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Archivio per il giorno 13 Maggio 2007


domenica 13 Maggio 2007, 17:28

Una domenica impazzita

Eraldo Pecci, uno dei grandi giocatori del Toro dello scudetto, disse che tifare Toro è un po’ come masturbarsi con la sabbia: fa un male cane, ma prima o poi godi. Ecco, oggi è la giornata in cui si gode: il Toro è ancora tutt’altro che salvo, ma vincendo incredibilmente 1-0 in casa della seconda squadra più forte d’Italia – dopo una stagione passata a perdere in casa con la Reggina e con il Siena – è passato da una condanna quasi certa a buone possibilità di salvarsi.

Io, come sapete, sono in California, e ho dovuto mettere la sveglia alle cinque e cinquantacinque del mattino, cercando poi disperatamente uno streaming qualsiasi, di una radio, di una trasmissione TV che commenti le partite, di qualche cosa. Nulla: la Rai non si sente, GRP nemmeno, niente di niente. E così, mi sono accontentato del “tempo reale” del sito della Gazzetta, e soprattutto della webcronaca collettiva sul forum di Forzatoro.

Seguire una partita dalla webcronaca, se non si ha in parallelo la televisione o la radio, è allucinante. Sono pochissimi quelli che raccontano cosa succede: più che altro ci sono commenti, incitamenti, persino cori per iscritto. Si è sempre in ansia, pigiando sul tasto del reload, e attendendosi di veder comparire d’improvviso, senza annunci preventivi, una notizia buona o una ferale.

In questo caso, poi, è stata sofferenza vera: perché il Toro ha segnato all’inizio su un errore degli avversari, e poi, ovviamente, ha passato il resto della partita a difendersi dagli attacchi incessanti della Roma, che si sono fatti via via più intensi. E così, ti vedi apparire una scritta come “punizione di totti”, e poi niente per trenta secondi, col fiato sospeso, finchè qualcun altro non scrive “barrieraaaa!!!” e puoi respirare.

Nel frattempo arrivano le notizie dagli altri campi, il biscottone annunciato di Siena – in settimana Cagni, allenatore dell’Empoli quinto in classifica, aveva annunciato di temere i senesi, una squadra derelitta che in venti partite aveva vinto solo con noi, e di vedere il Toro già in B: puntuale è arrivata la vittoria del Siena sull’Empoli – e il biscottone inevitabile di Reggio, dove una sconfitta avrebbe mandato in B il perdente, per cui era ovvio che ci si accontentasse di un punto a testa.

Ma non importa, la sofferenza è tutta sul nostro campo, dove piano piano il secondo tempo si trasforma in un assedio, e le occasioni si infittiscono. Gli ultimi venti minuti sono un delirio, Abbiati inanella miracoli, Ogbonna combina disastri in fila, la Roma prende due traverse e varie punizioni e tiri fuori di poco. Si cominciano a contare i minuti, si cerca di resistere, ci si fa forza con qualche battuta e con qualche incitamento. Ogni minuto è un brivido, un’occasione salvata, un infarto mancato; finchè al 93′ la Roma prende ancora un palo, e saltano i nervi: metà di noi comincia a piangere, chi invocando gli angeli custodi, chi contando i secondi, finchè la partita non finisce, ed è una liberazione; la classica vittoria di cuore e di fiducia.

Di partite del Toro ne ho sofferte infinite, ma mai una così, a mezzo pianeta di distanza davanti a un albergo, nel silenzio della domenica mattina, con la sciarpa al collo e davanti a me solo un monitor e un po’ di compagni di sofferenza sparsi dappertutto. Grazie, è stato bellissimo. Non siamo ancora salvi, può ancora andar male, ma questa domenica non la dimenticherò tanto presto.

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domenica 13 Maggio 2007, 05:58

Gli americani sì che sanno

Il mio albergo, nonostante abbia una vista che dà nientepopodimenoché sull’autostrada 101, è un hotel a cinque stelle di quelli americani: solo per bianchi e per saltuari neri arricchiti. E’ un hotel talmente lussuoso che la camera è grande come un appartamento, con un bagno di marmo che ha sia la doccia che la vasca, separate. E’ un hotel talmente fine che a colazione non c’è un volgare buffet, ma ti siedi al tavolo come al ristorante, e viene un cameriere a chiederti come vuoi le tue uova oggi (due uova e due fettine di bacon, quattordici dollari).

Un hotel così fine non può non avere i suoi house organ. C’è una rivista che sembra For Men, piena zeppa di pubblicità di auto di lusso (per lui) e vestiti di lusso (per lei), con modelle anoressiche che sfoggiano Prada e servizi sulle Bugatti Veyron; e la pubblicità di Loro Piana che vanta maglioni di cashmere fatti con la lana degli agnellini. E poi, c’è una rivista di cucina, che intervista i migliori chef del mondo.

In questo numero, c’è l’intervista a una presunta cuoca friulana, ritratta insieme alla figlia, che dovrebbe darle consigli storiografici. Oddio, a vedere la foto, sembrano due tipe dell’Arkansas, un po’ strappone; e allora viene qualche sospetto. Infatti, vado avanti a leggere, e mi trovo davanti a una sconcertante dichiarazione: il piatto presentato ha tre componenti, che secondo la cuoca sarebbero stati scelti in onore delle tre contee della sua regione.

Ora, che si possa parlare di contee in Italia è quanto meno strano, ma quali sono le tre contee del Friuli-Venezia Giulia? Beh, è chiaramente spiegato nel resto dell’articolo: sono Friuli, Venezia e Giulia. Ah, beh: scemi noi che non ci eravamo arrivati da soli.

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