Passando alla cassa
Oggi vi racconto una scena a cui ho assistito personalmente, e che mi ha fatto venire molti dubbi.
Venerdì pomeriggio, Lidl di via Borgo Ticino, dietro piazza Rebaudengo. Siamo in coda per pagare, e subito davanti a noi ci sono tre rom del vicino campo nomadi: un adulto di 35-40 anni, un bambino di una dozzina e un bimbetto di un paio, seduto dentro il carrello; davanti a loro c’è una signora italiana di mezz’età . Mentre è il turno della signora, la cassiera vede il bimbo piccolo e comincia a sorridergli, e così lei e la signora italiana si mettono a parlare col padre di bambini, e quanto è bello averli, e la cassiera si lamenta che è difficile, e il rom scherza che “è il marito che non funziona”; a un certo punto la cassiera, battendo i primi pezzi della grossa spesa dei rom, compresa roba da bambini, dice “sì però quanto costa mantenerli!”.
A quel punto il padre risponde così: “Eh non dirlo, sai a noi ci danno solo trecento euro al mese per ogni bambino, io ne ho fatti cinque ma con millecinquecento euro al mese è difficile pagare tutto…”. Attimo di stupore, a quel punto il padre aggiunge “Ma tanto li danno anche a voi no?”, e la cassiera basita risponde che no, che a lei risulta che il Comune dia mille euro una tantum, solo per il primo bambino, anzi forse “a mia cognata l’hanno dato solo se faceva il secondo”. Percependo un po’ di sconcerto, il signore rom aggiunge che “Però è solo la mia zona… Infatti nella mia zona è difficile entrare, non fanno entrare più nessuno… ma poi bisogna vedere…”.
La signora di mezza età , che ha finito di insacchettare la sua spesa, a quel punto sbotta e con tono secco dice che lei voleva tanto avere due figli, ma ne ha fatto uno solo perché non poteva permettersi il secondo, e che gli italiani i figli se li pagano da soli e non li aiuta nessuno. Il rom allora fa piena marcia indietro e dice che no, era uno scherzo, anche a loro nessuno dà niente; anzi, questa voce che i rom ricevono soldi e sovvenzioni è una cattiveria, messa in giro apposta perché tutti ce l’hanno con gli zingari. Quindi paga con una banconota da cinquanta euro (che la cassiera per prima cosa infila nel verificatore per controllare che non sia falsa), infila tutta la spesa di corsa nel carrello ed esce.
A quel punto, mentre passa la mia roba, la cassiera chiama il direttore e cambia totalmente tono; piuttosto incazzata, gli dice “Hai visto! Questi fanno i figli apposta e ricevono un sacco di soldi, millecinquecento euro al mese e poi hanno anche la faccia di venire qui a lamentarsi! Pazzesco!”.
Sarà vero? Sarà falso? A me, durante la campagna elettorale, ha fatto sorridere (ma anche preoccupare) sentire persone che ci approcciavano per lamentarsi che “agli extracomunitari danno gratis pure la tessera della piscina”. Però, dopo aver sentito tutto questo con le mie orecchie sono piuttosto sconcertato; è noto che le bollette dell’elettricità e dell’acqua dei campi nomadi sono da sempre pagate dai contribuenti torinesi, anche se ad intermittenza esce la notizia che vogliono cominciare a fargliele pagare, senza mai riuscirci; ma all’idea che gli diano pure dei bei soldi in mano – direttamente dalle casse comunali, o più facilmente sovvenzionando con fondi pubblici qualche pia associazione senza scopo di lucro che si tiene un bel compenso e gli passa il resto – onestamente non vorrei proprio credere. Eppure l’hanno detto loro…
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