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lunedì 20 Giugno 2011, 18:04

I treni che non fermano mai

Ci sono molte cose che danno fastidio della vicenda Arenaways, un caso da manuale di protervia all’italiana: una finta privatizzazione fa in modo che la società monopolista di fatto nei servizi all’utente finale sia cugina di e continuamente favorita da quella che gestisce la rete e che dovrebbe fornire accesso imparziale a tutti.

Ma è anche una dimostrazione di come lo Stato, mettendo le mani nei servizi con buone intenzioni, finisca per fare danno. Infatti, il motivo per cui ad Arenaways non viene permesso di fare le fermate intermedie tra Torino e Milano è quello di non fare concorrenza ai regionali di Trenitalia, perché questi ultimi fanno parte del pacchetto sovvenzionato dalla Regione Piemonte, e dunque se perdono incassi la Regione deve compensare la perdita.

La cosa ridicola è che la Torino-Milano in realtà è una delle poche linee regionali dove non sono necessarie sovvenzioni, anzi i treni viaggiano sempre strapieni: una gallina dalle uova d’oro. L’accordo, però, prevede che i lucrosi utili di questa linea vengano usati per coprire i buchi delle linee secondarie del Piemonte. In pratica, i torinesi che vanno a Milano devono viaggiare pigiati su treni vecchi e sporchi per pagare un servizio migliore ai biellesi o ai cuneesi; e per garantire questo meccanismo lo Stato vieta ad Arenaways di fare concorrenza, costringendola a treni che vanno lenti come i regionali, ma non fermano mai.

Cercando una soluzione per non morire, ora Arenaways cambia linea: il sabato e la domenica fa un treno del mare Santhià-Torino-Genova-Livorno, grazie a un accordo con la Regione Liguria, stufa del peggioramento del servizio Trenitalia da Torino verso il suo mare dopo che praticamente tutto ciò che da Torino non era ad alta velocità è stato eliminato. Bene, direte voi, finalmente il mercato funziona: chi c’è non offre un buon servizio e allora arrivano i concorrenti.

E invece no, anche qui arriva la mentalità italica: ed è tutto un susseguirsi di piccoli sabotaggi, come racconta l’articolo della Stampa. In un paese civile, l’amministratore delegato Mauro Moretti, che ha dichiarato che effettuerà ritorsioni contro la Liguria per aver permesso le fermate di Arenaways, sarebbe indagato per turbativa di mercato. Invece, da noi si becca pure la solidarietà dei pendolari liguri, che non guardano più in là di un palmo dal proprio naso. Deprimente.

P.S. Anche se il Comune su questa materia può fare soltanto pressioni morali verso la Regione, presenterò senz’altro una interpellanza.

[tags]trasporti, ferrovie, torino, milano, arenaways, trenitalia, concorrenza, piemonte, liguria, moretti[/tags]

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5 commenti a “I treni che non fermano mai”

  1. Giobbe:

    Ciao, d’accordissimo con il tuo commento di oggi, ma ne approfitto, visto che oggi parli di mobilità, per chiederti se come consigliere non potevi verificare il funzionamento dello strumento TOBIKE, ossia il bike sharing applicato alla nostra città, in quanto, dopo un primo periodo di perfetto funzionamento, ha cominciato a fare acqua da tutte le parti come ben spiegato in un articolo su la Stampa di ieri.
    Ora è vero che purtroppo ci sono molti incivili che trattano male la “cosa pubblica”, ma è anche vero che ci dovrebbe essere una manutenzione costante per verificare la normale usura delle biciclette. Inoltre sia sul sito che sul depliant che mi hanno consegnato quando mi sono iscritto erano previste tutta una serie di nuove stazioni che dopo quasi un anno non sono ancora partite….

  2. Pippo:

    Mi sembra lo stesso problema delle telecomunicazioni.
    Lo stesso gestore ex monopolista (Telecom) ha di fatto la priorità sulle dorsali di comunicazione, o sbaglio?
    Qui Trenitalia ha una sorta di prelazione sulle rotaie, cioè sull’infrastruttura.
    Forse bisognerebbe separare le due aree in modo netto con società diverse.
    La mia solita domanda: come fanno all’estero? Vi sono numerosi fornitori di servizi ferroviari? La rete rotabile chi la gestisce?
    Molte domande ma le scrivo perché non so le risposte.

  3. rccs:

    Anche in Italia formalmente le infrastrutture sono una società differente da Trenitalia, però anch’essa partecipata dallo stato. In questo caso Trenitalia fa la voce grossa non in quanto detentrice delle infrastrutture quanto di convenzioni con varie regioni per i treni dei pendolari. In effetti, in altre regioni del mondo dove c’è concorrenza sui rotabili, avviene a fronte di pressi generalmente maggiori.

  4. Berto:

    Delle due l’una: o si vuole la libera concorrenza, e allora si accetta che ognuno dei partecipanti sia libero di decidere a quale prezzo offrire il servizio (compresa TRENITALIA, che oggi, piaccia o no, deve far circolare i treni regionali a prezzi che NON SONO prezzi di mercato), oppure si vogliono i treni a prezzi bassi per pendolari e ceti a basso reddito: e questa cosa la può garantire ESCLUSIVAMENTE un monopolista sovvenzionato dallo Stato, come da sempre erano le vecchie FF.SS.
    Decidiamoci: vera concorrenza o monopolio, ma le vie di mezzo in cui tutti vogliono tutto e nessuno è disposto a rinunciare alle proprie “comodità” finiscono semplicemente per portare all’attuale guazzabuglio di finte concorrenze (telefoni, utenze varie, banche e assicurazioni) che scontentano tutti, fanno guadagnare enormemente i soliti noti, e dove non si sa mai chi è veramente responsabile delle scelte fatte.

  5. Alberto:

    Per rimanere in argomento non dimenticherei che la giunta regionale piemontese ha pochi mesi fa rimandato alle calende greche la gara per la liberalizzazione dei servizi ferroviari…

    http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/378176/

 
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