Alitaglia ancora
Sono arrivato or ora a casa, e come sessione di rilassamento mi sono seduto in ufficio e ho deciso di parlare ancora una volta male di Alitaglia, che però se lo merita proprio.
L’unica nota positiva è il cibo – è migliorato ed era anzi buono, devono essersi conto che il panino di pane era troppo. Però… ecco, passi per il check-in del Cairo, disorganizzatissimo, dove fanno mettere tutti in coda per 30 minuti in una fila, e poi aprono quella a fianco, e poi ci mettono una tipa che pareva non aver mai visto un computer in vita sua. Passi per il fatto che gli aerei sono vecchi scassoni oltre il limite della decenza, e anzi l’aereo che mi ha riportato a Torino aveva la cornicetta di metallo del finestrino del pilota vistosamente piegata e penzolante nel vuoto. Passi che la sporcizia a bordo è allucinante, e se apri il tavolinetto ti volano addosso briciole e resti dei voli precedenti.
Passi che il personale è sempre più scortese – oggi la hostess ha cazziato violentemente il tizio accanto a me, che si era osato unificare il proprio vassoio con quello della figlia seienne per permetterle di riprendere a giocare, dicendo qualcosa come “ma vede che cazino m’ha combinato, mo’ nuncentrappiù ner cazzetto”, e costringendo il tizio a riseparare i rifiuti in due vassoi separati.
Passi anche per le figure di m… che ci fanno fare con gli stranieri, non solo con le leggendarie fascette da bagaglio per le coincidenze a Fiumicino – sui bagagli che vanno in Italia c’è scritto “in Italy”, su quelli che vanno all’estero c’è scritto “out Italy”: nunzedicecossì? – ma con un fantastico documentario sulla storia bio-geologica del Mediterraneo, fatto evidentemente dal cugino di un amico, le cui didascalie in inglese cominciavano testualmente così: “15 miliards years ago…”.
La cosa che proprio non passa è che due giorni prima del mio ritorno hanno contattato l’agenzia egiziana, che ha contattato me, per dirmi che il mio volo per Torino era cancellato e che mi riprogrammavano su quello dopo. Io ho passato un’ora e mezza in più a grattarmi a Fiumicino, e alla fine ci avrei messo meno tempo a passare da Francoforte o da Parigi; ma non è solo questo, è proprio che, essendo stata fatta con due giorni di anticipo, è una chiara manovra per tagliare i costi a spese del servizio, dopo aver già venduto il suddetto. Nessuna linea aerea cancella un volo già ad orario, indipendentemente da quanto è pieno; è questione di rispetto verso i clienti, e lo vidi fare solo a Swissair sul fu Zurigo-Torino due mesi prima di fallire. Se si riducono a tagliar voli per risparmiare, anche a costo di rendere il volo successivo una stalla e di lasciare a terra qualcuno (come certamente è successo), vuol dire che sono veramente ben oltre la frutta.
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