Bullismo senza privacy
Stamattina, anche se in ritardo, volevo scrivere un commento alla sentenza che condanna i dirigenti di Google per il video del disabile picchiato in classe, e che fa parte di una cultura di persecuzione della rete che in Italia ormai dilaga, spinta dalla voglia di vendetta dei politici sputtanati dai blog e dei giornalisti in via di cassa integrazione per la prossima dissoluzione dell’informazione tradizionale. Ma ne ha già scritto uno buono giorni fa Beppe Grillo, e dunque uso le potenzialità della rete: mi limito a un link.
[tags]internet, privacy, google, bullismo[/tags]
1 Marzo 2010, 19:26
Mi limito a segnalarti il post di Paolo Attivissimo che rimanda ad una intervista a uno dei legali di Google che invita a non fare la cosa più grossa di quanto probabilmente è… http://www.apogeonline.com/webzine/2010/02/25/caso-vividown-parla-lavvocato-di-google ecco qui il link
Infatti qua si parla di violazione della privacy e di responsabilità diretta dei fornitori di servizi, che dal punto di vista del diritto è un’autentica bestemmia in chiesa.
A dire il vero però mi aspettavo che la sinistra in rete tuonasse contro la sentenza, così come fece per tutte le bagg…ehm proposte del governo di regolamentare la rete.
I soliti quattro blogger si sono lamentati, questo è vero (e mi ci metto anche io).
E invece, tutti a dire che è sacrosanto che quei foxxuti banditi di google coporazione americana che pensa solo al profitto vengano puniti.
1 Marzo 2010, 21:00
Nel mio aggregatore invece ho visto solo contestazioni alla sentenza (a parte Quintarelli e la prudenza di Mantellini).
Intanto Google è stata assolta nel merito per quanto riguarda l’accusa di diffamazione (e questo è bene), occorrerà aspettare le motivazioni della sentenza prima di farsi troppi onanismi mentali.
Però questa sentenza mi inquieta, in particolare se è veramente conforme alla legge: questo significherebbe che la legge italiana sulla privacy ha un grosso bug exploitabile (mi sto mettendo a parlare come mfp :-) )
Ovvero: oggi abbiamo una condanna per l’upload per un video riprovevole, domani potremmo avere una denuncia (e probabilmente un’altra condanna) per un video accettabile ma “non allineato”, dopodomani potremmo avere di conseguenza una forma di censura direttamente dal fornitore del servizio.