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martedì 30 Dicembre 2008, 14:57

Per quel che può valere

Per quel che può valere – detto che in una situazione del genere hanno torto entrambi e che comunque è difficile immaginare nel breve termine una qualsiasi forma di pace non caratterizzata da muri alti alti – ci tengo a specificare che secondo me, nelle vicende specifiche di questi ultimi giorni, ha decisamente ragione Israele.

[tags]israele, palestina, guerra, vorrei vedere te se il tuo vicino di casa ti tirasse tutti i giorni per anni qualche razzo nel soggiorno di casa[/tags]

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9 commenti a “Per quel che può valere”

  1. Fabrizio:

    I muri costruiti dagli uomini sono fatti apposta perché vivaddio, altri uomini, li abbattano. A mio personale avviso per misurare un torto o una ragione in seno a un conflitto (qualsiasi conflitto) occorre prima di tutto sapere, poi maturare e infine attendere dieci anni. Poi, con molta calma, ne riparleremo. Buon Anno VB

  2. for those...:

    nel diritto italiano c’è un reato che si chiama “eccesso di difesa”. In quello internazionale non so. In quello israeliano deduco di no.

    P.S. dite che augurare a tutti un buon 2009 è azzardato? ;-)

  3. vb:

    Come dicevo, in senso generale è impossibile attribuire torti e ragioni o ricostruire una faida che data letteralmente a tempi biblici: hanno torto entrambi. Nello specifico, però, mi ha dato fastidio l’evidente assunto da parte di buona parte degli italiani (politici compresi) che i palestinesi abbiano tutto il diritto di lavorare contro la pace e di sparare razzi e bombette, mentre gli israeliani debbano solo subire all’infinito e seppellire in silenzio i propri morti. Alla fine c’è un momento in cui qualsiasi essere umano, a torto o ragione che sia, non può che dire basta e reagire, e a quel punto sindacare pure sull’intensità della violenza mi sembra ingeneroso: chi è causa del suo mal, pianga i propri morti, sapendo che in situazioni di guerra è impossibile che non ci vadano di mezzo donne e bambini (e se la televisione propone le “guerre chirurgiche” è solo perché ti sta prendendo per i fondelli).

  4. roberto celani:

    Fino a quando ci sarà qualcuno che dirà “ha ragione Israele” o “hanno ragione i palestinesi” la guerra rimarrà tale.
    Perchè è il frutto di tali e tanti torti subiti da entrambe le parti da risultare una matassa inestricabile all’occhio cinico di chi non è pronto ad archiviare il passato in nome di un comune futuro.

    Nel frattempo noi insieme con il resto del mondo dimentico delle proprie storiche responsabilità stiamo alla finestra…

    Gli auguri non servono a nulla se non lavoriamo anche con le parole e gli sguardi a costruire la pace.

  5. Mir:

    Il problema non si pone, poiche’ il ciclo seguente si ripetera’ all’infinito finche’ non saranno le popolazioni a ribellarsi ai vari leader guerrafondai da una parte e dall’altra e a sbatterli “fuori” a calcioni (come dovremmo fare noi in Italia con la meta’ circa dei nostri parlamentari, e con la meta’ circa della popolazione italiana, e rieducare cio’ che rimane all’osservanza delle regole di minima civilta’, altruismo e solidarieta’, con corsi di educazione civica tipo quelli della patente a punti; propongo una tessera che, quanto piu’ un individuo e’ civile, piu’ puo’ godere di sconti e agevolazioni in strutture pubbliche).
    In sintesi :
    1) I palestinesi iniziano a lanciare razzi e le bombette (i famosi missili (S)KASSAM che non elimineranno mai Israele, ma sempre lo faranno incazzare)
    2) Israele incassa, ma poi s’incazza, e reagisce oltre misura come sempre, poiche’ vorrei vedere voi quando siete incazzati come si deve il lavoro lo finite bene, o no?
    3) La comunita’ internazionale s’inalbera indignata per fermare il “genocidio”, con tanto di schieramenti di no-global coi palestinesi, e di “fascisti” (chiamiamoli cosi’ anche se ormai questo termine contiene talmente tante altre entita’ e forse persino me, ed e’ obsoleto) con Israele.
    4) Dopo qualche centinaio (o migliaio, ma per noi comunita’ internazionale farebbe lo stesso, la nostra vita quotidiana continua tel-kel!) di morti ammazzati, si fa strada una soluzione diplomatica, ma solo perche’ una delle due parti deve riorganizzarsi o ha terminato le operazioni che riteneva opportune (pulizia).
    5) Si apre un periodo di “pace”.
    6) -> Al punto 1)

    Naturalmente tutto il ciclo puo’ iniziare con una azione di Israele nei territori, ma il succo non cambia.
    Ecco. Forse per qualcuno saranno un mare di cavolate, ma io la vedo cosi’ e tutto il resto per me e’ fuffa.

  6. simonecaldana:

    “ribellarsi ai vari leader guerrafondai” … “sbatterli “fuori” a calcioni”

    “sbattere fuori” … “solidarietà”
    “minima civiltà” … ” reagisce oltre misura come sempre, poiche’ vorrei vedere voi”

    Tu hai grossa crisi.

  7. Mir:

    @sc: mmmh, dici? Puo’ darsi, pero’ la vedo cosi’. Tu come lo vedi? No, eh!? Continuare con le bombette e gli (s)kassam?

  8. for those...:

    Beh,se decidiamo di accettare questo http://snipurl.com/9oeh0
    è ovvio che, se ti girano i cosiddetti, è giusto annientare una popolazione intera.
    E no, non sto dando ragione a chi tira i razzi.
    Nonostante siano passati anni ho ancora vivo il ricordo di un ceffone preso perché dicevo che chi mette bombe ha torto a prescindere dal motivo per cui le mette.

  9. simonecaldana:

    @Mir: non stavo parlando del conflitto, sul quale ho un solo commento: se i due contendenti non avessero amici potenti il mondo (occidentale) se ne fregherebbe, perche’ il problema di quel conflitto e’ _SOLTANTO_ il pericolo che scali e coinvolga varie potenze. Confronta le varie guerre “tribali” in Africa.

 
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