Ho scritto al ministro
Parliamo sempre della cosiddetta “internet tax” – anche se il termine non mi piace, perché il problema non è tanto quello economico, quanto quello delle barriere all’ingresso per chi vuole esprimere in rete le proprie opinioni, insomma della possibile restrizione e controllo dell’espressione online.
Stamattina ho letto il post al riguardo del ministro Gentiloni – persona con cui ho anche avuto modo di chiacchierare cinque minuti, al WSIS di Tunisi, e mi aveva anche fatto una buona impressione – in cui si scusa e dice che lui non aveva letto la legge prima di approvarla, il che conferma la mia interpretazione di venerdì. Anche io ho pensato che non si può approvare una legge di riforma dell’editoria (mica un decreto sul diametro delle banane) senza leggerla in dettaglio, ma sorvoliamo.
Però, ho notato che il ministro ha sul suo blog una form per scrivergli. E così, ho pensato di vedere se è solo per bellezza; e gli ho lasciato un gentile messaggio, suggerendo che forse è il caso che prima di legiferare sulla rete ne parlino con qualcuno che ne capisce, partendo dagli esperti che hanno già in casa (e non intendo certo questi), e magari mettendo in piedi una bella consultazione aperta a tutti via Web.
Sarebbe bello se si scoprisse che il sito del ministro è come quello di tutti noi, cioè non soltanto una vetrina ma anche un modo per essere contattati. Comunque, scrivere gentilmente ai politici in questione mi sembra più produttivo che continuare a dirci tra noi quanto siamo incavolati, o riempire di insulti i commenti sui loro blog.
[tags]internet tax, gentiloni, riforma dell’editoria[/tags]
22 Ottobre 2007, 10:19
Guarda che anche il diametro delle banane può diventare una questione fondamentale per la sopravvivenza del Governo Prodi…
22 Ottobre 2007, 11:51
Fosse un impiegato di qualche ufficio privato lo avrebbero già licenziato.
Gentiloni è indubbiamente meglio del suo predecessore ma suuuuu, come fa un ministro a non leggere le leggi che approva. Paradossalmente parlando; potrebbero anche mettergli sotto al naso in Consiglio dei Ministri una proposta di legge per un golpe e lui l’ approverebbe?
Tanto non le legge.
Io credo che nemmeno gli altri l’ abbiano letta perchè sono quasi (e ripeto quasi) convinto che se gente tipo la Bonino o Ferrero l’ avessero letta non avrebbero approvato. Credo…perchè ormai tutto è possibile.
22 Ottobre 2007, 15:25
Chiunque sia stato membro di un CdA di una grande azienda o di un consiglio elettivo di un ente pubblico di medie dimensioni sa che non è materialmente possibile leggere tutto ciò che arriva per l’approvazione; ci si deve fidare dello staff e del briefing che esso fornisce. Ciò nondimeno, è dovere di ogni buon membro del consiglio di fare le domande giuste, ossia di individuare al volo le questioni potenzialmente controverse e di chiedere tutti i chiarimenti necessari finché non è soddisfatto e convinto.
In altre parole, non mi scandalizza il fatto che il Consiglio dei Ministri non legga tutto ciò che deve approvare, ma mi scandalizza che nessuno dei ministri abbia considerato la riforma dell’editoria sufficientemente importante da chiedere a chiunque abbia istruito il provvedimento di fornire un riassunto dei punti principali, in modo da accorgersi di potenziali problemi.
23 Ottobre 2007, 10:24
vb, post: Sarebbe bello se si scoprisse che il sito del ministro è come quello di tutti noi, cioè non soltanto una vetrina ma anche un modo per essere contattati.
vb, commento: Chiunque sia stato membro di un CdA di una grande azienda o di un consiglio elettivo di un ente pubblico di medie dimensioni sa che non è materialmente possibile leggere tutto ciò che arriva per l’approvazione
c’è una simpatica contraddizione.
(sì, lo so che si può immaginare che ci sia qualche galoppino pagato per fare la cernita dei messaggi arrivati al blog e presentare al ministro quei pochi sensati. L’immaginazione è una gran cosa)
23 Ottobre 2007, 11:28
Tra desideri e realtà c’è sempre contraddizione, purtroppo.
23 Ottobre 2007, 14:47
Mi sembra che un ministro che si apre un sito non possa che mettere nel conto il galoppino, no? Tra l’altro glielo paghiamo noi cittadini…