Problemi di Internet
La battaglia per il futuro di Internet in Italia e nel mondo è sempre accesa. E no, non mi riferisco al triste appello dell’Espresso per la liberalizzazione del wi-fi; la credibilità di una iniziativa lanciata dalle stesse forze politiche che hanno prima approvato (centrodestra) e poi prorogato (centrosinistra) il decreto Pisanu è sottozero; la chicca è che l’appello parte da Barbareschi, quello che rubava le battute a Spinoza dimostrando di non capire la differenza tra pubblico dominio e licenze libere, e che due anni fa proponeva addirittura l’identificazione forzata di chiunque acceda a Internet con qualsiasi mezzo; ed è promosso dallo stesso gruppo editoriale il cui presidente De Benedetti, mentre incassa miliardi di sovvenzioni pubbliche, continua a dire che Google è un parassita e gli deve dei soldi. Comunque, a meno che non siano schizofrenici, il problema non si pone: dato che tutte le forze politiche sono d’accordo, facciano decadere la norma e via, senza fare tanta scena; se no, il dubbio che gli interessi solo la scena è più che scontato.
Io volevo parlare di cose un po’ più serie, a cominciare da questa segnalazione di Stefano Quintarelli, che è sempre esotericamente addentro alle questioni che contano davvero. I dettagli li espone lui, ma, per parlare chiaro, il punto è che la nostra Agenzia Garante per le Comunicazioni – la stessa che, come dicevamo, permette tranquillamente che gli italiani vengano spennati sugli SMS – ha preso una decisione che va contro ogni logica ma che permette a Telecom Italia di mantenere una posizione dominante sul mercato delle ADSL, costringendo i concorrenti o ad aumentare i prezzi (e quindi, alla fine, noi pagheremo) o a rimanere su una infrastruttura vecchia, senza poter offrire i servizi più innovativi.
Questo genere di decisioni “tecniche” vengono prese nel silenzio più assoluto; noi non ne sappiamo nulla finché, a un certo punto molti mesi più tardi, il nostro operatore ci comunica che purtroppo la nostra tariffa aumenterà di qualche euro al mese; o ce lo fa digerire con un “cambio piano” promosso con una di quelle belle pubblicità ingannevoli di cui l’Italia è piena, e che vengono sanzionate per finta da un’altra autorità garante con multe irrisorie e effetti sostanzialmente nulli. Come al solito, chi dovrebbe difendere il cittadino finisce per fare poco o persino per essere un discreto complice…
Chiudo segnalando, per chi fosse interessato alle questioni più tecniche, la posizione che Quintarelli, io e alcuni altri esperti abbiamo scritto e inviato un paio di settimane fa a nome di NNSquad Italia, il nostro gruppo nazionale per difendere la neutralità della rete, nell’ambito di una consultazione pubblica della Commissione Europea. Già , perché all’estero, prima di fare le leggi, fanno davvero le consultazioni pubbliche… So che è un documento piuttosto tecnico, ma credo che sia comunque comprensibile a chiunque si sia un po’ interessato alla questione: giusto per capire quali sono i problemi.
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