Non lo sapete, ma da ieri pomeriggio anche io faccio parte del magico mondo dei clienti TIM, e di una sottospecie particolarmente incosciente: quella che desidera utilizzare il telefonino per collegarsi a Internet con il portatile dai luoghi di vacanza.
Volendo difatti andare in montagna, mi sono premurato di esaminare le varie offerte disponibili per la connessione Web via GPRS.
Quella di Vodafone (20 euro a bimestre per 250 MB, quindi due o cinque euro per MB a seconda del piano) è pessima; ho chiamato il 190 per chiedere se veramente non vi fosse nulla di meglio, e la signorina ha avuto serie difficoltà a capire la domanda.
TIM e Wind ne hanno due molto simili, che ti danno 1 GB per 20 euro se consumati entro un mese (quella di TIM solo dal primo rinnovo, se non la lasci mai scadere). Io però non ero certo di consumare così pochi dati in una settimana (l’abitudine…) e quindi ho preferito una offerta che ha solo TIM: 9 GB per 25 euro, però da consumare nei festivi oppure, nei feriali, dopo le 17 o prima delle 9. Così, ho pensato, mi impedisco anche di stare attaccato a Internet di giorno…
Qui comincia la mia odissea: ieri pomeriggio vado nel negozio TIM (ufficiale) vicino all’ufficio, chiedo una SIM spiegando a cosa serve, il tizio mi chiede 35 euro (25 per la tariffa più 10 per la SIM comprendenti 4,70 euro di traffico), io chiedo la fattura intestata alla mia partita IVA personale; il tizio si rifiuta, perchè ci andrebbe la visura, e poi tanto lei non scarica quasi niente, e qui e là , ma si vede benissimo che pensa “non mi rompa i coglioni che ho il negozio pieno di gente”.
Va bene, sono di corsa anch’io e parto per le vacanze, non ho voglia di litigare. Prendo la busta della SIM, domandandomi come mai proprio 4,70 euro; lo scopro un’ora dopo, quando apro la busta e scopro che la SIM è già staccata dalla tesserina, e (mettendola nel telefono) c’è traccia di una chiamata già fatta. Ottimo servizio, non c’è che dire.
Adesso si pone il problema di come far funzionare il tutto. In teoria, la SIM è TIM, il telefono è marchiato TIM (un Sony Ericsson Z600 recuperato dai fondi di magazzino in ufficio, visto che il mio vecchissimo Nokia 6610 non ha il Bluetooth, che è l’unico mezzo semplice di connessione di un cellulare verso il mio iBook), le configurazioni dovrebbero esserci. E ci sono: ma non una, sei! Nei punti di accesso preimpostati ci sono “TIM”, “TIM GPRS”, “TIM GPRS sic”, “MMS”, “MMS GPRS” e finalmente “I-BOX” che è quella che devo usare io. In più, ci sono preimpostati una ventina di numeri con dei nomi e quindi degli scopi incomprensibili; non me li ricordo ma erano qualcosa tipo Timmammè, Tuttitim, @TenzioneTim, ZeroTimPiùEstateMaxi, Timpalo e Timculo, per capire il genere.
Sottolineo il punto riguardante la connessione, perchè dovete sapere che le connessioni dati dei telefonini si distinguono per una roba chiamata APN, che ha l’aspetto di un indirizzo Internet e indica il gateway in uscita dalla rete GSM verso la rete IP; gli operatori rendono accessibili servizi diversi su APN diversi, ma li tariffano anche in modo diverso. La mia offerta semiflat vale solo sull’APN ibox.tim.it; se per caso il telefono dovesse collegarsi usando uno degli altri APN, è probabile che la connessione funzioni lo stesso, ma mi venga tariffata con quei prezzacci tipo sei euro a megabyte (che costa meno trascrivere il pacchetto byte per byte su un foglio di carta e mandarlo per corriere espresso…).
Non sono comunque sicuro che i dati preimpostati siano giusti: preferirei chiamare TIM e farmi mandare un SMS di configurazione. Sfortunatamente, la mia chiamata al 119, dopo cinque minuti di navigazione guidata da una vocina entusiasta in modo irritante, diventa un venti minuti di attesa a sentire la musichina della tribù, per poi sentirmi riattaccare in faccia. Occhei, facciamo domani.
Così stasera, all’ora di cena, riemergo da una epica partita di Civilization III pieno di fiducia; avendo deciso di dare per scontato che le configurazioni del cellulare siano giuste, accendo il portatile, attacco il Bluetooth sul telefono, e dal menu Bluetooth di Mac OS X faccio “Imposta dispositivo”. Il portatile cerca il cellulare, lo trova, si parlano un po’, mi fa autenticare tramite un numero da leggere dal portatile e scrivere sul cellulare; poi mi dice che ci sono vari servizi, tra cui la sincronia dei contatti e la connessione a Internet, con due sotto-opzioni: tramite numero di telefono (modem tradizionale), o tramite rete dati (GPRS).
Commetto l’errore di lasciare attivata la sincronia dei contatti, al che l’iBook cerca disperatamente di copiare contatti di qua e di là , prima che lo prenda a martellate per evitare che faccia danno. Riprovo selezionando solo la connessione a Internet, e mi chiede tre cose: uno username, una password, e una “stringa GPRS CID, esempio *99*12345678#”; e poi, mi preseleziona un “tipo di script”.
Panico. Ero preparato a varie domande, mi ero stampato varie tabelline da vari siti con vari dati (tra l’altro, a seconda del sito le impostazioni consigliate sono opposte, e un sito ti dice di lasciar vuoto lo username, e un altro ci mette il numero di telefono… e il mio cellulare c’aveva scritto “easyibox”, vassapere perchè), ma queste due cose proprio non le so. Alla fine chiamo Simone, che si era vantato di aver fatto funzionare la cosa al primo colpo. In effetti, concludiamo che *99* è quel che il mondo usa per queste cose, un po’ come http davanti agli URL, ma cosa ci scrivo dopo?
Qui ho un mezzo colpo di genio: avevo notato che le varie connessioni impostate sul cellulare avevano un parametro chiamato CID, assegnato dal cellulare e non modificabile; in pratica, un numero d’ordine per distinguerle. Così, provo a scriverci quello: per I-BOX il cellulare dice 3, e così metto *99*3# .
Funziona! Ma mi resta il panico: starò veramente usando la connessione giusta, o starò venendo spennato come un pollo? Il sito diceva di scrivere “SALDO TIME” per SMS al 4916 per sapere i byte di credito residui; provo a farlo subito prima e subito dopo di una breve connessione, per vedere se cambiano. Non cambia, ma in entrambi i casi mi dice che il credito è 2 GB, preciso al byte; o mi ha fregato la pubblicità , visto che io dovrei averne nove, o sto servizio satura alla cifra sbagliata.
Allora mi viene la geniale idea di chiamare il 119 per sapere il credito. Dopo altri cinque minuti di vocina irritante conditi da pubblicità varia e dalla pressione di un certo numero di tasti, mi vengono confermati i 9 GB, e mi viene detto che sulla SIM ho tre euro e venti centesimi, alle 20:49 del 9 agosto (circa venti minuti prima). Oddio, allora non è la connessione giusta, e mi stanno spennando!
A riprova, cerco di chiedere al 119 il dettaglio chiamate, ma dopo i canonici cinque minuti la vocina mi dice beffardamente di registrarmi sul sito TIM, guardare lì sopra e non rompere i coglioni. Ho capito, porco cacchio, ma io sono qui attaccato proprio perchè non riesco a collegarmi a Internet!! Visto che però nei venti minuti mi ero ricollegato, decido di aspettare e vedere se al prossimo aggiornamento il credito è calato ancora.
Dopo mezz’ora, rifaccio il tutto e… oddio, è calato: ora ho tre euro e zero centesimi… ma sempre alle 20:49 del 9 agosto! E che fate, barate?? Venti centesimi spariti in tempo zero? Debiti retroattivi? In compenso, navigando ho trovato un po’ di altri siti che mi hanno tranquillizzato: alcuni dicono esplicitamente che, come avevo immaginato, dopo *99* ci va il CID, e questo signore ha uno script di connessione che ti permette di inserire direttamente l’APN nella casellina del numero di telefono, riconfigurandoti al volo la connessione sul cellulare; apro il sorgente del suo script, e lui effettivamente chiama *99***3# . Non so se i due asterischi cambino, li aggiungo, ma a questo punto mi ritengo autorizzato a pensare di aver ragione io.
Ma allora il credito da dove mi sta sparendo? Forse l’SMS al 4916 è gratuito, ma quello di ritorno che ti manda lui non lo è?? O la chiamata al 119?
Insomma, per ora funziona (lentissimo e con frequenti disconnessioni, ma qui cadono anche le telefonate voce, non posso lamentarmi più di tanto; è solo impossibile leggere la posta, date le dimensioni della mia casella, ma troverò un rimedio), ma ho come la sensazione che presto dovrò litigare col servizio clienti TIM. Ammesso che risponda.
P.S. In tutto questo, nessuno mi ha ancora dato un username e una password. Sul sito TIM, però, ti dice di registrarti mandando un SMS con scritto “TIM” seguito da una password numerica a tua scelta, al numero 49001. Ora l’ho fatto, mi ricollego, e spero di avere ulteriori informazioni dal sito. Se no, quando mi stufo di parlare solo con risponditori SMS e macchine vocali, cerco l’indirizzo di Christian De Sica e vado a pescarlo a casa: lui saprà spiegarmi tutto, no?