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Archivio per il giorno 10 Novembre 2006


venerdì 10 Novembre 2006, 18:54

Post scriptum

Non voglio esimermi dall’aggiungere che questa sera c’è stato un tramonto eccezionale; si sono viste nel cielo tutte le sfumature dell’arcobaleno, partendo dal giallo per virare poi all’arancione, quindi al rosa, e poi a un viola sempre più intenso e luminoso, che è sfumato nel blu sopra il nero dei tetti. Ed è stato magnifico anche il ritorno a casa, con la bici nel buio del parco della Pellerina, e la fioca luce della mia dinamo che illuminava una fitta ed incredibile pioggia di foglie gialle e lievi ad annunciare l’inverno nei capannelli di alberi, in una muta sospensione del reale che avrebbe potuto essere la scena di un film.

Temo comunque di non essere riuscito a comunicare perfettamente il perché io sia felice ed i relativi viluppi filosofici; ne parleremo con calma di persona, o anche qui, se avrete delle domande da fare; tipo chi sono, che cosa ci faccio qui, che cosa potrei fare, o anche, è nato prima l’uovo o la gallina.

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venerdì 10 Novembre 2006, 14:25

Giorni di gloria

Sono giorni di gloria, questi, perché è da molto tempo, forse da sempre, che le mie giornate non erano così luminose.

Oggi a pranzo, per esempio, ero in giro con la mia bicicletta per le vie del centro di Torino, allagate di una luce fredda e abbagliante, riflessa giù dalle montagne lontane. In teoria dovevo soltanto mangiare e poi andare in ufficio, ma è stato bello scegliere di perdersi per qualche minuto nel giallo divino che colorava le strade e i palazzi, e nella folla che, come formiche uscite al sole per un prematuro disgelo, si spandeva disordinatamente per le piazze.

E’ una di quelle giornate in cui più che mai il centro di Torino è enigmatico e metafisico, con le sue prospettive infinite come un gioco di Escher, e la sua uniformità barocca che agisce da specchio. Arricchito da provocazioni postmoderne, che vanno dalle installazioni fintamente commerciali in via Buozzi fino alle linee d’acqua fumante di piazza Carlo Alberto, passando per le finestre fotografiche sull’umanità esposte in piazza San Carlo, il centro di Torino abbracciato dalle Alpi diventa una sfera sezionata da un reticolo, il simbolo stesso dell’umanità distesa al sole e in rapporto con il divino che illumina dall’alto.

E’ per questo che io e la mia bicicletta oggi eravamo come un punto che si sposta su un piano cartesiano, l’essenza nuda del moto della vita; proiezione strettamente purificata del significato dell’esistere, in un rapporto concettuale ma concreto con tutte le altre esistenze contemporanee, e con tutte le esistenze possibili. E’ uno di quei casi in cui si prova tristezza (tristezza, non pietà, perchè non vi è superiorità in questa sensazione) per quei troppi esseri umani persi nel freddo scientismo delle cose, nell’assenza di valori, progetti e significati superiori, e nel conseguente pessimismo cosmico che deriva dalla perdita collettiva del concetto di Dio.

Non è cambiato nulla, nella mia vita, per rendermi improvvisamente felice; nulla se non la constatazione che se gli oggetti e gli eventi sono sempre gli stessi, ciò che fa la differenza sono gli occhi con cui li guardiamo. Nella continua lotta tra il bene ed il male che tutti noi portiamo dentro, sono lieto della scoperta e della rivelazione di questa luce, che d’improvviso significa tutti i Corani e le Bibbie e le filosofie e le religioni del mondo, tutte in fondo equivalenti, tutte infine comprensibili persino quando non condivisibili. C’è ancora molto da scoprire in noi stessi, ma è più facile farlo dopo aver trovato la forza, quella che fa cadere ogni arma e ogni paura, quella di sorridere sempre e riconoscere in ogni altro un simile a sè, quindi degno di dare e ricevere amore, se soltanto liberato dalle catene del dolore e dell’insicurezza.

Spero che la forza non mi abbandoni più, anche se so che, talvolta, potrà succedere; ma ho fiducia nel fatto che saranno cedimenti occasionali. In fondo, credo che questi giorni di gloria derivino dalla Scelta infine raggiunta, quella di avere il coraggio di agire per essere nè meglio nè peggio, ma semplicemente e finalmente se stessi.

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venerdì 10 Novembre 2006, 09:01

Annozero (2)

Bisogna ammettere che, con tutto il fatto che Santoro ormai cita se stesso, i servizi filmati delle sue trasmissioni sono eccezionali.

Ieri sera si sono viste le solite palazzine di via Anelli a Padova; ormai, a forza di vederle in TV, le conosco meglio di quelle in cui vivo io. Eppure, le immagini dei pusher neri che si pestano violentemente sotto i portici devastati delle palazzine, o che pisciano con l’uccello di fuori nel cortile, sono eccezionali, nella loro testimonianza di come non ci sia nulla di umano in quel luogo, solo un grande zoo pieno di ex esseri umani degradati alla condizione di bestie. E quelle dello spacciatore nero che senza nemmeno sapere di essere ripreso dice ridendo, con aria soddisfatta, “prima ero in carcere, ringrazio Prodi che ha fatto l’indulto”, se usate come spot elettorale, devasterebbero il consenso del centrosinistra.

Sarebbe meglio se, come Report, anche Annozero si concentrasse sulle immagini filmate, ed evitasse il teatrino delle bellezze al bagn- pardon, in studio, che fanno domande ai politici; in particolare la bionda principessa Borromeo, che rappresenta i giovani italiani come Kate Moss rappresenta i tossici inglesi, e che, come da nuovo tormentone, pare davvero una “gnocca senza testa”. D’altra parte, a ben pensarci, forse l’ideale del giovane italiano medio è veramente quello di essere bello, firmato e stupido, come dai modelli di successo proposti dalla televisione, ma anche come dalle immagini dei tremendi giovanotti del Nordest italiano; o della maestra elementare quarantenne, truccatissima e con magliettina di Fendi che si vanta di avere in classe “un crocifisso grosso così” e di imporre ai bambini musulmani che ha in classe di non digiunare a scuola durante il Ramadan.

A margine, continua la mia attesa: chissà se prima o poi Santoro si accorgerà che esiste in Italia qualcosa di diverso dai due clichè “meridionali in lotta contro la mafia” e “settentrionali arricchiti e razzisti contro l’Islam”

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