Proseguo nella mia sequenza di avvisi ai naviganti per lanciare un appello: diffidate, se potete, del corriere Bartolini. Certo, può darsi che io sia stato particolarmente sfortunato, ma a giudicare dalle esperienze di amici e da storie ritrovate in rete pare che questo corriere sia sinonimo di inefficienza; che per qualcuno che si occupa di logistica è un peccato mortale.
Nel mio caso, il martedì mattina mi è arrivata la mail dal negozio online dove ho acquistato il frigorifero, con il link per l’interfaccia di tracking; io però ero in giro, per cui ci clicco sopra nel pomeriggio. Entro così in un sito scarno, dalla navigazione confusa e pieno di sigle incomprensibili, e perdipiù tutto in un inglese scolastico; sulla sinistra, guardando bene, c’è un minuscolo drop-down che ti permette di cambiare l’interfaccia in italiano, in “français” o in “deutsche” (misteriosamente femminile).
Dall’interfaccia risulta non solo che il mio frigo è partito già lunedì pomeriggio da Milano, ma che quella mattina alle 8 è stato messo in consegna, e alle 12 è stato rimesso in “delivery prevented”. Terrorizzato all’idea che questi siano già arrivati sotto casa mia con il frigo prima ancora che io aprissi la mail di inizio spedizione, chiamo subito la filiale di Torino Pescarito: difatti sul sito è ben specificato che ogni filiale vive di vita propria e non si coordina assolutamente con le altre. Peccato che siano già le sei, e quindi i telefoni siano staccati: il corriere è raggiungibile solo in orari postali (con tanto di pausa pranzo dalle 12,30 alle 14).
Riprovo subito la mattina dopo alle nove; dopo un paio di chiamate a occupato, finalmente parte il disco e dopo un po’ arriva l’operatrice. Le dico nome e mittente, lei trova la spedizione e mi spiega che in realtà ieri il frigo non è mai uscito dal deposito, e che è invece in consegna quel giorno stesso. Le chiedo se è possibile concordare un orario: mi dà come alternative “dalle 10 alle 13” o “dalle 14 alle 18”. Siccome, sapete com’è, lavoro e alle 14,30 ho appuntamento da un cliente, scelgo la prima alternativa e mi precipito presso la casa nuova – vuota – ad aspettare.
Ammazzo l’attesa pulendo e montando il biustel (un nome così, insomma è quel suono che indica sia un tipo di pizza da Roma in giù, sia un modello di tavolo Ikea). Peccato che l’attesa si prolunghi, e insomma, girandomi i pollici in una casa vuota, si fanno le 13; datagli una mezz’ora accademica, chiamo il numero di Bartolini e ovviamente risponde il disco: sono tutti a mangiare (pizza ai biustel, immagino).
Dovendo ancora tornare a casa, mangiare, cambiarmi ed essere dal cliente in meno di un’ora, mollo tutto di corsa riempiendo Bartolini di bestemmioni. Arrivato a casa trovo pure lo schiaffo della concorrenza: nei sette minuti in cui sono in casa suona il corriere Executive, che mi sta portando la mia nuova stampante ordinata da Punto Informatica di Sala Consilina (SA). Ecco un’esperienza di e-commerce che funziona: il negozio è economico ed efficiente, il corriere arriva a casa all’ora di pranzo (cioè quando c’è speranza che qualcuno ci sia), ed è un ragazzo slavo gentilissimo che non sbatte il pacco, me lo porta di sua iniziativa fino all’ascensore invece di lasciarlo sul cancello, sorride, saluta e ringrazia.
Io invece sono ancora alle prese con Bartolini: scattate le 14, li richiamo per sapere cosa sta succedendo: sono in giro per Torino con il mio frigo o cos’altro? Risponde un altro operatore, che nega tutto: il pacco non è mai stato in consegna oggi, ci mancherebbe; sarà consegnato domani. Mentre li ringrazio per avermi fatto perdere una mattinata così, spiego che il giorno dopo sono a Roma e che bisogna fare venerdì. Nessun problema, mi dice, concordiamo l’ora: dalle 10 alle 13 o dalle 14 alle 18? Stavolta l’appuntamento ce l’ho al mattino, per cui scelgo la seconda.
Arriviamo dunque a venerdì mattina, quando mi arriva un SMS da mia mamma, che mi dice che il giorno prima ha chiamato un corriere dicendo che deve consegnarmi un frigo, e che lei ha fissato per le 15. Io mi meraviglio, visto che non ho mai lasciato al corriere il numero di casa di mia mamma, anzi ho scritto esplicitamente di cercarmi sul cellulare; quel numero l’ho messo nella registrazione del negozio, giusto perché un fisso era obbligatorio e io non ce l’ho. Ho il serio sospetto che anche in questo caso non fosse rimasta traccia dell’accordo sull’ora che io avevo preso con l’operatore mercoledì, tanto da richiamare una ulteriore volta per fissare di nuovo l’appuntamento (probabilmente cancellano il database tutte le sere per risparmiare spazio sul disco).
Mi avvio quindi lì verso le 15, quando succede un piccolo inconveniente: io e mia mamma rimaniamo chiusi nell’ascensore. Ma non importa, perché tanto Bartolini chiama e dice che si sono sbagliati: arriveranno alle 17.
Effettivamente poi alle 17 sono arrivati; insomma, al quarto appuntamento si sono presentati, sotto forma di due ragazzi italiani, anche simpatici, ma di cui almeno uno non pareva particolarmente portato per gestire spostamenti di pacchi, o per qualsiasi altra attività che richiedesse pianificazione spaziotemporale. Dopo che hanno tentato per dieci minuti di far entrare un pacco alto 205 cm in un ascensore con la porta da 195 cm, ho fatto l’ingegnere: ho suggerito che forse si poteva eliminare la parte alta dell’imballaggio… E poi al piano gli ho suggerito anche che caricando l’angolo basso del frigo sullo zerbino lo si sarebbe potuto fare scorrere…
Insomma, il corriere è sempre il punto debole di qualsiasi esperienza di acquisto online, però Bartolini si è rivelato veramente scarso, tanto da farmi ripromettere di scartare i negozi che usino questo corriere: magari spenderò dieci euro in più, ma non passerò le giornate in attesa.
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