Sky
Vittorio vb Bertola
Fasendse vëdde an sla Ragnà dal 1995

Dum 5 - 5:58
Cerea, përson-a sconòssua!
Italiano English Piemonteis
chi i son
chi i son
guida al sit
guida al sit
neuve ant ël sit
neuve ant ël sit
licensa
licensa
contatame
contatame
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vej blog
vej blog
përsonal
papé
papé
fotografie
fotografie
video
video
musica
musica
atività
net governance
net governance
consej comunal
consej comunal
software
software
agiut
howto
howto
internet faq
internet faq
usenet e faq
usenet e faq
autre ròbe
ël piemonteis
ël piemonteis
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
vej programa
vej programa
travaj
consulense
consulense
conferense
conferense
treuvo travaj
treuvo travaj
angel dj'afé
angel dj'afé
sit e software
sit e software
menagé
login
login
tò vb
tò vb
registrassion
registrassion

Archivio per il giorno 12 Ottobre 2009


lunedì 12 Ottobre 2009, 10:31

Tout le monde est pays

A Ginevra, le elezioni cantonali di questa domenica sono state segnate dalla vittoria dell’MCG, che è quasi arrivato ad essere il primo partito. La particolarità è la natura di questo movimento: oltre a dichiararsi “nè di destra nè di sinistra” e a battere sul tasto della sicurezza, al grido di “basta frontalieri!” e “il lavoro ai ginevrini” esso si oppone alle migliaia di lavoratori francesi che attraversano ogni giorno il confine per andare a lavorare in Svizzera.

Naturalmente, senza i francesi l’economia ginevrina si fermerebbe: niente infermieri e niente commessi. Eppure, la concorrenza sul populismo si fa sempre più forte: anche un altro partito di destra ha cominciato a gridare contro il progetto di una ferrovia per i pendolari che faciliterebbe l’invasione della “marmaglia di Annemasse” (cittadina-dormitorio francese al confine con Ginevra).

Visto dall’esterno, è un discorso ridicolo: Ginevra è circondata dalla Francia su tre lati e sul quarto dal lago, rimanendo collegata alla Svizzera solo per una piccola striscia di terra sul lato settentrionale del Lemano. Anche volendo, non c’è fisicamente spazio per ospitare in città tutte le persone che gravitano economicamente sulla zona: la sua periferia si sviluppa dunque in Francia senza soluzione di continuità. A me capitò anni fa, per esempio, di alloggiare in un albergo costruito a servizio dell’aeroporto: l’aeroporto è in Svizzera, ma l’albergo era in Francia… Oltretutto, da quando anche la Svizzera (lo scorso dicembre) è entrata nello spazio Schengen sono spariti pure i controlli alla frontiera.

Il discorso sull’immigrazione è lungo e complesso, e io non sono certo tra quelli che vogliono frontiere aperte a chiunque senza limiti; in questo caso però il ridicolo sta nel voler considerare immigrati i vicini della porta accanto, solo per colpa di un confine risalente al Medioevo. Colpisce però come, in tempi di crisi, la mentalità del proprio orticello arrivi ad attaccarsi a qualsiasi appiglio, pur di permettere il rassicurante discorso secondo cui non siamo noi ad essere incapaci come collettività di mettere in piedi una economia funzionante e come singoli di trovare un lavoro ben pagato, ma è colpa di qualcun altro che ci invade e ci nega la ricchezza a cui pensiamo di avere diritto per nascita.

[tags]immigrazione, politica, ginevra, svizzera, francia, frontalieri, lavoro[/tags]

divider
 
Creative Commons License
Cost sit a l'è (C) 1995-2024 ëd Vittorio Bertola - Informassion sla privacy e sij cookies
Certidun drit riservà për la licensa Creative Commons Atribussion - Nen comersial - Condivide parej
Attribution Noncommercial Sharealike