La dinamica madama
Stamattina, su La Stampa, è uscito un articolo che annuncia l’arrivo di telecamere a bordo dei bus, con lo scopo di riprendere e multare chi viola le corsie preferenziali. Personalmente la trovo un’ottima iniziativa, visto che per me le preferenziali sono sacre; al massimo, in assenza del bus, le uso qualche volta come svincolo degli ultimi venti metri prima dell’incrocio, per girare a destra dai viali senza far rallentare il traffico dietro di me.
C’è però, su una delle arterie principali di Torino – l’asse Potenza – Trapani – Siracusa – una invenzione magica che da tempo lascia tutti noi perplessi. E’ arrivata dopo le Olimpiadi, e nonostante siano passati due anni nessuno ha ancora capito bene cosa vuol dire: è la “corsia preferenziale promiscua”.
Trattasi di una corsia delimitata con la canonica striscia gialla, però tratteggiata; è accompagnata da cartelli che dipingono artisticamente le tre corsie con quella di destra separata da una riga gialla continua e occupata dal bus, però con il sottotitolo “CORSIA PREFERENZIALE PROMISCUA – DARE PRIORITA’ AL BUS”.
Avete capito tutto? Beati voi: nessuno è veramente sicuro se, alla fine, su quelle corsie si possa andare o meno. Va detto che creare una vera preferenziale in quel punto sarebbe da incoscienti: l’unico autobus che ci passa – il 2 – ha frequenze simili alle morti dei Papi, ma in compenso il traffico privato è intensissimo, visto che è la principale arteria di collegamento nord-sud a ovest del centro città . Già così in ora di punta ci sono code lunghissime, figurarsi con una corsia in meno.
Deve essere per questo che hanno messo un “mezzo divieto”: alla fine, la versione più o meno ufficiale è che quelle corsie sono liberamente percorribili, a patto di dare “priorità ” al bus. Nessuno sa bene cosa voglia dire dare “priorità ”: il Codice della Strada non menziona alcunché di tutto questo. E’ un’altra geniale invenzione dell’assessore Sestero e dei suoi fidi, dopo il quartiere a 30 all’ora, la rotonda di piazza Derna, il sottopasso che porta solo nel parcheggio di 8 Gallery, le piste ciclabili più impercorribili dell’universo, le “onde rosse” sui viali per aumentare il più possibile i tempi di percorrenza, l’abbattimento della sopraelevata di corso Mortara e tante altre cose che l’hanno resa il bersaglio preferito delle lettere di Specchio dei Tempi.
Per questo – ma anche per fornirvi una prova inconfutabile a vostra discolpa, quando i vigili vi fermeranno sulla corsia di corso Potenza – è utile che guardiate anche questo video (qui a bassa risoluzione), ossia la risposta della “dinamica madama” all’interrogazione di un consigliere comunale, che chiedeva appunto cosa volesse dire “corsia preferenziale promiscua”. Stretta nel suo golfino, ci mette solo tre minuti e mezzo di divagazioni per venire al punto, cioè che tutti quei cartelli e quelle strisce tratteggiate coi nostri soldi non vogliono dire nulla più di un generico invito “per favore, fate passare i bus”, ma sono state fatte così per spaventare un po’ i guidatori sabaudi meno coraggiosi.
Mentre lo guardate, ricordatevi la carriera della signora Maria Grazia Sestero Gianotti: preside di liceo, assessore provinciale PCI, consigliere regionale, parlamentare di Rifondazione Comunista per due anni, poi trombata nel 1994; mentre Chiamparino perdeva tra gli operai di Mirafiori Sud con Meluzzi, lei bissava perdendo altri quartieri rossi come Pozzo Strada e Mirafiori Nord. Dopodiché, riciclata dai DS in Comune, fino a fare l’assessore al traffico. Le sue competenze in materia sono sconosciute; le ragioni della sua brillante carriera politica sono misteriose, a meno che il suo secondo cognome Gianotti non implichi una parentela con Lorenzo Gianotti, ex senatore comunista di Rivoli. Sicuramente degnissime persone, ma la competenza della Sestero in materia di traffico è davvero poco credibile.
Quando la guardate presentarsi in consiglio comunale vestita come se stesse andando a far la spesa, senza il rispetto che si deve all’istituzione, pensate a quanti vestiti eleganti potrebbe comprarsi con i 3108 euro mensili che riceve come pensione per i due lunghi anni di Parlamento, che naturalmente si cumulano con lo stipendio da assessore (e magari anche con l’aspettativa da dipendente pubblico?). Sarebbero comunque soldi che sarei lieto di contribuire a pagare, se servissero ad assumere una persona con capacità specifiche, o perlomeno sinceramente disposta a fare ciò che i torinesi vogliono; invece – lei come tutti gli altri – di arrivare in una posizione di potere qualsiasi grazie a una carriera puramente partitica, e, una volta lì giunta, imporre a tutti i cittadini le proprie preclusioni ideologiche. Purtroppo, questo è ciò che passa il convento della politica italiana in questi anni.
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