i bambini e li accarezzava e nessuno si scandalizzava. Ora c’è il rischio che se un sacerdote accarezza un bambino, venga visto male.
    La vicenda comunque dimostra che c’è sporcizia nella Chiesa di Pietro e se Gesù ci ha insegnato a lavarci i piedi gli uni gli altri, un motivo di verità ci sarà pure.

  4. Elena:

    La decisione di mantenere il celibato e il nubilato delle persone che dedicano la propria esistenza alla vita monacale o sacerdotale è stata presa nel medioevo, da Gregorio VII magno, mi pare, ma concerne la trasformazione della visione teologica del corpo umano tanto maschile quanto femminile da fisico (leggi: carne) in corpo mistico.
    Le diverse (ce n’è stata più d’una) riforme protestanti da Martin Lutero in avanti hanno contestato questa visione mistica tanto sotto il profilo teologico, quanto nei fatti, per l’appunto i pastori delle chiese protestanti possono sposarsi.
    per chi volesse approndire l’argomento che ha risvolti non solo religiosi inerenti alla morale sessuale dei preti, ma anche sociologici per capire come mai “noi” cattolici abbiamo così radicati certi tabù, suggerisco la lettura di un testo di Scaraffia-Pelaja “Due in una carne. Chiesa e sessualità nella storia” edito da Laterza. Saggio veramente interessante!

  5. francesca:

    quando ho studiato il medioevo all’università francese mi hanno insegnato che la decisione di istituire il celibato per i preti cattolici è stata dattata da ragioni puramente materiali. Vale a dire che la chiesa riceveva fior di donazioni dai ricchi che desideravano ingraziarsi la benevolenza del Creatore, ma i beneficiari di tali donazioni, materialmente, erano gli abati. Quando gli abati mettevano al mondo figli, si venivano a creare contenziosi a non finire per l’attribuzione dell’eredità. Per porre fine alla questione, è stato deciso che i preti non potevano sposarsi. Così ogni eventuale discendenza, in qualità di discendenza bastarda, non aveva nessun diritto da avanzare sull’eredità e il potere temporale della chiesa non aveva da temere nulla da questo lato.
    In origne quindi si trattava soltanto di una questione pratica, successivamente trasfusa nelle motivazioni che ancora tengono banco ai giorni nostri.
    D’altra parte i preti cattolici sono gli unici votati alla castità fra tutti i cristiani. I preti ortodossi, per esempio, che non riconoscono il potere del papa, mettono su allegramente famiglia in nome di Dio. Gli ortodossi non riconoscono il potere del papa perché Gesù Cristo, che ci è pure morto sulla croce per difendere l’idea, ha affermato che il suo regno non è di questo mondo, mentre quando si sono scissi dai cattolici il papa se ne stava costruendo uno che oggi lo farebbe rigirare nella tomba se non fosse risorto!!!

  6. .mau.:

    a me avevano insegnato che il celibato era comodo per il re che poteva creare come vassalli valvassori valvassini gli abati sapendo che alla loro morte il feudo ritornva a lui, e che per gli ortodossi una persona sposata può diventare pope ma un pope non può sposarsi in seguito (poi ci sono i monaci, ma quella è un’altra storia).
    Concordo comunque che è una norma puramente pratico-burocratica, tanto che i preti cattolici di rito greco (e gli anglicani che ai tempi in cui la chiesa anglicana decise a favore dell’ordinazione femminile passarono alla chiesa cattolica) possono essere sposati.

  7. Elena:

    La bellezza dello studio e della ricerca è che ci possono essere molte teorie e/o congetture su di un fatto, e comunque ciascun discente può decidere di condividere quella piuttosto che questa, tutto sta dalle argomentazioni portate a supporto, dall’approfondimento sulle fonti, dalla esaustività delle spiegazioni etc etc
    Del resto ricordo che lo scisma tra la chiesa di Roma e quella ortodossa (cioè quella che si autoriferisce quale “vera chiesa”) venne fatta sulla base della iconoclastia dei cristiani orientali.

    Interessante la spiegazione di diritto successorio sulla nascita del divieto dei religiosi di sposarsi, ma non la trovo così esaustiva, del resto lo stesso problema di divisioni ereditarie si sarebbe dovuto porre per i cristiani, preti e monaci, di altre confessioni, ma non sembrerebbe aver provocato le medesime questioni ovvero le medesime conseguenze. Quindi mi chiedo se la ragione sia veramente quella.
    Tuttavia,a me questa teoria del corpo mistico affascina moltissimo e la troverei anche condivisibile, ma non vi rivelo perchè, altrimenti vi svelo il bello del libro sopra suggerito :P

  8. raccoss:

    Con legge del 2006 il possesso “consapevole” di immagini pedopornografiche è reato.

    Elena, prima di Lutero l’unica altra confessione religiosa era quella ortodossa, ma i preti ortodossi non prendevano le decime, quindi le loro eredità non che fossero così appetibili.

  9. francesca:

    io in francia ho studiato la didattica delle lingue, non propriamente storia, quindi non sono in grado di sostenere un dibattito con argomentazioni storiche. Questa cosa dell’eredità degli abati però me la ricordo bene, perché mi aveva colpito il fatto che in un paese un po’ più libero dall’influenza del vaticano questo genere di insegnamento potesse fluire con tanta coerenza (avete visto come ha reagito la chiesa oggi quando Fini ha osato affermare che non hanno fatto abbastanza per ostacolare lo sterminio degli ebrei?).
    Il fatto, invece, che la chiesa ortodossa abbia deciso di non riconoscere il potere del papa perché si stava creando un regno su questo mondo l’ho letto nei monasteri delle meteore, in un libro che mi dispiace di non aver comprato. non conosco bene la religione ortodossa, so soltanto che in quei monasteri e tra quei fedeli si respira un’aria di sacralità rispettosa che non ho mai sentito nelle nostre chiese (non è che ne frequenti, intendiamoci, ma ne ho frequentate abbastanza da bambina) o tra i nostri sedicenti “fedeli”.
    Il celibato è probabilmente una norma pratico-burocratica, ma il vero problema, anche nella questione mostruosa della pedofilia di cui continuano a far parlare innumerevoli preti, resta il potere “temporale” della chiesa. La chiesa cattolica continua a farsi portavoce della parola divina per dirigere una società che le consenta di accumulare potere a dismisura.
    quando è tornata in ballo la questione dell’aborto gad lerner ha fatto notare ad un anti-abortista che i gesuiti, quando la peste decimava la popolazione, avevano proposto di poter concedere il battesimo ai feti nati morti a causa della peste, perché anche quei poveri innocenti potessero guadagnarsi il regno dei cieli. La risposta della chiesa era stata che finché non c’era viabilità alla vita non c’era anima. Ecco, se lo fai notare ad un “fedele” anti- abortista ti risponde o che non è vero o che non importa perché quelli erano altri tempi….
    (elena, grazie per la segnalazione del libro. cercherò di leggerlo quanto prima)

 
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