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martedì 24 Ottobre 2006, 10:57

Amicizia

Via blog di Fabbrone, un po’ di ironica esperienza di vita dalla rete:

A woman has a close male friend. This means that he is probably interested in her, which is why he hangs around so much. She sees him strictly as a friend. This always starts out with, you’re a great guy, but I don’t like you in that way. This is roughly the equivalent for the guy of going to a job interview and the company saying, You have a great resume, you have all the qualifications we are looking for, but we’re not going to hire you. We will, however, use your resume as the basis for comparison for all other applicants. But, we’re going to hire somebody who is far less qualified and is probably an alcoholic. And if he doesn’t work out, we’ll hire somebody else, but still not you. In fact, we will never hire you. But we will call you from time to time to complain about the person that we hired.

Nella pratica, le cose sono sempre più complicate di così: se ci si frequenta in modo non casuale l’interesse non può essere di uno solo, ed è psicologicamente impossibile che il rapporto tra un uomo e una donna entrambi eterosessuali e in età fertile non abbia per entrambi una componente fisica, anche se può essere minoritaria, sublimata o controllata quanto si vuole. Il “possiamo essere solo amici” – detto solitamente dalla donna, visto che gli uomini sono istintivamente poligami per costruzione – è sempre una scelta, mai un dato di fatto.

Allo stesso tempo, quella sopra, pur se con diverse varianti, è la storia di quasi tutti i miei rapporti con il gentil sesso; e quel senso di rifiuto immotivato che senti quando il tuo approccio finisce contro un “sei una persona eccezionale, ma…”, mai seguito da una spiegazione, è forse la cosa più frustrante per la voglia di vivere di un essere umano di sesso maschile. E’ un po’ come se le donne che incontri ce l’avessero con te; ma per principio, senza alcun motivo.

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22 commenti a “Amicizia”

  1. Giacomo P.:

    hai tutta la mia solidarietà…

  2. mousse:

    Ti capisco benissimo.
    La peggiore è quando la frase in oggetto viene accompagnata da “…siamo troppo amici non voglio rovinare questa cosa”.

  3. Marco:

    Oh well, a volte quello di “non rovinare l’amicizia” e’ semplicemente un modo considerato carino/non brusco per far capire che proprio non si andrebbe a genio come partner. La rete e’ strapiena di elenchi di scuse di questo tipo, piu’ o meno esilaranti ;)

  4. Bruno:

    Ascoltare 3 volte al giorno, appena dopo i pasti, “Cara ti amo” e “servi della gleba”. Un toccasana.

  5. Bruno:

    E per riallacciarmi alla metafora del colloquio di lavoro… Se un’azienda non mi assumesse e poi mi telefonasse a casa per una consulenza, pretenderei che la mia prestazione venisse retribuita. Subito.

  6. Mir:

    Su, su. Il mondo e’ pieno di donne! Pochi piagnistei per chi non ha apprezzato i virilissimi e intelligentissimi uomini che avevano davanti! Voltare pagina e non voltarsi piu’ indietro. E dimostrare quindi, finalmente, che siamo ESSERI SUPERIORI e non SOLO assoggettati alla patacca, come alcune delle signorine del gentil sesso pensano.

  7. Nya:

    Beh vediamo… tutto dipende se preferisci una risposta secca dalla ragazza o la preferisci motivata ( anche banalmente).

    Io (femmina etero) odio la risposta secca e voglio un perchè plausibile ( va bene anche il “non mi piaci fisicamente”), perchè tanto prima o poi il vero perchè lo vengo a sapere e allora sì che mi incaXXo.

    Ho scoperto oggi leggendo questo post e parlando con un po’ di amici ( maschi) che loro preferiscono il NO secco.

    Ho avuto amici diventati fidanzati e tornati amici, e mi sto giusto chiedendo quanto nella storia ci fosse di amore e quanto di affettuosa amicizia, e quale componente debba prevalere…

  8. vb:

    Mir: ma non voleva essere un piagnisteo, solo una constatazione di una differenza (media!) di vedute tra uomini e donne. In realtà ci sono un sacco di stati intermedi, come giustamente dice anche Nya :)

  9. Nick:

    La differenza è che una donna, per avere un rapporto fisico con un uomo, deve trovare una ragione. Qualunque, dall’attrazione fisica a quella intellettuale, poco importa. Ma prima di passare dall’amicizia a un qualunque tipo di rapporto fisico si domanda: “Perché?”.
    L’uomo si domanda sempre e solo: “Perché no?”.
    My two cents

  10. Piero:

    Penso che la soluzione al problema del rapporto tra uomo e donna vada ricercata nei primi capitoli del libro della Genesi dove il Programmatore ha già scritto le istruzioni di quello che deve essere il programma eseguibile.

    Riportando il program counter a zero, all’alfa, possiamo associare la costante uomo a quella di Gesù e la costante donna a quella della Chiesa. Compilando e mandando in esecuzione l’eseguibile arriviamo alla fine del programma, con due costanti che coincidono: la costante omega che coincide con la costante alfa. A quel punto il program counter termina il programma secondo le istruzioni del Programmatore e restituisce il controllo al sistema operativo a disposizione del Programmatore stesso che lancerà di nuovo il prgramma con “make menuconfig”.

  11. Simone:

    tutto si riconduce al fatto che ci sono molti piu’ spermatozoi che ovuli.

  12. Anasrtofe89:

    io mi trovo a vivere una situazione come qlla citata sopra…… le ragazze (me ne devo fare una ragione forse!) sono così, e mi è capitata altre volte questa cosa. purtroppo ci soffro ma non posso fare altrimenti… che fare? rassegnarsa?!!

  13. Alberto:

    Mah, chi di noi non apprezza l’avere al proprio fianco una persona sufficientemente affettuosa, gradevole ed intelligente? Ci sono persone che non possono proprio farne a meno e pur di non farsela scappare finiscono col nutrire delle false amicizie, succedanee di un vero rapporto di coppia, false perché basate sull’equivoco tra l’attrazione dell’uno ed il bisogno dell’altro. La formula del “possiamo essere solo amici”, “sei una persona eccezionale” eccetera riassume ciò, ovvero io cerco di tenerti a me perché ho bisogno della tua vicinanza però per motivi svariati (non necessariamente definitivi) non voglio fare sesso con te.
    Per l’altra persona, specialmente se animata da orgoglio maschile, tutto ciò è piuttosto snervante perché la fa sentire sostanzialmente asessuata. Ho sempre sperimentato che il modo migliore per uscirne dignitosamente è un cinico “Grazie, ma per te nutro altri sentimenti e non credo che potremmo essere solo amici”: direi che fa bene a tutti e due.
    CIao

  14. Attila:

    Attenzione Signori…
    che di solito queste cose finiscono come la mitica telefonata alla fine della canzone “Servi della Gleba” di Elio e Le Storie Tese presentata nell’album “Rum Casusu Cikti”

    “Vuoi mettermi una scopa in culo così ti ramazzo la stanza?”

  15. vb:

    E’ vero, ma attenzione, un uomo che abbia sufficiente sicurezza di sè da non curarsi degli stereotipi del maschio che deve sempre soggiogare la donna può anche accettare volontariamente e coscientemente una situazione che dal di fuori appare da “servo della gleba”, perchè comunque la gratificazione nel frequentare quella persona è superiore alla frustrazione derivante dal non poter andare oltre.

    Insomma, ridurre il tutto al dover “punire” una donna perchè non vuole “dartela” è piuttosto semplicistico, e potenzialmente altrettanto autolesionista del continuare a frequentarla.

    Purtroppo, nella vita non sempre esiste una soluzione tale da soddisfare tutte le persone coinvolte… alla fine, si sceglie il meno peggio, che è per definizione frutto di una valutazione soggettiva.

  16. Alberto:

    Quella che tu descrivi, vb, è un’amicizia vera. Ovvero lui è contento di frequentare lei, lei è contenta di frequentare lui. Nessuno chiede all’altro nulla di più.
    Altra cosa è: lui frequenta lei sperando che prima o poi ci scappi qualcosa, lei frequenta lui pur sapendo che in realtà lui si aspetta altro ma lei con lui passa il tempo piacevolmente e quindi non sa staccarsene.
    Il risultato è alimentare un rapporto fasullo che darà frustrazione a lui e delusione a lei. Interrompere un rapporto simile non vuol dire “punire” qualcuno, ma semmai compiere un gesto maturo nell’interesse di entrambi.
    Ciao

  17. vb:

    Vero, ma purtroppo i nostri desideri non sono digitali, per cui qualche volta ci si vede in “vera amicizia” e qualche volta invece emergono le frustrazioni e le delusioni, a seconda di come butta la serata e di come ti gira tutto il resto in quel momento. Quindi è sempre difficile definire in quale dei due casi ricade la situazione: alla fine credo tocchi andare di valutazioni statistiche, su quale delle due cose prevale più spesso.

  18. Mir:

    E’ che i desideri, le aspirazioni, fan parte della natura umana e sono legittimi. Ed e’ sempre gentile, non fasullo, dire a quella ragazza che ti e’ corsa dietro per lungo tempo che ti fa piacere uscire a cena con lei qualche volta, anche se sai che lei davvero non ti interessa in certi termini, pur sapendo anche che per lei probabilmente tu rappresenti qualcos altro.
    L’importante e’ parlare al momento giusto, mettere bene in evidenza quali sono le proprie intenzioni, i propri limiti in un rapporto, senza lasciare dubbi o false aspettative nell’altro.
    Tutto il resto sono i film girati dal nostro cervelletto su “come mi piacerebbe che fosse”, o “come dovrebbe essere”, ma non e’.
    Insomma, se a lei fa piacere uscire con te chi sei tu per impedirglielo? E poi e’ una persona davvero cosi’ sgradevole? Parigi val bene una cena!
    Altra cosa sono invece le situazioni che generano meccanismi ridondanti in cui uno dipende dall’altro e cerca di tenersi agganciato generando sensi di colpa o affini. Bruttissimi.

  19. Alberto:

    In effetti il territorio tra l’amicizia vera e quella “posticcia” è sconfinato. Muovendosi in quel territorio ci si può solo sforzare di depurare il nostro sentire dai nostri desideri e capire se quel rapporto genera davvero in noi più soddisfazione o più frustrazione.
    Ciao

  20. Bruno:

    Scusa, Mir, ma
    > Insomma, se a lei fa piacere uscire con te chi sei tu per impedirglielo?

    Uno che non c’ha voglia di uscire stasera?

  21. Mir:

    Ok Bruno, tutto bene, tutto giusto.
    Sara’ che la mia natura e’ piuttosto disponibile nei confronti degli amici, e di conseguenza se proprio non son malato o se non ho programmi precisissimi in agenda tendo ad acconsentire.
    Poi, e’ sempre bello vedere qualcuno che sta bene anche solamente perche’ esce con te (ti fa venire in mente quando certe cose capitavano a te!!)
    E ti assicuro che non son cose da liceali. Succede anche a 40 anni! A 60! E’ solo che qualcuno ha fatto finta di dimenticarsene e per questo inizia a perdersi molto della esistenza.

  22. Andrea:

    Se uomini e donne avessero la sincerità di dirsi “mi attrai fisicamente, vorrei scoparti un po’!” tanti di questi falsi problemi non esisterebbero! Il problema é che ben pochi adulti sono auto consapevoli e sono sinceri con se stessi…figuriamoci se riescono a dire la verità ad un’altra persona. Quindi ne “servi della gleba” ne “predatori a tutti i costi”, ne “suore” ne “puttane”…siamo semplicemente esseri umani, mossi da un’infinità di desideri e passioni. Basta capire se stessi prima di tutto e, dire la verità alle persone che si frequentano. Io faccio cosi’ anche se ogni tanto mi guadrano male perché troppo diretto!

 
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