Vestiti tra i camper
Il dilemma estivo tra andare al mare o andare ai monti popola da sempre gli incubi delle famiglie italiane, nonché le canzoni di Elio e le Storie Tese. Io, comunque, sono decisamente a favore della montagna: meno caldo, meno folla, meno confusione – piuttosto, vado al mare d’inverno.
Purtroppo, però, attorno a Ferragosto anche la montagna si riempie; ottobre o aprile in montagna sono mesi splendidi, ma agosto può porre a dura prova le vostre capacità di resistenza. Per esempio, ieri mattina abbiamo preso la macchina per andare in paese a Brusson a fare la spesa; sui tornanti giù per il bosco verso la valle abbiamo trovato una sequenza di auto foreste dagli stili di guida originali, ma tutti invariabilmente caratterizzati dall’andare tanto lentamente da farti continuamente rischiare il tamponamento. C’è quello che per ammirare il panorama va a trenta all’ora anche sui rettilinei; quello che prima di ogni curva, anche quelle che si farebbero tranquillamente a ottanta all’ora, inchioda di colpo e poi dà un colpo di clacson, anche se la strada è larga più che a sufficienza per ospitare due ampie corsie; c’erano poi due geni che, non si sa per quale motivo, hanno deciso di fermarsi proprio su una curva cieca nell’unica strettoia di tutto il percorso, costringendoti a passarli contromano senza visibilità pregando che non arrivi nessuno. Eh, ma avevano messo le quattro frecce!
E c’è, inevitabilmente, la nemesi di ogni automobilista in viaggio su strade di montagna: il temutissimo camper. Io non ho nulla contro i camper, anzi anni fa sono andato varie volte in giro con uno di essi e l’ho pure guidato, e anche se era un camper minuto, quasi un furgone, mi sono reso conto che ci vuole un po’ di tempo per impratichirsi e sentirsi a proprio agio, a maggior ragione su strade tortuose. Questo non vuol dire però che tu possa impunemente bloccare il traffico all’infinito, o guidare con due ruote nella corsia opposta, come un muro semovente a centro strada, perché non sai valutare la tua larghezza e hai paura di toccare di lato. Almeno in montagna sarebbe gentile accostare ogni tanto e farsi superare dai veicoli più veloci del tuo camper (auto, moto, biciclette, vecchiette a piedi…). In Svizzera lo si fa normalmente, ma siamo in Italia e ciò sarebbe un insulto gravissimo alla virilità del guidatore.
Comunque, noi abbiamo parcheggiato l’auto prima possibile e fatto una bella passeggiata nel bosco vicino al paese, e poi, sbucati sulla strada principale davanti alla Cappella di San Valentino, abbiamo tentato di farle una foto che non comprendesse auto. Ma è stato molto difficile: c’era una colonna unica di auto che risalivano la valle verso Champoluc. In paese, l’attraversamento pedonale del centro provocava centinaia di metri di coda; e comunque i pedoni, spesso costretti sulla strada dall’assenza di marciapiede, erano un po’ ovunque.
Insomma: va bene la montagna, ma qui, di questi giorni, non aspettatevi la tranquilla solitudine delle alte vette… ed è un peccato: sarebbe bello trovare modi di fruire la montagna che siano alla portata di tutti ma che non prevedano una invasione di traffico e rumore.
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