Toglieteglielo dalle mani!
Oggi questa frase si è applicata due volte!
La prima quando, a cinque minuti dalla fine di Samp-Toro, Cassano ha dato di nuovo di matto: perché è un evidente caso psichiatrico. Già durante la partita si comporta da ossesso, continua a incitare il pubblico, e per festeggiare calcia la bandierina che per tutta risposta gli rimbalza addosso e gli fa pure male; e nel tunnel, a fine primo tempo, cerca la rissa con Di Loreto, che avrebbe offeso l’onore della guardalinee donna, arrivando persino a spingere verso la porta degli spogliatoi avversari – ed è fortunato che Novellino con una mano tiene lui e con l’altra oscura la telecamera.
Poi, a pochi minuti dalla fine, gli fischiano un fallo contro, un normalissimo fallo di gioco, e improvvisamente scatta il raptus: parte coi vaffanculo all’arbitro con gli occhi spiritati, e l’arbitro ovviamente lo espelle. Di lì in poi è un crescendo: grida all’arbitro “uomo di merda”, fa due passi, poi ci ripensa, schiva Barone e cerca di mettergli le mani addosso. Poi si toglie la maglietta e la lancia, cercando di colpire l’arbitro con quella. Fa finta di andar via, poi si rigira e corre di nuovo verso l’arbitro; Rosina (suo buon amico) gli si aggrappa cercando di fermarlo, lui lo sradica, alla fine gli si aggrappano in quattro, compagni e avversari, e lo portano via, anche se a metà percorso, senza preavviso, ha una crisi di pianto e si accascia. Finalmente arriva a bordo campo, e contrariamente al regolamento non va negli spogliatoi, ma resta lì; punta l’arbitro e, in favor di telecamera, gli dice minacciosamente: “Ti aspetto dopo, io sono qui!”, come un qualsiasi tarro che vuole menarti per strada. Per completare la festa, sugli spalti il pubblico doriano individua il capo degli arbitri Collina, lo accerchia, lo insulta, lo minaccia finché gli steward non lo scortano fuori: perché violenza e intemperanze sul campo chiamano con matematica certezza violenza e intemperanze sugli spalti.
Cassano ha gran bisogno di uno psichiatra; ho anche il dubbio che giocare faccia tutt’altro che bene alla sua salute mentale, così come riprendere a correre fece malissimo a Pantani. A Genova e non solo lì, poi, invece di educarlo lo coccolano: prova ne è che di fronte a un episodio che, fatto da un calciatore dilettante su un campetto di periferia, porterebbe alla squalifica a vita, oggi in televisione era già pieno di vallette e commentatori che lo scusavano perché “è un ragazzo” (di ventisei anni) ed “è un patrimonio del calcio italiano”. Già prevedo che una debole squalifica di quattro o cinque giornate sarà bollata come durissima e ingiusta, e tutti ne invocheranno lo sconto in appello, mentre alcuni parleranno anche di complotto contro Cassano e la sua squadra. Certo che se lo portassero veramente agli Europei con la Nazionale, e si facesse una scenata del genere in mondovisione, noi italiani non potremmo più mettere il naso fuori dai patrii confini.
Comunque, c’è anche un altro caso in cui la frase suddetta si è applicata: è che oggi ho aperto il vasetto delle acciughe al verde che mi sono preparato ieri, e non riuscivo più a smettere…
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