Ancora su Prodi e Berlusconi
Per completare il discorso sul governo, oggi commento ancora un paio di fatti.
Il primo è che, nel silenzio generale, si è verificato nelle ultime settimane un altro caso Dalai Lama, questa volta con la Russia. L’unica cosa che probabilmente avete letto è che, dopo le discusse elezioni in Russia, il primo premier europeo a congratularsi calorosamente con Putin per la nuova vittoria, ignorando i presunti brogli lamentati dall’opposizione e per cui hanno protestato vari altri paesi europei, è stato Sarkozy; Prodi, invece, ha tentennato, non sapendo da che parte stare. E così, qualche giorno fa la Autouaz, la principale azienda automobilistica russa ossia di quello che sarà nei prossimi decenni il maggior mercato europeo, ha scelto di vendersi a Renault invece che a Fiat: così la bellezza della nostra coscienza è assicurata, e lo sono anche i licenziamenti a Mirafiori. Peccato però che il governo abbia sì evitato di compiacere Putin, ma anche di criticarlo seriamente, abbandonando quindi l’opposizione suddetta al proprio destino; insomma, zero piccioni con una fava.
Il secondo è invece relativo alla maestria comunicativa di Berlusconi. Lo beccano in una intercettazione da brivido; e ammetto che mi lascia parecchio perplesso l’idea di poter non solo leggere la trascrizione di una conversazione telefonica privata tuttora soggetta a indagine della magistratura, ma di poterla addirittura ascoltare sul sito Internet di un settimanale. Ciò detto, il brano va ascoltato, perché dà veramente il voltastomaco; specialmente quando Berlusconi dice tranquillamente che il destino del governo Prodi è legato all’assunzione di tal Evelina Manna come attricetta in una qualsiasi fiction della Rai, visto che lui – dice – sta “cercando di avere la maggioranza in Senato” e che “questa Evelina Manna può essere .. perchè mi è stata richiesta da qualcuno con cui sto trattando”.
Ciò detto, Berlusconi risponde con un colpo da maestro: stasera dichiara che in Rai lavora solo “chi si prostituisce o chi è di sinistra” e che “In Rai non c’è nessuno che non sia stato raccomandato, a partire dal direttore generale che non è certo stato scelto attraverso una ricerca di mercato”. Il che è una verità ; raccomandare qualcuno in Rai, avere un parente assunto in Rai è una prerogativa che ti arriva a casa insieme con il tesserino non dico da ministro, ma persino da peone dell’emiciclo parlamentare; e ve lo dico per averne avuto racconti di prima mano da più di una fonte.
Naturalmente, non è una giustificazione valida; eppure, chiaramente provoca la reazione voluta, ossia dichiarazioni ipocrite e fintamente indignate della Rai, della Federazione della Stampa e del sindacato dei giornalisti, tipo questa: “Di fronte ad accuse indiscriminate e dai toni inaccettabili, la Rai ribadisce la piena fiducia nei propri dipendenti e collaboratori, nelle loro capacità professionali e nel loro costante e reale impegno per il miglioramento del servizio pubblico radiotelevisivo”. Come si possa dire una cosa del genere restando seri non è dato sapere, a fronte di una situazione in cui praticamente tutti sono raccomandati e i pochissimi che non lo sono fanno i precari anche se sono meritevoli (pare che nemmeno la Gabanelli, conduttrice di Report e giornalista di indubbio valore, sia mai riuscita a farsi assumere a tempo indeterminato). Insomma, dopo essersi infuriati per Berlusconi, ci si infuria anche per la protervia della Rai tutta.
In questo modo, Berlusconi ha spostato l’attenzione dalle sue schifezze a quelle della radiotelevisione pubblica, come se il problema principale fossero le raccomandazioni e non l’interesse privato compiuto per suo conto da amministratori pubblici; e ha cercato di far dimenticare l’indignazione per le sue parole sostituendola con l’indignazione per la situazione in Rai. Noi non ci cascheremo, ma tanti italiani sì.
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