Il ritorno delle mortadelle viventi
Ieri sera per caso avevo il televisore acceso su RaiTre quando, da Fazio, è rispuntato il faccione del Mortadella: Romano Prodi in persona. Ecco, ve lo dico perché in quel momento ho provato una sensazione insieme di orrore e di ridicolo; un po’ come davanti a quei film in cui il protagonista alla fine muore di morte orribile e incontestabile, tipo sciolto nel magma fumante di un’acciaieria, ma poi dieci anni dopo ricompare a sorpresa all’inizio di un nuovo sequel, solo perché deve candidarsi a governatore della California.
Il tutto è stato reso ancora più ridicolo dall’intervista sdraiata di Fazio: prima Prodi si è vantato di aver speso un anno a girare per il mondo per conoscerlo meglio (adesso pare sappia persino dire in inglese come si chiama), e naturalmente Fazio non gli ha mica fatto l’unica domanda ovvia, cioé se i suoi viaggi li stiamo pagando noi. Poi, per quasi cinque minuti, si è svolto un dialogo completamente surreale a proposito del tesseramento del PD: e se Prodi aveva preso la tessera prima, e se l’aveva presa ora, e se non la voleva perché ce l’aveva con Veltroni, finché Prodi non ha fornito una spiegazione chiara e logica: ho ordinato la tessera tanto tempo fa, ma ci hanno messo del tempo a stamparla per cui l’ho ritirata solo adesso. E noi impotenti davanti al televisore a pensare che, con l’Italia che affonda e le fabbriche che chiudono, ma che ce ne frega della tessera del PD di Prodi?
Insomma, poi Prodi si è pure messo a piagnucolare che il suo governo è stato ucciso per un complotto dai poteri forti, che però si poteva benissimo andare avanti, che la sua politica era perfetta e stavano facendo grandi cose… lì non ce l’ho più fatta e ho smesso di guardare, con la neanche troppo sottile sensazione che si divertano a prenderci per il culo.
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