In questo martedì di febbraio, ho deciso che è il caso di dedicare il mio blog ad un annuncio importante. Se siete lettori assidui di questo blog, l’annuncio non vi sorprenderà ; avrete capito infatti che ormai da parecchio tempo non riesco più a sopportare lo stato di degrado e di corruzione in cui si trova l’Italia.
Premetto subito alcune basi del ragionamento: il degrado della politica non è altro che lo specchio del degrado morale dell’intera società ; è un sintomo, non una causa. Questo degrado sta anche alla radice della nostra crisi economica, perché in un sistema economico globalizzato, dove almeno nei paesi sviluppati il valore delle attività economiche è legato all’innovazione, alla serietà e alla voglia di fare, un Paese dove il nepotismo prevale sulla meritocrazia, dove la cialtroneria è uno stile di vita e dove l’esistenza di una casta aggrappata al potere blocca il ricambio e impedisce di restare al passo coi tempi è destinato a soccombere in maniera devastante.
Stiamo entrando in una crisi globale profonda, legata all’esaurimento almeno parziale dei modelli di sviluppo su cui si è costruito il benessere dell’umanità negli ultimi trecento anni, che sono basati sull’ipotesi che le risorse a disposizione e la crescita che esse permettono possano essere infinite. Ci avviciniamo ai limiti del possibile; è una crisi che richiede un ripensamento significativo di tutte le nostre strutture sociali e degli scopi stessi della società . Sulle nostre teste, però, a questa crisi si somma l’effetto del degrado di cui dicevamo prima: per questo, in Italia la crisi sarà lunga e pesante, e quel che abbiamo visto finora è solo un accenno.
Da una crisi del genere si può uscire in due modi: tutti insieme, limitando i danni e aiutandosi l’un l’altro; oppure in ordine sparso, contendendosi con la forza l’ultima briciola di ricchezza, in mezzo a un conflitto sociale violento e distruttivo. Tuttavia, per far avverare il primo scenario non si può stare a guardare; è non solo un diritto, ma anche un dovere di chi ha la fortuna di aver maturato esperienze e conoscenze di valore, quello di impegnarsi in prima persona. D’altra parte, sappiamo tutti, senza bisogno di dircelo ancora, che con l’attuale classe dirigente del Paese – politica, industriale, accademica; di destra o di sinistra che sia, non fa più differenza – non potremo che marciare dritti verso un disastro immane.
La situazione, comunque, richiede cambiamenti non solo nelle persone, ma anche nei metodi della politica. Il vecchio sistema piramidale, il potere gestito per delega da persone che voti una volta e che poi per anni sono libere di farsi i fatti propri, non funziona più. In tutto il mondo, da decenni, si parla di concertazione, di partecipazione, di consultazione; la rete trasforma le strutture di potere e mette nelle mani degli individui possibilità di discutere, di informare, di partecipare, di organizzarsi mai viste prima. La gestione del bene pubblico deve sempre più ritornare alle mani dei cittadini, con forme di democrazia diretta per le questioni più importanti – e non è follia, in Svizzera lo fanno da sempre – e con forme di democrazia partecipativa per tutto il resto, dando a ogni persona la possibilità di partecipare direttamente alle decisioni sulle questioni che stanno loro più a cuore, e ritrasformando i politici in quel che dovrebbero essere: dipendenti della collettività , che ne fanno gli interessi e ne eseguono gli ordini.
Per tutto questo, da un paio di settimane abbiamo costituito formalmente una associazione no-profit che si chiama Torino a 5 Stelle – Amici di Beppe Grillo, e che è il risultato di un processo durato oltre un anno, con l’obiettivo di costruire una struttura che possa supportare la nascita di una lista civica cittadina, e presentarsi alle elezioni amministrative per promuovere in prima persona il rinnovamento delle persone e dei metodi.
Perché la politica? Perché da anni tutti noi, ognuno nel proprio campo, ci impegniamo in attività nella società civile; io contro gli attacchi alla libertà di Internet, altri magari contro un inceneritore inquinante o contro la corruzione da cemento ovunque (uno dei veri poteri forti di questo Paese). Ma abbiamo capito che questo non serve: la casta che ci governa ignora le manifestazioni, cestina le raccolte di firme, continua imperterrita a farsi i propri interessi personali, usando i mezzi di informazione per nascondere i problemi e consolidare il proprio potere. Per questo è necessario rinnovare le istituzioni italiane in profondità ; e allo stesso tempo cambiarne i metodi, perché una cancrena come l’attuale non possa più ripetersi, perché il potere corrompe le persone e non vogliamo correre il rischio di essere corrotti noi stessi.
Perché Grillo? In passato l’ho criticato anche pesantemente; poi, andando più a fondo nelle questioni, ho scoperto che sotto la semplificazione e un po’ di demagogia ci sono cose che i giornali non mi avevano mai detto, e ho cominciato a capire meglio. Mi sono avvicinato a questo movimento in occasione del V2-Day di Torino nella scorsa primavera, cercando di capire, per vedere se dentro ci trovavo riciclati maneggioni o esaltati integralisti. Di riciclati non ne ho visto neanche mezzo; di esaltati mezzo al massimo. Ho invece trovato un gruppo di persone che la pensavano esattamente come me, che erano mosse dagli stessi obiettivi, che ragionavano con la propria testa; e abbiamo discusso e lavorato intensamente per molti mesi. Insomma, Grillo è soltanto il pretesto, la scintilla che ha acceso il fuoco, il simbolo che permette a tanti giovani in tutta Italia – decine e decine di gruppi attivi ovunque – di ritrovarsi e di farsi conoscere. Noi siamo d’accordo con lui quasi sempre, ma se spara stupidaggini o se si vende non gli andiamo certo dietro; tra Grillo e i nostri principi scegliamo sempre questi ultimi.
Il movimento di Grillo non è un partito; non lo siamo nemmeno noi. Il nostro statuto prevede vincoli chiari: è vietata l’iscrizione ai pregiudicati, a chi frequenta gli attuali partiti e a chi non vive a Torino e provincia. Per il resto, la porta è aperta a tutti; non ci sono direttivi né presidenti, ma semplicemente una assemblea in cui il diritto di voto si acquista partecipando regolarmente alle riunioni, e si perde quando si smette di venire; chi non è attivo può comunque partecipare alle discussioni online e votare sulle scelte più importanti. Non ci sono nemmeno direttivi nazionali; non prendiamo ordini da nessuno. Abbiamo mandato i nostri certificati penali, e una volta provato che eravamo incensurati siamo stati certificati come lista a cinque stelle per Torino.
Non sappiamo ancora se e quando saremo pronti per presentarci alle elezioni; certamente sentiamo l’urgenza di farlo, anche perché, visto come viene trattata la nostra Costituzione, ad aspettare ancora un po’ c’è il rischio che le elezioni non ci siano più – o che siano elezioni farsa, con liste bloccate, sbarramenti al dieci per cento e divieto di candidarsi a qualsiasi movimento che non piaccia a Berlusconi. Ci sono anche ottimi e pressanti motivi sostanziali per farlo, come la faccenda degli inceneritori. Vedremo; innanzi tutto vogliamo coinvolgere altre persone, proprio perché non bisogna cambiare solo la faccia dei politici, ma anche, piano piano, la testa degli italiani.
Chiunque voglia aiutarci è il benvenuto; ci si può iscrivere, partecipando di persona come socio attivo, o soltanto online come socio ordinario; si può partecipare alle discussioni sul forum che abbiamo appena aperto, anche senza iscriversi all’associazione; ci si può limitare a registrarsi alla nostra lista di annunci (nella home del sito), a passare parola, a segnalare dei problemi concreti, a fare delle proposte, e, in caso di elezioni, a darci una firma o a portarci qualche voto.
Non abbiamo una lira se non quelle che mettiamo di tasca nostra – lo stesso Grillo per ora si è limitato a convocare le liste a Firenze l’8 marzo, ma non fornisce alcun supporto organizzativo – e di certo i giornali non ci aiuteranno; possiamo contare solo sull’azione diretta di tante persone, che però, come Internet ha dimostrato più volte, può essere più forte di qualsiasi potere costituito. Io voglio poter dire di averci almeno provato, e quindi, con lucida follia ma anche con molta fiducia, ci metto la mia faccia. Vedete voi che fare della vostra.
[tags]torino, torino a cinque stelle, democrazia, partecipazione, elezioni, cittadinanza, beppe grillo[/tags]