Sky
Vittorio vb Bertola
Fasendse vëdde an sla Ragnà dal 1995

Mèr 4 - 12:40
Cerea, përson-a sconòssua!
Italiano English Piemonteis
chi i son
chi i son
guida al sit
guida al sit
neuve ant ël sit
neuve ant ël sit
licensa
licensa
contatame
contatame
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vej blog
vej blog
përsonal
papé
papé
fotografie
fotografie
video
video
musica
musica
atività
net governance
net governance
consej comunal
consej comunal
software
software
agiut
howto
howto
internet faq
internet faq
usenet e faq
usenet e faq
autre ròbe
ël piemonteis
ël piemonteis
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
vej programa
vej programa
travaj
consulense
consulense
conferense
conferense
treuvo travaj
treuvo travaj
angel dj'afé
angel dj'afé
sit e software
sit e software
menagé
login
login
tò vb
tò vb
registrassion
registrassion
domenica 25 Aprile 2010, 18:28

Liberi liberi

Quando mi interrogo su cosa sia la Liberazione per gli italiani della mia generazione, ricordo spesso una discussione al liceo – era la fine degli anni ’80 – in cui, alla richiesta della professoressa di esprimere un pensiero in materia, uno dei miei compagni rispose profondo “liberi liberi siamo noi, però liberi da che cosa, chissà cos’è?” (il disco, all’epoca, era effettivamente appena uscito e in qualche cantina, lo ammetto, ne possiedo ancora il vinile).

Non sottovalutate la risposta; Vasco è il maestro di pensiero perfetto per gli italiani – medio come l’italiano medio – e dunque anche allora ci aveva preso: perché tutti gli italiani al giorno d’oggi si sentono schiavi, ma non è chiaro che cosa li opprima. Una buona metà è convinta che il problema sia Berlusconi e il rischio sia un ritorno strisciante del fascismo, preoccupazione peraltro non campata per aria dato che il fascismo è uno dei modi mentali normali dell’italiano medio. Prova ne è che l’unico modo che questa metà trova per opporsi a questo rischio è fascista, ovvero organizzarsi qua e là per mandar via dal palco a fischi un qualsiasi esponente della parte politica avversa, da Milano a Torino a Roma.

Effettivamente la situazione è confusa a prima vista: non so infatti come interpretare il fatto che RaiTre, la televisione di sinistra, nel giorno della Liberazione festeggi con una intervista-comizio dell’ex leader del fu partito neofascista italiano. Lo faccio notare per chiunque possa pensare che la dirigenza dell’attuale centrosinistra sia antifascista; la verità è che l’attuale centrosinistra persegue le stesse politiche del centrodestra e si trova assolutamente a proprio agio con quelli che teoricamente etichetta come post-fascisti (non che a me piacciano le etichette, del resto mi accodo all’osservazione per cui ha fatto più opposizione Fini in quindici minuti che il PD in quindici anni).

Ma allora da cosa dovremmo liberarci? Beh, le immagini della Digos che porta via a forza il megafono a Piero Ricca, davanti alla sfilata dei potenti di ogni colore (Napolitano in testa) alla Scala di Milano, penso che siano già molto indicative (qui il racconto completo). Non è più questione di tifare destra o tifare sinistra, ma è questione di organizzazione sociale: la piramide o la rete, la gerarchia o l’uguaglianza.

La nuova liberazione dunque, se avverrà, non sarà certo la sostituzione di Berlusconi con un Bersani o analogo personaggio, che magari sarebbe cosmeticamente più rispettoso di noi ma che, nella sostanza, preserverebbe la stessa concezione illiberale e piramidale della società. La nostra liberazione sarà soltanto quando potremo davvero decidere da soli del nostro futuro, uno per uno, senza bisogno di un capo.

[tags]liberazione, festa, repubblica, libertà, vasco rossi, berlusconi, fini, bersani, napolitano, piero ricca, politica[/tags]

divider

4 commenti a “Liberi liberi”

  1. Piero:

    Da cosa dovremmo liberarci? Dal male, se lo conosciamo. Tuttavia l’uomo non è tenuto a conoscere il male perché lo può confondere con il bene e viceversa. “Ma liberaci dal male” recita la preghiera del “Padre Nostro”, una delle poche preghiere che sintetizza tutti i bisogni dell’uomo in poche parole. “Liberaci dal male!”. E non: “liberiamoci dal male!”

    Appunto, la liberazione è dal male. Siamo liberi se riusciamo a liberarci dal male. Purtroppo l’uomo non sempre ha la forza di liberarsi dal male da solo, perché spesso lo scambia per il bene.

    Ci vuole una azione esterna, un aiuto, un Qualcuno che conosca la verità e che lo liberi, come dimostra la Storia e come dimostrano tante storie umane di dipendenze e di schiavitù. Infatti, per quanto riguarda la nostra Storia, non siamo stati capaci di liberarci dal nazifascismo da soli, senza un intervento esterno. Siamo solo stati capaci di prendere coscienza dell’errore e di ribellarci, dopo tanta sofferenza.

  2. Gian:

    Gentili pensatori vedo che si ritorna a parlare di liberta’,tema sempre caro allo scrivente .

    Senza voler fare doppioni vi rimando ad altri post in cui ho trattato la parola liberta’ .

    Poiche’ continuo a pensare che liberta’ significa possibilita’ di “effettuare piu’ scelte” dovremmo incominciare col

    “liberarci” dei concetti che limitano le scelte .

    Piero ,nel commento sopra,ha citato la preghiera piu’ preziosa che Gesu ci ha lasciato …il Padre Nostro .

    Il problema sta in quel “liberaci” …io vorrei che l’uomo facesse qualcosa di concreto invece di aspettare l’intervento di Dio .

    Il problema del cattolicesino e’ sempre lo stesso : “non facciamo niente tanto c’e’ un Dio che ci pensa” .

    Oppure facciamo tante porcherie tanto poi riceviamo la eucarestia che effettua un “reset” e poi tutti a guardare un sudario medioevale per essere ben visti da Dio.

    Dio e’ in ognuno di noi …e parla con ognuno di noi in forma privata.

    Tornando alle manifestazioni del 25/04 ,rappresentano la memoria …una memoria che spesso serve per distorcere la realta’ odierna .

    Ben vengano i ricordi se l’obiettivo e’ progredire verso il futuro .

    Se facciamo una fotografia della situazione odierna troviamo i cosidetti “moderati” uniti verso una soluzione comune (non importa se sei un ex facista o un ex comunista l’importante e’ non litigare) .

    Qundi una unica idea …un’unica soluzione .

    UNA UNICA SOLUZIONE e’ l’ingrediente necessario per innescare il meccanismo di autoritarismo (difeso nel nome degli elettori che hanno votato) .

    In una dittatura e’ necessario fare in modo che il dittatore non venga mai limitato da leggi e costituzioni .

    Quindi tra un programma di cucina e qualche subumano che litiga possiamo modificare le leggi per attutare quanto sopra .

    Ecco che senza spargimenti di sangue , battaglie e colpi di stato si costruisce una dittatura moderna occidentale .

    molti dei nostri rappresentanti presenti alle manifestazioni del 25/04 sono commossi e sentiti con la murela di marmellata sul labbro…sono li certi di fare bella figura e basta .

    Poi e’ chiaro che non posso generalizzare …io non sono nella loro testa .

    dico solo che spesso certi tizi ricordano un po’ quelle persone che dormono nella Messa .

    Vorrei solo che il popolo incominciasse a pensare che dittatura non significa per forza Fascismo raccontato nei racconti dalla memoria .

    Con sincerita

    Gian

  3. MarcoF:

    >Non è più questione di tifare destra o tifare sinistra, ma è questione di organizzazione sociale: la piramide o la rete, la gerarchia o l’uguaglianza.

    Il mio dubbio è: siamo sicuri che per il solo fatto che internet ora esiste si possa realizzare una organizzazione sociale a rete, dove prevalga l’uguaglianza rispetto alla gerarchia? Può la rete da sola essere uno strumento per cambiare un’organizzazione economico sociale che dura stabilmente da più di due secoli?

  4. Fabrizio:

    Decidere da soli di quale futuro? Se nostro personale non vedo chi ce lo imedisca se riferito al Paese la concezione anarchica è affascinante ma improponibile.

    Venendo invece al significato di Liberazione che forse è sfuggito, capita, ma *é già avvenuta* (e quindi non dovremmo oggi liberarci di nulla) là ove si è grosso modo raggiunta la maggiore età, a meno che la maestra sia morta giovane, se lo si continua a ignorare, si è davvero mal messi.

    Quanto alla graziosa etichetta di “fascisti” data con leggerezza a chi fischia coloro i quali, pur di occupare la “cadrega” (tanto per rimanere in tema) del potere, non hanno esitano ad allearsi con un partito il cui segretario e vate col vessillo nazionale si pulirebbe il di dietro, viene respinta al mittente in uno a un buon testo di storia e la testimonianza di chi per quella bandiera, ha combattuto. Vergogna.

 
Creative Commons License
Cost sit a l'è (C) 1995-2024 ëd Vittorio Bertola - Informassion sla privacy e sij cookies
Certidun drit riservà për la licensa Creative Commons Atribussion - Nen comersial - Condivide parej
Attribution Noncommercial Sharealike