Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Mer 24 - 3:39
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione

Archivio per il giorno 22 Settembre 2006


venerdì 22 Settembre 2006, 14:47

Sarò licenziato per questo

Chi mi conosce più da vicino sa che io e il mio socio abbiamo alcune, ehm, lievi divergenze sulla concezione dei rapporti lavorativi all’interno di una azienda moderna.

Una delle cause di discussione più frequenti in questi ultimi mesi è stata la legittimità del fatto che io blogghi in orario d’ufficio. Per me è del tutto normale che una persona con un ruolo di dirigente (ma anche un normale tecnico, se la cosa non degenera) abbia una allocazione flessibile del proprio tempo, che include una certa percentuale di tempo dedicata ad attività pubbliche o all’autoapprendimento; questo tanto più se non è assunta ma è retribuita in forma di consulente. Al contrario, per un manager che viene dal marketing il fatto di spendere anche solo dieci minuti sul proprio blog tra le 9 e le 18 è non solo un tradimento del proprio dovere di buon lavoratore, ma addirittura potenzialmente una giusta causa di licenziamento o di rottura del contratto.

La discussione è interessante: come cambiano i diritti degli individui in un mondo del lavoro flessibile? La flessibilità va solo a danno del dipendente, o ci sono anche forme di flessibilità vantaggiose, come quella di poter fare ciò che si vuole del proprio tempo purchè si raggiungano gli obiettivi? Per tutti noi che svolgiamo di fatto un lavoro dipendente, a progetto o in partita IVA, senza essere assunti, fino a dove l’azienda ha diritto di pretendere il rispetto di un orario e di mansioni definite in modo “classico”? E se l’azienda lo fa, non dimostra intrinsecamente di nascondere un rapporto di tipo subordinato sotto la forma (detassata) della consulenza?

Io, come sapete, non sono affatto legato alle tradizionali forme di rapporto lavorativo, che considero anzi obsolete in moltissimi casi, e persino inique verso tutti quelli che, nella mia generazione, sono poi costretti a lavorare in modo totalmente precario per permetterne la sopravvivenza. Allo stesso tempo, trovo che la flessibilità debba valere in entrambe le direzioni; se un’azienda non vuole concedertela, può sempre assumerti.

divider
venerdì 22 Settembre 2006, 14:18

Regole

So perfettamente quanto siano fondamentali le regole per la convivenza civile, ma è anche vero che il rispetto delle regole in modo ossessivo e privo di eccezioni è talmente insensato da coincidere con la definizione di un disturbo mentale (nevrosi).

Per cui, è vero, tecnicamente ero io in fallo; ma saremo più stronzi io e le altre quattro persone davanti o dietro a me che, dovendo andare per cinque minuti nei negozi di una via situata al centro di una zona totalmente imparcheggiabile, invece di spuzzonire il mondo per mezz’ora girando avanti e indietro senza speranza, si sono piazzate in doppia fila a bordo strada; o tu che ti infili con un grosso camion nel cuore di San Salvario e ti incazzi pure se trovi degli ostacoli?

divider
 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike