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giovedì 11 Febbraio 2010, 13:05

La guerra civile fredda

Da ieri gira a ciclo continuo sui telegiornali Mediaset un servizio ironico-sfottente che racconta questa storia: l’avvocato di un ladruncolo che arriva in aula prima dell’udienza, butta un occhio sulle carte del giudice e vi trova la sentenza già scritta, prima ancora che il processo cominci. La storia viene ovviamente utilizzata dai media berlusconiani per saltare alle conclusioni: la magistratura è tutta pigra, inefficiente e soprattutto piena di pregiudizi a sfavore degli imputati, tanto da dare per scontato che saranno condannati.

In realtà lo scandalo è relativo: in buona parte dei processi per piccoli reati le cose sono già talmente chiare e provate dall’azione di polizia che effettivamente è difficile che il processo finisca diversamente dalla condanna. Ma la questione interessante è un’altra: c’è, tra gli spettatori di questi media, un’Italia che è effettivamente convinta che la magistratura sia tutta faziosa e forcaiola; un’Italia che, a priori, tifa “contro” la magistratura. E ovviamente c’è la parte opposta, quella degli oppositori di Berlusconi e del suo regime, che dà per scontato che tutte le critiche alla magistratura siano fatte dai criminali per delegittimarla; che tifa “a favore”. La verità sta ovviamente nel mezzo; ci saranno giudici equi e giudici faziosi, giudici coraggiosi e giudici imboscati. Ma questo non interessa più a nessuno: ognuno è assolutamente convinto che la verità stia dalla propria parte.

Il discorso, purtroppo, è più generale. C’è un’Italia per cui Berlusconi è vittima di una campagna di odio e anche di attentati fisici, e c’è un’Italia per cui l’attentato a Berlusconi non è mai avvenuto ed è una sua invenzione ben pianificata. C’è un’Italia in cui la TAV è una grande occasione di sviluppo i cui oppositori sono terroristi che mandano lettere con pallottole, e un’Italia in cui essa è un progetto mafioso concepito con la sola e chiara intenzione di mangiarci sopra.

La via di mezzo non esiste, anzi chi la considera è visto da entrambe le parti come un traditore; e l’informazione, che avrebbe il dovere di essere obiettiva e di calmare le acque, si schiera acriticamente da una parte o dall’altra, avvalorando le certezze di ciascuno, ed essendo considerata ormai soltanto come uno strumento di propaganda per una posizione decisa a priori.

E’ in questo modo che le due fazioni imparano a odiarsi, perché ognuna pensa che l’altra neghi la verità – quella che essa percepisce come verità lampante – e dunque che lo faccia in malafede. Non c’è dialogo e non c’è conciliazione; c’è solo un urlare sempre più forte per sconfiggere l’avversario, anziché convincerlo.

Questa è la sostanza di una guerra civile fredda: una situazione in cui due consistenti gruppi sociali si odiano e si vogliono eliminare a vicenda. Il problema sta nel rischio che prima o poi, in qualche modo, la situazione si scaldi.

[tags]italia, società, politica, berlusconi, magistratura, giustizia, dialogo, guerra civile[/tags]

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15 commenti a “La guerra civile fredda”

  1. ArgiaSbolenfi:

    Ho la stessa opinione da un po’ di tempo, ma non saprei proprio individuare una via di uscita da questa situazione.

  2. Alberto:

    Anch’io ho sollevato spesso il problema nel passato. Il punto è che ci sono due Italie che comunicano sempre di meno. Noto che nel mio posto di lavoro, ad esempio, quelli che votano Berlusconi sono ormai scomparsi, limitandosi ai soli timidi che preferiscono, sentendosi in netta minoranza, non toccare l’argomento politica. E’ vero l’esatto contrario in altri ambienti di lavoro o sociali.
    Questo squilibrio scaturisce indubbiamente dal monopolio che una delle due parti esercita sui mezzi di comunicazione televisiva, che contrappongono nettamente quelli che guardano solo la televisione a quelli che leggono i giornali o navigano su Internet, ma si propaga e si alimenta per i toni politici vicendevolmente aspri che rendono difficile una qualsiasi convivenza tra posizioni politiche diverse anche tra comuni cittadini.
    In una situazione normale, in cui l’interesse complessivo primario fosse comunque la stabilità del sistema politico, i due poli avrebbero già cercato un punto d’incontro o quantomeno di riduzione del distacco (e certi abboccamenti Fini-Casini andavano probabilmente in quella direzione) ma in un contesto come questo in cui l’interesse primario è quello personalistico non stupisce che si vada verso la distruzione del paese senza sostanziali scossoni.

  3. D# AKA BlindWolf:

    azz… in questo titolo hai citato Luttazzi…

  4. mfp:

    D#, lo vedi perche’ VB m’ha porto il cerino? E’ arrivato a saturazione pure lui. E ha deciso di omologarsi a cio’ che vede in TV… quindi invece di mettere le cose in maniera intergenerazionalmente economica, le mette in modo squisitamente politico.

    D’altronde con la mole di bambocci istruiti che piantonano i loro miseri anni di universita’ come fossero la chiave per non rimanere all’inferno (e invece e’ carne da macello; merce abbondante), non gli si puo’ dare torto.

  5. Piero:

    Quello che trovo assurdo è che il cittadino non si renda conto di essere vittima di se stesso e di un sistema sul quale ormai ha perso ogni forma di controllo e di potere. In fondo, è sempre il cittadino che, illuso da false promesse politiche, elegge la classe politica, la quale poi porta avanti una politica legislativa spesso orientata a favorire quei gruppi di potere economico più o meno influenti in grado di garantire la sopravvivenza della classe politica stessa.

    Vittorio, la politica è proprio l’arte di convincere il cittadino a credere ad una verità piuttosto che ad un’altra verità, al fine di conquistare il potere, illudendo il cittadino che ne beneficerà anche lui dei privilegi del potere.

    E’ un inganno dal mio punto di vista, perché ragionando in termini escatologici, nessuno conosce la verità sull’uomo. La verità ultima è poi sempre una sola: o la vita o la morte, una esclude l’altra e su quelle ci giochiamo la nostra esistenza.

    La scelta politica del cittadino, per quanto ingannato dalla politica, si riduce ad una scelta tra queste due alternative o, in altre parole, tra il bene (vita) e il male (morte). E qui casca l’asino (il cittadino che dà credito al politico di turno, di sinistra o di destra ha poca importanza) che, forte del potere di scelta offertogli dal politico, crede di riuscire a distinguere tra il bene e il male avallando lo strumento legislativo, presumendo di conoscere cosa è il bene e cosa è il male, dando consenso al legislatore che emana le leggi, frutti di quell’albero che è la pretesa conoscenza del bene e del male.

  6. mfp:

    Piero, non e’ assurdo. Tu da bravo papalino non riesci a metabolizzare i gay… come Freddy Mercury… il quale ti ha gia’ detto “The Show Must Go On”.

    Volendo pero’, se proprio preferisci una cultura piu’ umanistica ti punto sulla concezione greca (antico; ie: pre-cristiano) del tempo: l’uroboro, il kyklos.

    Se invece preferisci una impostazione piu’ pragmatica, economistica, ti punto su Le Onde di Kondrachev, concetto poi ripreso dalla scuola austriaca di Vienna; la quale, tra le altre cose, diceva che i cicli economici erano autoindotti quoque dalle banche… e non a caso questo e’ conforme alla teoria dell’informazione… ovvero le banche, cioe’ chi si arroga il diritto esclusivo di gestire autonomamente i messaggi di pagamento, con la compiacenza degli stati che ne fanno poi l’enforcement a mezzo della gestione esclusiva della forza fisica… dicevo: messaggi di pagamento, comunemente detti Moneta/Banconota. Messaggi di pagamento. Informazione. Una semplice convenzione ipso facto (ie: vero e’ cio’ che la statistica dice essere vero anche se poi materialmente, ovvero economicamente, non e’; questo e’ il succo dell’Entropia dell’Informazione di Claude Shannon… per chi vede le cose SOLO dalla Torre D’Avorio e quindi e’ implicitamente disconnesso dalla verita’ stradale; vuoi perche’ isolato socialmente come me, vuoi perche’ isolato dentro un cubo di cemento per migliaia di motivi diversi. Questo e’ il motivo per cui io prima di parlare in forza a cio’ che vedo in un monitor, vado prima a sondare le idee degli autoctoni del mio paesello.

    Cio’ che e’ stato osservato in questi anni e’ che i pinocchietti cresciuti sulle onde di Google (ie: grossomodo i soli webmaster – creature tanto stronze quanto idiote: il web e’ mera immagine, come la tv – illusi dal “Don’t be evil”, etc) si son sentiti parte di una “rivoluzione culturale” che non avevano pero’ prodotto loro. Quindi non appena Google gli ha servito sul piatto l’opportunita’ di diventare famosi col blog… ci si son tuffati… schiantandosi. Allorche’ poi serviva altro: FaceBook. Allorche’ ci si son tuffati e ci si son schiantati. Allorche’ oggi affollano – come fu gia’ tante e tante volte a partire dal 312d.c., Battaglia di Ponte Milvio – gli androni dei tecnologhi veri.

    A titolo d’esempio ti porto Gianluca Dettori: scintillante venture capitalist dell’era Bush – leggasi: leccaculo di chiunque abbia qualche soldo – ma trombato non appena son finite le liquidita’ finanziarie, quindi riciclatosi come giornalista dell’IT (Wired.it, imperdibile la marchetta video di lancio; insieme a Mantellini e un’altra decina di persone che pretendono di continuare a campare di chiacchiere al posto di chi… modestamente… alla favella coniuga esperienza sul campo e socialismo di ferro), che oggi va ravanando addirittura negli antichi hacklab della parte piu’ povera dell’italia… pur di poter mettere il proprio cappello su qualcosa di solido e piu’ attuale (cfr. articolo su Netsukuku, sviluppato da un giovane matematico cazzuto; io, modestamente, nel 2005 mi sono limitato a infilarlo nel forum piu’ importante del pianeta… da dove poi gli sono arrivati contributi internazionali sul suo software… etc: un conto e’ chiacchierare per campare sulle spalle del prossimo, un conto e’ valorizzare il genio senza chiedere niente in cambio).

    Guarda, io l’ho detto in modo molto preciso, a mezzo stampa, il 14 maggio 2009:

    http://punto-informatico.it/2622689/PI/Commenti/web-al-collasso-un-kyklos.aspx

    Se tu ancora oggi ti chiedi “perche'”, dovresti seguirmi con piu’ attenzione, invece di seguire il papa. Se non altro perche’ abito anche io a Roma, ma non spendo cosi’ tanto per campare e, soprattutto, non ho la volonta’ (oltre che la capacita’) di manipolarti. Se l’avessi a quest’ora mi troveresti tra i tanti imbucati nei partiti politici legacy, o a leccare culi all’universita’, o a frustare poveri giovanotti in qualche aziendola…

  7. vb:

    Piero: Infatti l’utopia è una società senza politica perché è anche senza gerarchie e senza concentrazioni di potere: completamente orizzontale. Ma è, temo, soltanto una utopia.

  8. Mir:

    Secondo me di questo passo non se ne uscira’. Intellettualmente va bene qualsiasi discorso, di analisi piu’ o meno lucide della situazione ne abbiamo da anni un gran numero.
    L’emancipazione intellettuale e’ una tentazione forte, ma isola anche le persone perche’ ognuno pensa di avere una visione organica e precisa di quello che accade, contrapponendosi inevitabilmente agli altri, che sono “cosi'” o “cola’”, quindi hanno gia’ stampato un codice a barre di identificazione sulla fronte.
    Tutti vorrebbero cambiare il Paese secondo cio’ che hanno in testa, ma ognuno ha un pensiero diverso, dunque lo scontro intellettuale senza arretrare di un passo anche solo su poche questioni, crea la sterilita’ nella azione.
    Quelli che invece mettono prima l’azione possono sembrare a prima vista trascinati dagli eventi e un po’ stupidotti.
    Non penso che le cose stiano esattamente cosi’. Stiamo perdendo tempo, e alla fine saranno gli eventi a pioverci addosso. Il giorno in cui qualche grosso istituto bancario fara’ crack sul serio, quando lo stato iniziera’ a tagliare le pensioni, e la speculazione avverra’ non piu’ sul petrolio, sugli immobili, sull’oro, o sul debito pubblico dei governi che si son (apparentemente) mossi per salvare le industrie. Il giorno in cui qualcuno decidera’ che e’ il momento di sacrificare la carta moneta, perche’ non si potra’ piu’ nascondere che dove langue il lavoro e lo scambio, essa non ha piu’ il suo valore di promessa (paghero’..)
    Createvi un giro di amici che sappiano fare ciascuno qualcosa di diverso (intagliare il legno, il pane, saper far crescere le piante, ma soprattutto che abbiano solidarieta’ e non pensino di salvare la pelle in questa fase storica per restare nel sistema a tutti i costi).
    Imparate a fare qualcosa di manuale e che possa tornare utile in un mondo di carenza.
    Cercate di allontanarvi dall’ingranaggio, perche’ quando si rompera’ molti faranno cose inconsulte, e dunque e’ meglio aver messo gia’ un piede fuori, esser stati capaci di tornare ad apprezzare poche semplici cose, ma soprattutto l’umanita’.
    Ce ne sara’ bisogno quando la pazzia riempira’ le strade.

  9. mfp:

    VB, dipende dalla lucidita’ con cui distingui il piano della tecnica dal pianto dell’arte. Quello meccanico da quello umano. E’ utopia se confondi le due cose. E’ distopia se le implichi. E’ pragmatismo se procedi Agile come l’amico irlandese di William Wallace.

    Mir, inizi a non piacermi piu’. Sento un tremito nella tua Forza. Che detto con le parole del Barone Rotschild: “ti stanno tremando le gambe”. E se lo percepisco io da dietro ben due monitor con un filo in mezzo… vuol dire che stai diventando vecchio…

    Io nel mio film Italian Crackdown The Movie (www.meganetwork.org)… sopra al celeberrimo monologo di Charlie Chaplin… mi esprimevo proprio sull’eterna differenza tra uomini d’azione e uomini di pensiero che tu rispippoli qui sopra, pensando a Dovstojevski (o come cazzo si scrive): “per agire bisogna essere preliminarmente tranquilli”.
    Io ho liquidato 2 donne ansiose su 3; la terza e’ oramai alla frutta; oramai sono preliminarmente tranquillo da salpare come Garibaldi, dal mio paesello, e approdare alla Grande Palermo aka Roma: in settimana voglio andare a trovare la Bonino con una telecamera e se rifiuta (Dante lo chiamo’ “Gran Rifiuto”, e io ho messo anche quello nel “mio film”) la sistemo piu’ avanti “a modo mio” (dove non c’e’ giustizia pubblica, c’e’ giustizia privata).
    Voglio entrare li’ “spalancando la porta con un calcio”… come disse Giuseppe Fava a Enzo Biagi, poco prima di essere ammazzato, a proposito di un mafioso che si permetteva il lusso di entrare nel palazzo della regione con il massimo del disprezzo.
    E gli voglio fare “solo due domande” per capire se e’ (ancora) degna di fiducia come sta chiedendo in questi giorni. Sono gia’ in contatto con i suoi figliol politici.
    Cosi’ la prossima volta che viene Negroponte in TiVi’, mi faccio carino e ci vado io a dirgliene 4 (a lui e a quell’altro buffone di Riotta); no Zoro… altro fantoccio impreparato…

    Perche’, vedi, al di la’ di come e’ stato formalizzato nei secoli dei secoli (costituzione, bibbia, corano che sia), c’e’ una legge antica quanto l’uomo[1]: chi viene dopo deve essere tutelato per continuare la specie. E’ l’unica forma di Giustizia Divina che tollero: che i bamboccioni over42 stiano pure a 1000 euro al mese, ma i giovani devono essere messi in condizione di cofrontarsi… vincere… perdere… cercare il proprio equilibrio. “Tutti sulla stessa barca, tutti amici, tutti egalitari” andava bene prima di agosto 2008; adesso e’ troppo facile, e perverso. Nel 1994 ha funzionato solo perche’ i piu’ forti al mondo eravamo noi della NATO; oggi non e’ cosi’. The Show Must Go On.

    [1] Newton, come poi ripreso 1 mese fa da Stella Polare Rodota’ a proposito dell’art. 139 della Costituzione (ie: “se volete vivere in una federazione di autonomie locali dovete – voi giovani – procedere in parallelo”[1]): http://www.meganetwork.org/index2.html

    [1-1] A me piace tanto il pensiero laterale. Oggi come oggi per esempio serve a recuperare giusti giusti quegli 8 anni di berlusconismo di sinistra che (apparentemente) ci ha lasciato a fette rispetto al resto dell’Europa.
    Basta prendere tutti quelli che hanno tirato i remi in barca 8 anni prima dei 65 anni canonici (es: mio babbo e mia mamma, ma suppergiu’ tutti coloro che hanno goduto di “eccessiva liberta’ comprata su PostalMarket”, cit. partigiano: http://www.youtube.com/watch?v=Ovc9Ip2K-Xw ), e farli stare a lavorare fino ai 73 anni che ci volevano appioppare a noi. Non e’ la fine del mondo: il lavoro nobilita l’uomo, arbeit macht frei, art.1 della Costituzione. E’ SacroSantemente Laico. Scantinato e 1000 euro se lo cicciano loro… mia mamma aveva perfino addobbato una specie di “Basso di Napoli”… “per affittarlo” diceva lei… mentre io dicevo alla mia ragazza “guarda come va a finire eh: pretendera’ che ci vada io”… e due settimane fa mi ha detto, “beh, se non vuoi stare qui con me allora puoi andare li'”. Bwhuhahahahahahahahahah. Lei non e’ in grado di mantenere questa enorme casa bucolica (ie: serve lavoro manuale in continuazione, e lei dice “ho le braccia che mi fanno male, mi devo operare, etc”), e pretende che me ne vada via io… bwhuahhahahahahahaha… e io che son stato a fare qui fermo attendendo il crollo!? :)

  10. Piero:

    Che dirvi? L’uomo, prima ancora di essere Uomo con la u maiuscola, è poi sempre un animale, un uomo con la u minuscola, ma a differenza dell’animale possiede uno spirito, una coscienza, una consapevolezza, una intelligenza, un qualcosa in più che lo dovrebbe fare evolvere affrancandolo dalla mera condizione di “bestia”.

    Nel regno animale esistono gerarchie naturali più che altro finalizzate alla riproduzione e alla ricerca del cibo, secondo la regola del più forte.

    Se l’uomo vuole restare nella categoria del “bestiame” dove vige la legge del più forte, che ci resti pure. Tuttavia non vedo quali benefici ne possa trarre l’uomo nel restare nella categoria del “bestiame” essendo dotato di una coscienza superiore, che lo rende consapevole.

    L’uomo, se ha un minimo di amor proprio e di intelligenza dovrebbe arrivare a capire che soltanto nella collaborazione reciproca orizzontale e nell’amore che non crea gerarchie, può trovare piena realizzazione di se stesso e senso alla sua esistenza.

    Secondo me non è una utopia, ma un obiettivo da raggiungere. Ci vorrà tempo, forse molto tempo, ma io credo nell’evoluzione umana e penso che prima o poi lo raggiungeremo. Altrimenti veramente si corre il rischio che la vita si trasformi in un inferno consapevole.

  11. mfp:

    Bravo Piero. Cosi’ Laico mi sei piaciuto. Ci sono tutta una serie di frasi storiche che vengono freudianamente annichilite per chiusura mentale, ingenuita’, inesperienza, etc…

    Es1: tu qui sopra spippoli il “fatte non foste per viver come bruti”, che i bamboccioni interpretano come “son piu’ fico di un animale” e invece e’ “per non essere un animale devi volerlo ogni istante, e farlo ogni istante; altrimenti sei un animale”[1].

    Es2: “occorre cambiare tutto per non cambiare niente”, la rimozione freudiana in questo caso consiste nel rimuovere la parola “occorre”.

    Es3: confondere “amore” con “volonta’ individuale, e tolleranza distribuita, di convivere onorando dignitosamente una qualche disciplina individuale che non comprenda la non condivisione del territorio e la non creazione di Eletti”. O, detto come mi ha insegnato Winston: “Condividere il sapere senza fondare un potere”; in questo senso addirittura B16 e’ stato magnanimo a rilasciare gli atti del processo a Galileo… pero’, porca paletta, che ci faccio con quelli dopo qualche secolo? Bello eh… per carita’… pero’ capisci… mi avrebbe fatto piu’ comodo avere qualche informazione finanziaria facendola trapelare dallo IOR… in tempo reale… no dopo i condoni, gli scudi, i processi brevi, etc…

    [1] Guarda all’ameba nei primi minuti di questo, quello e’ il bruto (grossomodo il manager) che si globalizza per tentare di viaggiare e andare a prelevare da mangiare altrove invece di lavorare per produrselo: http://www.meganetwork.org/video/20100101_dirittodautore.mp4

  12. Mir:

    @mfp: puo’ essere, me lo ripeto ogni tanto anche io. E’ il tempo di passare al ruolo di stratega. Vuoi diventare il mio ufficiale tattico? Ti vedo preparato.

  13. vb:

    Oh, io avrei bisogno di un comitato elettorale, non è che volete fare tattica e strategia lì dentro? :-D

  14. Mir:

    VB: Ma stai scherzando o parli sul serio?

  15. mfp:

    Se pagate si. E se non siete concorrenti prendo volentieri soldi da entrambi. Delle cause politiche non me ne frega niente… io ho gia’ la mia costituzione che include totalmente quella italiana[1] ed e’ piu’ evoluta (ie: una sola parola nuova, “idealmente”, al primo articolo; serve proprio a disambiguare permanentemente il “fatti non foste per viver come bruti”).

    All’attivo ho tanti corteggiatori sia sul piano tecnico che political-markettaro… ma nessuno che ha messo sul piatto un contratto o soldi. Gente noiosa.

    Io, da bravo romano salesiano – ho un 3+2 dai preti secondi solo ai gesuiti – prima di iniziare a giocare a carte appunto il coltello sotto al tavolo che se no poi risulto antipatico… e magari finiro’ prima o poi per mettermi nei guai[2]… ma voi due vi dovete spremere per tirare fuori i soldini. Pure quelli del Monopoli vanno bene. Basta che poi il salumiere li accetti; perche’ ho gia’ lavorato “per prestigioso cliente” tante volte, e non mi va di replicare sulla fiducia. Fino ad allora… quello che legge VB, lo legge pure Piero, i ChiampaCosi e i PDL’Bambocci.

    P.s.: consulenze si, ma non vendo la mia immagine: “Condividere il sapere senza fondare un potere”.

    [1] http://www.meganetwork.org/index2.html

    [2] ma d’altronde se devo ripetere qualcosa che ho gia’ vissuto mi rompo; la noia e’ pericolosa; i miei predecessori in genere arrivati a questo puno, si son dati al cannibalismo, all’omicidio per sfizio; o all’ascetismo, etc. BTW, dovete vedere che faccia ha fatto il Carabiniere quando gli ho spiegato come fare ad usare un microonde per indurre un tumore al cervello (ie: omicidio senza possibilita’ alcuna ne’ di disambiguazione dai malanni ambientali[1], ne’ di identificazione certa[2]) dell’omicida della persona uscita fuori dal dado da 4 che avrei tirato se avessi ricevuto picche pure da loro… si e’ preso nomi e cognomi dicendo che avrebbe parlato con i miei parenti serpenti… ma dopo una settimana ancora niente… mi sa che devo tornare a trovarlo prima che mi vediate uscire fuori sul giornale come l’ennesimo “Informatico Folle Stupra-Azzanna-PedoTerraSatana-Vecchiette”… nel mio caso e’ difficilissimo incastrarmi perche’ sono stato assolutamente fermo… mi sono autoannichilito (no macchina,no donne,no lavoro,no droga,no vita; eccezion fatta per la cannabis che pero’ se mi dovessero contestare una violazione formale ho intenzione di chiedere al giudice istanza di incostituzionalita’ della fini-giovannardi, perche’ non c’e’ danno e – ancora piu’ importante – la proibizione fa piu’ danno della sostanza stessa; oltretutto nel mio caso c’era l’uso medicinale)…

    [1-1] cfr. “L’Agente Modello nell’Era della Complessita’”, Valeria Attili, Universita’ di Macerata. Quello che avevo spippolato quando Elenuccia mi parlo’ del Trattato di Lisbona. Interessante anche come la classe giurista dei bamboccioni coetanei dei miei genitori ai tempi di Mani Pulite abbia prodotto la c.d. “corruzione ambientale”… rattoppi su rattoppi… e poi oggi pretendono di essere ascoltati quando si presentano a dire “Il Problema E’: ristrutturare geograficamente la mappa dei tribunali”. Buffoni.

    [1-2] cfr. art. 27, comma 1, Cost.

    [1-2-3] Stella.

 
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