E ora il cemento dove lo metto?
Ieri sera ho sentito un commento molto vero: “Un anno fa predicavamo la decrescita e ci guardavano come pazzi, ora la decrescita purtroppo è la realtà delle cose”.
E così, anche i giornali ufficiali cominciano a dover scrivere cose come questa: che il traffico sulla direttrice del Frejus, anziché aumentare, è calato del 25%. Certo, non si dice che questo calo sarà strutturale: naturalmente è solo un momento di crisi, perché la ripresa è lì, nel 2009, massimo nel 2010, anzi no forse sarà il 2011, comunque arriverà e allora dovremo essere pronti con nuove megastrade, nuovi ipercentricommerciali, nuovi spazioporti.
Peccato che il traffico sul Frejus, gonfiato a inizio decennio solo perché il traforo del Monte Bianco era chiuso dopo il disastro del 1999, sia ora ai livelli degli anni ’70: altro che l’aumento percentuale annuo a doppia cifra che era necessario e previsto per giustificare la Tav Torino-Lione e le altre opere.
Eppure, imperterriti vanno avanti: facciamo il secondo traforo stradale del Frejus (la “canna di sicurezza” che però alcuni vorrebbero grande come una strada a doppia corsia meno un pochino, in modo che poi in corso d’opera si possa dire “già che ci siamo, allarghiamola ancora un po’ e raddoppiamo il traforo”) e naturalmente facciamo il tunnel ferroviario di 54 chilometri sotto le Alpi, che per soli 10 miliardi di euro ci permetterà di risparmiare mezz’ora sul trasporto dei milioni di auto che la Fiat produrrà in Italia (ah ah) ed esporterà in Francia e Spagna (ah ah ah); certo, la linea attuale, con tutti i suoi limiti, ha ancora ampi spazi liberi per nuovi treni merci, ma… poi quando tornerà la crescita che faremo?
Sarà … io continuo a pensare che più tardi decideremo che la crescita (ossia il consumo esponenzialmente crescente delle risorse disponibili e della ricchezza che già abbiamo per nuovi progetti) non è più la strada per produrre ricchezza e posti di lavoro e più tardi la nostra crisi finirà .
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