Una notte di ordinaria follia
Pubblico abbastanza spesso qualche riassunto di ciò che accade in Valsusa, dato che ciò che scrivono i giornali è parziale e spesso edulcorato. Chi non è addentro alla vicenda della TAV, chi si limita a leggiucchiare i giornali, probabilmente penserà che sono impazzito anch’io e che sto diventando un estremista; la verità è che più si va avanti a rimuovere gli strati di menzogne e di coperture che pesano su tutta questa vicenda e più si sente l’esigenza impellente di far sapere agli altri ciò che accade davvero, mettendo insieme i tanti racconti individuali che trovate su Facebook, ormai l’unico media non censurato che abbiamo.
Questa signora è uno dei pericolosi black bloc anarco-insurrezionalisti che ieri hanno provocato violenze e sono stati giustamente puniti a manganellate (così dicono La Stampa e la polizia). E’ di Villarfocchiardo, nota base del terrorismo internazionale. Ieri, insieme ad alcune centinaia di persone, era scesa in corteo dall’autoporto di Susa fino al luogo del sondaggio di Coldimosso, avviato ieri nel modo che già abbiamo raccontato (ora c’è anche un video); prima per la strada, poi per i boschi, per aggirare il blocco della statale già effettuato dalla polizia (e non dai manifestanti).
Il corteo era stato deciso in assemblea, con lo scopo di bloccare i lavori pacificamente, mettendosi tutti attorno alla trivella. Verso le 19 però la manifestazione viene accolta da un cordone di polizia, che presto comincia a caricare. In Italia le “cariche di alleggerimento”, in genere, funzionano così: i poliziotti corrono tutti in avanti e aspettano che qualcuno cada o inciampi, poi lo isolano, lo tengono a terra e lo picchiano in cinque o in dieci. Ieri, oltre alla signora, è capitato a un ragazzo di Torino, Simone, che ora è in prognosi riservata; inizialmente temevano che rimanesse paralizzato alle gambe, ma pare che abbia avuto una emorragia cerebrale e sia per questo in pericolo di vita. Naturalmente i giornali parlano anche di “due poliziotti feriti” che però nessuno ha visto.
Dopo la carica c’è sempre un momento in cui torna la calma; in questo momento qualcuno racconta di essersi sfogato con i poliziotti chiedendo il perché di un simile trattamento, e che qualcuno dall’altra parte della barricata abbia gridato “lo conosciamo”. Simone è un anarchico torinese e si sa che gli anarchici a Torino sono in lotta da anni, con tanto di sfogo del prefetto sul fatto di non riuscire a trovare abbastanza prove per farli finire in galera. E’ possibile che qualcuno dei poliziotti o dei loro capi, nella confusione di ieri, si sia voluto prendere qualche rivincita su Simone e sulla magistratura “buonista”; e l’hanno quasi ammazzato.
Tornata la calma, i poliziotti hanno cercato di portarsi via questo ragazzo verso chissà quale caserma o scuola Diaz del momento (ricordando che il capo delle operazioni di polizia in Valsusa è il vicequestore Spartaco Mortola, lo stesso del G8 di Genova), caricandolo su una normale barella, come se non fosse a rischio di paralisi; per fortuna sono stati fermati ed è arrivata una vera ambulanza, che lo ha portato all’ospedale di Susa. Mentre lo curavano, i poliziotti sono arrivati anche lì, per cercare di arrestarlo; sono stati mandati via dagli stessi medici.
Nel frattempo la valle è bloccata, questa volta dai manifestanti, concentrati presso lo svincolo dell’autostrada di Chianocco.
Il blocco si apre solo per far passare l’ambulanza che porta il ferito alle Molinette. Anche lì, mentre è in terapia al pronto soccorso, arriva la Digos, entra dentro senza riguardo per i medici e per tutti gli altri malati, ma viene di nuovo cacciata. Arriva l’avvocato e il ferito viene portato in reparto.
In valle la tensione è altissima; una colonna di camionette viene bloccata sulla statale, a Bussoleno poco dopo mezzanotte ci sono altre cariche e altri lacrimogeni. Credo che queste immagini arrivino da lì:
A Torino, un gruppo di persone cerca di bloccare simbolicamente la distribuzione della prima edizione de La Stampa; il blocco dura un’oretta e poi si scioglie. Stamattina alle 11 ci sarà un presidio di protesta sotto la Rai in via Verdi.
Ciò che veramente bisogna fare però è astrarsi un attimo dal racconto degli scontri e pensare: perché? Da settimane, ci sono circa 2000 agenti che soggiornano negli alberghi della periferia ovest di Torino; ognuno di essi costa al contribuente circa 300 euro al giorno; il costo totale per le nostre tasche di questa buffonata dei sondaggi, solo in spese di polizia, è probabilmente tra i 10 e i 20 milioni di euro. Lo svantaggio è visibile: al di là di tutte le ragioni contro la Tav, questo progetto comporta una valle militarizzata – per vent’anni, se si volesse veramente fare l’opera -, feriti, tensioni. Che cosa può mai esserci di così importante nel progetto di questa ferrovia tanto da rendere tutto questo accettabile, a parte l’arricchimento di chi comanda?
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