Chiampacentro
Volevo aggiungere ai miei primi commenti una nota specifica sul risultato di Torino.
Una debacle come quella di Buttiglione ieri si è vista molto raramente, in una grande città italiana. A livello di preferenze per il sindaco, Chiamparino ha chiuso al 66,6%, contro il 29,4% di Buttiglione: ben più del doppio.
La cosa diventa ancora più degna di nota se si confrontano questi numeri con quelli dei voti di lista, dove le liste del centrosinistra insieme hanno preso il 63,6%, contro il 32,2% di quelle del centrodestra. In pratica, oltre il tre per cento dei torinesi ha scelto di avvalersi del voto disgiunto, pur di votare una lista di centrodestra ma allo stesso tempo preferire Chiamparino a Buttiglione.
Potete interpretare queste cose come volete; in parte, è ovvio che Buttiglione fosse un candidato-segnaposto senza nessuna speranza, e che il centrodestra non ci abbia messo impegno; in parte è questione dello stile sabaudo e concreto di Chiamparino, che piace anche alle vecchiette – per non parlare del traino olimpico.
Tuttavia, questo può anche essere il sintomo di come, proprio in quella Torino tradizionalmente avanguardia politica dell’Italia, la parte maggioritaria della sinistra abbia finalmente compiuto la propria migrazione: da cumunisti a presentabili alfieri della piccola borghesia italiana.
Certo è che, dopo questo risultato, le ambizioni di Chiamparino di scalzare Veltroni dal ruolo di leader del nuovo Partito Democratico si faranno più forti…