Vergogna e diritti
Oggi è giorno di partita e, sui forum granata, è scoppiato il “caso vergogna”.
Il caso è nato quando in settimana i gruppi della curva Primavera, dopo la deludente prestazione di sabato scorso a Genova, hanno chiesto il permesso di esporre il seguente chilometrico striscione: “Quarti d’ora, maniche rimboccate, pugni chiusi, sedie alzate al cielo, la nostra gloria… voi la nostra vergogna!â€.
Personalmente vado controcorrente e aggiungo che non condivido lo striscione: non c’è nulla di vergognoso nel perdere, anche male. La vergogna, questa sì, può esservi quando questi ragazzotti plurimiliardari fanno i capricci, saltano gli allenamenti, fanno la fronda all’allenatore, finiscono vittima delle proprie bravate, scommettono sulle proprie partite, smettono di giocare per essere venduti a una squadra che gli aggrada di più (e queste cose nel calcio sono comunissime). La vergogna, più ancora, è istruire la propria squadra a fare continue sceneggiate in campo per perdere tempo, è pagare i giocatori quindici milioni di euro l’anno, è finire in serie B per illecito sportivo (e per fortuna queste cose al Toro non si sono ancora viste).
Nel caso si perda perché si è semplicemente scarsi, non vedo vergogna; né si può pretendere che una squadra come il Toro di questi anni non infili in una stagione parecchie brutte sconfitte, o indignarsi per esse. Al contrario, forse iniettare un po’ di fiducia nell’ambiente potrebbe rivelarsi più utile.
La vergogna maggiore, però, è il motivo per cui quello striscione non si farà . Le attuali regole prevedono che tutte le bandiere e tutti gli striscioni non minuscoli debbano essere sottoposti con una settimana d’anticipo a una doppia approvazione: quella della Questura della città dove si svolge la partita, e quella della società ospitante.
In pratica, qualsiasi richiesta che contenga una qualsiasi espressione di opinione, anche se priva di insulti e di riferimenti violenti, viene regolarmente respinta. In questo caso, poi, la bocciatura non è stata imposta dalla Questura, ma (pare) dallo stesso Torino FC, per impedire la contestazione. Come dicevo, penso anch’io che esporre quello striscione sarebbe stato un errore; ma che senso ha che i contestati possano vetare la contestazione dei tifosi?
Lo stadio di calcio ormai è un luogo speciale, dove tutti i diritti civili sono sospesi a prescindere. Il principio base dello Stato di diritto – che ognuno è innocente fino a prova contraria – viene ribaltato solo per i tifosi, che per entrare devono identificarsi, farsi perquisire in ogni modo e dimostrare di non avere cattive intenzioni. Alle volte non basta: già vi parlai del Sampdoria-Torino del febbraio 2001 (ben prima della morte di Raciti) in cui, in risposta alle intemperanze di un gruppetto, tutti gli oltre mille tifosi furono trattenuti dentro lo stadio fino all’una di notte, identificati, fotografati, e successivamente almeno cinquecento di loro, scelti non si sa come, vennero diffidati, compresi donne e anziani che sicuramente non c’entravano niente. Alcuni di questi, solo per aver assistito a una partita senza fare niente di male, ebbero problemi sul lavoro, furono rifiutati come volontari per le Olimpiadi, furono fermati e rifermati e trattenuti per controlli in ogni occasione successiva.
C’è chi sostiene che, per la Questura di Genova, quel Sampdoria-Torino fu una prova tecnica per il G8, che si sarebbe tenuto di lì a pochi mesi. Infatti, gli ultras sono una minoranza che contiene numerosi violenti e che aggrega in certe città (Napoli in primis) tutta la feccia delle periferie, ma che è stata criminalizzata a tal punto da essere perfetta per le prove di repressione e di regime; repressione che viene poi applicata tale e quale a tante altre forme di dissenso, alle tante manifestazioni di piazza sgradite al potere (dai No Tav agli studenti in piazza Navona pochi mesi fa). Ed è inquietante la totale somiglianza tra la morte di Carlo Giuliani e quella di Gabriele Sandri; l’agente Spaccarotella che uccise Sandri, stando alle testimonianze dei presenti e in particolare di una turista giapponese, si fermò, prese la mira e sparò ad altezza nuca attraverso l’autostrada; e se Giuliani era nel mezzo di un tafferuglio, quando Sandri fu colpito stava andando via, e tutto si era calmato. Quanto in questi casi c’è di iniziativa personale, e quanto c’è di forze dell’ordine sovreccitate e gasate per cultura o per scelta dei propri superiori?
Frequentare gli stadi, specie in trasferta, fa bene: ti apre un mondo, ti aiuta a capire che non è tutto bianco o tutto nero, che sia tra gli ultras che tra i poliziotti ci sono brave persone e persone meno brave, gente tranquilla e gente violenta, alcuni comprensivi e altri prepotenti, alcuni altruisti e altri egoisti; e che l’antipatia che molti portano per le forze dell’ordine non si basa su rifiuti ideologici o sulla propensione a delinquere, ma su episodi di discriminazione o di violenza subiti senza motivo, per aver incontrato il poliziotto sbagliato.
Del resto, sarebbe possibile eliminare la violenza nel calcio con qualche azione mirata alle poche persone che ancora la praticano, proprio come si potrebbe fare molto contro la criminalità legata all’immigrazione con interventi mirati e pene severe; ma è più conveniente non farlo, per alimentare nell’italiano medio un clima di paura, che poi giustifica ulteriori manganelli e ulteriori criminalizzazioni, finalizzate alla conservazione del potere, e che in futuro potrebbero venire dirette anche contro di noi. Tutte le volte che ci viene istintivo auspicare cariche e repressioni, è bene che questo pensiero ci venga in mente.
[tags]censura, diritti civili, calcio, ultras, immigrazione, violenza, polizia, repressione[/tags]
18 Gennaio 2009, 13:06
Due considerazioni sulla parte “calcistica” del post:
1) la squadra non è così scarsa. Ma gioca completamente svogliata. Un po’ di pepe sul sedere non farebbe male. Non pretendo che quei ragazzotti si trasformino in Cravero, Martin Vazquez, Pulici, Zaccarelli, Mussi o Lentini. Ma, se ti pagano, almeno corri.
2) anni fa (’88 se non sbaglio) ho visto al Comunale un Torino-Napoli, e la cosa che mi aveva impressionato era che i tifosi del Napoli erano civilissimi (non so se oggi le cose sono cambiate). Specialmente se confrontati con quelli del Verona che avevo visto pochi mesi prima.
Per quanto riguarda la parte “sociale”:
1) volendo fare un po’ di dietrologia: disincentivare la frequenza degli stadi (specialmente da parte dei tifosi moderati: gli ultras resistono molto meglio) stimola l’acquisto di abbonamenti alle tv a pagamento. Chissà a chi giova tutto ciò…
2) la “tolleranza zero” al medioman piace. Perchè nei comunicati stampa del governo o delle forze dell’ordine legge che “l’operazione è stata un successo”, perchè i mezzi di comunicazione dipingono gli accusati come dei pericolosi criminali. Medioman quindi crede che siccome lui è onesto non gli potrà mai capitare niente del genere. Ma si sbaglia…
19 Gennaio 2009, 09:53
Di solito, quando scrivi di calcio, non sono mai d’accordo con te. Stavolta però te l’appoggio al 100%.
Noto che ultimamente però mi stai virando alla contestazione eversiva: prima i NoTAV, adesso mi parli di “prove di regime pre G8″… meno male che ti salvi con appoggi filo-israeliani, altrimenti potrei pensare che stai macchinando per colmare il vuoto di potere nell’estrema sinistra! :-)
P.S. completamente OT, ma oggi sul corriere (sì, lo so, è di Milano!) ci sono due articoli di Bernard Henri-Levi e di Lorenzo Cremonesi entrambi da Gaza. Uno dice che non c’è nessuna distruzione e l’altro che Gaza è stata rasa al suolo.
19 Gennaio 2009, 22:58
@for those: non la considero “estrema sinistra”. E’ contestazione dell’omologazione. Una volta la faceva la sinistra più o meno estrema (ma a volte anche la destra sociale), ma oggi non la fa più nessun partito ufficiale.
20 Gennaio 2009, 01:02
Che la violenza di pochi sia stata spesso presa a pretesto per giustificare repressione e svolte illiberali è scritto nella nostra storia. Tuttavia è bene ricordare che quando parliamo di ultrà non parliamo di associazioni filantropiche e pacifiche, ma di gruppi che hanno nei propri simboli, come nel proprio linguaggio e nei propri slogan, la violenza presente ad ogni livello. In un contesto simile la violenza non è la follia di pochi ma il naturale sbocco di una cultura violenta della quale il movimento ultrà è imbevuto. E’ vero che allo stadio si vive in una situazione estranea al normale stato di diritto ma questo è vero non solo per i controlli e le irregimentazioni che le autorità dispongono, ma soprattutto per il fatto che vi è un sostanziale controllo del territorio delle curve da parte dei gruppi ultrà . Nel momento in cui entri in una curva entri in un ghetto nel quale le normali regole di convivenza non valgono più, in cui qualcuno si arroga il diritto di dirti dove devi stare quando devi saltare e quando devi cantare. Se a teatro io mi mettessi a lanciare bengala dalla galleria sulla platea lo spettacolo sarebbe sospeso ed io sarei immediatamente arrestato, allo stadio invece ciò è tollerato almeno fintanto che non ci scappa il morto.
Hai ragione nel dire che le istituzioni non fanno molto per contrastare il tifo violento ma francamente ho l’impressione che gli avvocati difensori del tifo violento siano soprattutto i rappresentanti del carrozzone del calcio ai quali fa comodo avere coreografie colorate a basso costo, e poco male se ogni tanto devono aprire i cordoni della borsa per pagare le spese legali di qualche “tifoso”.
Mi sembra infine francamente più che azzardato accostare la morte di Gabriele Sandri agli eventi del G8. Il gesto dell’agente Spaccarotella fu probabilmente un’azione irresponsabile ma isolata, quella di Placanica fu un’azione altrettanto irresponsabile ma maturata in tre giorni nei quali le azioni irresponsabili, se non premeditatamente delinquenziali, furono tante e sistematiche al punto da far pensare che non fossero solo il prodotto di singole “mele marce” ma che ci fosse una strategia complessiva maturata in ambienti deviati dello Stato. E sinceramente non penso che gli “ambienti deviati dello Stato” si occupino molto del Campionato di Calcio…
30 Gennaio 2009, 15:26
giusto per parlare un po’ del Toro…
31 Gennaio 2009, 13:47
@.mau.: la nota che hai linkato è satira ed in quanto tale la apprezzo (d’altra parte condivido la maggior parte dei suoi contenuti…), tuttavia sono rimasto perplesso da alcune battute razziste piuttosto gratuite (Džemaili che fa il pappone, i giocatori di origine africana che mangiano banane ed il sinti Vailatti – che ora è a Livorno – che ruba. Fortunatamente non c’era becerume simile nelle “giornate tipo” equivalenti di Milan ed Inter a proposito di Pirlo ed Ibrahimovic.)