Miracoli
Ieri ho fatto un giro a Pisa in giornata, per partecipare al Consiglio e all’Assemblea di Società Internet, e alla cena conclusiva con ospiti d’onore Vint Cerf e Bob Kahn. E’ stata una bella giornata, perchè in questo genere di occasioni si incontrano tante persone interessanti, ci si aggiorna su cosa sta succedendo in rete dai vari punti di vista (politico, economico, tecnico…), si discute di possibili iniziative; e in più, molte di queste persone ormai sono diventate amiche, visto anche che nei corridoi alcuni di questi professori, tecnologi e capitani d’impresa mi hanno intimato a forza di pacche sulle spalle di non andar più ai matrimoni.
Di tutti questi input politico-tecnici parlerò con calma nei giorni futuri; come al solito, prima vorrei condividere la sensazione particolare che ho provato in un’oretta in solitaria subito prima di cena, preso tra le ombre lunghe di un cielo azzurro e di un tramonto solare, mentre il resto del gruppo si recava in albergo a prepararsi. Cosa si può fare per un’oretta da soli nel centro di Pisa? Naturalmente, si può andare in piazza dei Miracoli.
Credo che la piazza dei Miracoli sia un luogo speciale soprattutto perchè è uno dei punti più noti del mondo; è relativamente difficile trovare qualcuno – in Italia ma anche in Europa, e in buona misura anche negli Stati Uniti – che non sia mai stato a vedere la Torre di Pisa, o che perlomeno non ne conosca l’aspetto.
E così, nel mio caso, mi è venuto naturale ripensare a tutte le volte che sono passato di lì, tutte così diverse tra loro. Per la prima volta, da bambino, in vacanza con i miei genitori; poi da ragazzo in gita scolastica; poi una notte nel 1997, guardandola di sfuggita dal pullman che faceva Lucca-Firenze via Pisa, dopo il mio primo raduno di IAC; e poi la sera in cui parlai con Elena per la prima volta, per un raduno di IFQ; e una sera a due, da fidanzati, in un viaggio che avevo organizzato per lei. E poi ieri, da solo, di sfuggita, sperso anonimamente in mezzo a turisti e turiste e coppie di turisti e turiste.
Credo che vedrò quella piazza ancora varie volte nella mia vita, sempre in situazioni diverse; ma non ho ancora capito se la differenza nelle scale di tempo, tra le mutazioni degli uomini e quelle delle pietre, sia inquietante o rassicurante. La passeggiata successiva, per quelle vie dove la folla di turisti non sciama, e Pisa diventa un paesone quasi marittimo, con negozietti di alimentari accatastati e le vecchiette affacciate sotto le serrande semichiuse per il sole, non ha risolto i miei dubbi.
La cena poi ha dissipato subito tutto, è stata davvero piacevole, ho bevuto pochissimo tanto che ho poi guidato tranquillamente per due ore e quaranta per tornare a Torino, senza grandi problemi (anche se ho frenato un po’ lungo aVillanova :-P ). Resto con la conclusione provvisoria che, forse, l’unica cosa che potrei chiedere alla piazza dei Miracoli è il miracolo di rendermi normale.
15 Luglio 2006, 00:35
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