Sky
Vittorio vb Bertola
Affacciato sul Web dal 1995

Gio 21 - 17:50
Ciao, essere umano non identificato!
Italiano English Piemonteis
home
home
home
chi sono
chi sono
guida al sito
guida al sito
novità nel sito
novità nel sito
licenza
licenza
contattami
contattami
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vecchi blog
vecchi blog
personale
documenti
documenti
foto
foto
video
video
musica
musica
attività
net governance
net governance
cons. comunale
cons. comunale
software
software
aiuto
howto
howto
guida a internet
guida a internet
usenet e faq
usenet e faq
il resto
il piemontese
il piemontese
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
software antico
software antico
lavoro
consulenze
consulenze
conferenze
conferenze
job placement
job placement
business angel
business angel
siti e software
siti e software
admin
login
login
your vb
your vb
registrazione
registrazione
giovedì 11 Settembre 2008, 11:37

Un giorno nella savana (2)

La sveglia è presto, perché ci eravamo iscritti al safari dell’alba: appuntamento alle 4:45 alla pompa di benzina, siamo noi quattro e un gruppetto di tedeschi. Arriva una guida nera di nome Hendrik (?) e ci carica tutti su un camioncino aperto; è ancora buio, l’aria è gelida e fa freddo. Ci dice subito di seguire le sue istruzioni e si scusa in anticipo: non c’è nessuna garanzia che nelle tre ore di giro riusciremo a vedere qualche animale, men che meno che vedremo qualcuno dei tanto ricercati “Big 5” (leone, leopardo, rinoceronte, bufalo e elefante).

Certo, proprio così: usciamo dal cancello, facciamo duecento metri sulla strada asfaltata, e incocciamo in un gruppo di bufali a bordo strada. Loro sono scuri e difficili da vedere, ma con le torce riusciamo a illuminarli: hanno un’espressione misteriosa e una faccia che sa davvero di preistoria. Attraversano la strada, si infilano nella boscaglia e spariscono; cinque minuti e prima crocetta sulla scheda.

Proseguiamo in un paesaggio meraviglioso: comincia piano piano a far luce sulla savana selvaggia, così come è da migliaia di anni, ma in fondo in fondo le colline sono puntinate di luci che brillano (siamo ai confini del parco, e quelle sono le casupole dei neri che abbiamo visto il giorno prima). Tempo di svoltare sulla strada sterrata, ed ecco una scena fantastica: tre leonesse e un leopardo. Non svelo il mistero su cosa facessero, perché dei leoni voglio parlarvi più in dettaglio nei prossimi giorni: li abbiamo visti tre volte e tutte e tre le volte sono state scene memorabili; un condensato di vita essenziale. Però, dieci minuti e tre crocette!

Siamo rimasti mezz’oretta lì, poi abbiamo proseguito; nelle tre ore di giro – nel raggio di quindici chilometri dal campo – abbiamo poi incontrato ancora due o tre gruppi di rinoceronti, svariate giraffe, varie marche di gazzelle ovunque (dopo mezz’ora non le guardi nemmeno più), l’uccellino azzurro, l’uccello imbecille (che meriterà pure lui un post a parte) e un’aquila pescatrice. I rinoceronti sono altrettanto impressionanti: sono bruttissimi e non si capisce come facciano a tenere su la testa, però quando un gruppo di una decina di loro, a tre metri dal veicolo, ha cominciato a puntarci, parecchi hanno avuto paura. Le giraffe, invece, sono animali fantastici: è un po’ come se avessero preso un cavallo e gli avessero stirato le gambe e il collo, però sono eleganti, pacifiche, dolcissime mentre mangiucchiano foglie incuranti di tutto il resto.

Torniamo al parco assolutamente estasiati e festeggiamo con una ricca colazione a buffet all’inglese (compreso un ottimo spezzatino di fegato di animale misterioso). Il tempo di liberare le capanne e di insegnare alla cameriera come si fa il cappuccino e ripartiamo da Pretoriuskop: sono le dieci e dobbiamo uscire a metà pomeriggio dall’altro lato del parco, a Crocodile Bridge.

Ora, sarebbe bello raccontarvi tutta la giornata, ma non vale la pena di farlo senza le tonnellate di foto; comunque, il viaggio è memorabile, in mezzo all’infinità della savana, su cui ogni tanto, dall’alto di una collina, si aprono panorami indimenticabili. Nelle ore calde è difficile vedere animali, però ogni dieci minuti succede lo stesso, magari sotto un albero o in fondo a una valletta. E così, abbiamo visto un po’ di tutto.

Le cose che più colpiscono della savana sono due. La prima è la convivenza insieme alla rarefazione: la savana è infinita, e gli animali tra loro sono in realtà piuttosto separati. Alcuni animali sono territoriali (come leoni e leopardi), altri si spostano, ma si ha l’impressione che i vari gruppi siano sempre abbastanza lontani tra di loro, e che la densità relativamente bassa sia una delle chiavi dell’ecosistema. Allo stesso tempo, colpisce la convivenza: io immaginavo che le varie specie vivessero in zone diverse, che so, gli ippopotami nei fiumi, i facoceri sotto gli alberi, gli elefanti in pianura e i leoni sulle colline. In realtà no; sono tutti abbastanza mescolati, e nello stesso territorio convivono pacificamente decine e decine di specie anche piuttosto grandi, senza che una domini sulle altre o soggioghi il territorio come facciamo noi. Certo, il leone mangia le gazzelle, ma non si ha affatto l’impressione di una guerra; stranamente, pare un ammazzamento pacifico, come se la gazzella sapesse che, tutto sommato, diventare hamburger è il motivo per cui sta lì.

L’altra cosa è il contrasto che si vede con l’esterno, particolarmente stupefacente ai bordi del parco. Semplicemente per via della recinzione e della protezione accordata dall’uomo, di qui della rete c’è savana; di lì ci sono prati, campi coltivati, paesi all’europea oppure distese di casupole. Noi tendiamo ad avere l’impressione che l’Europa, senza di noi, sarebbe più o meno simile: cioè, non ci sarebbero le case e le strade, e ci sarebbero prati al posto delle coltivazioni, ma poi cambierebbe poco. Nulla di più sbagliato: in realtà, ci sarebbero probabilmente o una foresta intricatissima, o la giungla, o un quasi deserto come la savana. I prati, gli alberi isolati e il verde sono una costruzione artificiale, imposta dall’uomo mediante migliaia di anni di irrigazione; qui lo si vede benissimo, tanto è vero che ai bordi estremi del parco spuntano improvvisamente in mezzo alla terra arida degli alberi verdi, invece che secchi e contorti, alimentati dall’umidità generata dall’irrigazione della valle vicina. Insomma, il comando “Irrigate” di Civilization ha veramente un effetto profondo; lentamente, ha cambiato completamente la faccia del pianeta.

L’attraversamento del Kruger è lentissimo: il limite è di cinquanta orari, ma tanto ogni cinque minuti ti fermi perché c’è qualcosa da vedere, per cui la media effettiva è attorno ai 20-25 km/h. Accosti, apri il finestrino (fuori ci sono quasi quaranta gradi, pochi perché qui è inverno) e guardi, scatti foto, filmi. Durante la giornata abbiamo visto varie volte tutti gli animali, completando man mano tutte le crocette: un gruppo di facoceri furiosi sotto un albero, e un altro gruppo nella loro tana scavata nella terra; gli avvoltoi che danno da mangiare ai figli nel nido in cima a un albero; gli ippopotami nascosti nel fiume, oppure distesi sulle rocce accanto al laghetto (artificiale, creato per facilitare l’abbeverata) a prendere il sole; lo gnu che sta lì e non fa niente; le zebre in mezzo alla boscaglia; i fenicotteri sulla riva dello stagno; scimmie e babbuini di ogni genere che saltano tra gli alberi o chiacchierano in terra, con i cuccioli che giocano in mezzo alla strada; e infine, quando ormai cominciavamo a dubitare, gli elefanti, in giro a bere e mangiare sulla riva piena d’erba del fiume Sabie. Erano un po’ lontani, ma li abbiamo visti comunque bene, mentre tiravano su l’erba con la proboscide.

Tutto questo è inframmezzato dai campi; circa ogni cinquanta chilometri ce n’è uno, dove ci si può fermare, uscire dalla macchina (per quello ci sono anche alcune aree sosta in giro), mangiare e, prenotando, dormire. Skukuza è il capoluogo del parco, ed è praticamente una città di capanne; c’è persino una biblioteca. Lower Sabie, invece, è un insediamento più nuovo con uno spettacolare ristorante-balcone sul fiume. Crocodile Bridge è stato attraversato di corsa, quindi non vi saprei dire… infatti a un certo punto, complici anche i lunghi e ripetuti bio-break femminili, eravamo a rischio di restare chiusi nel parco. Noi eravamo esausti, le batterie degli apparecchi elettronici pure, e quindi abbiamo accelerato un po’; solo che poi, vuoi non fermarti a fotografare la giraffa sullo sfondo del tramonto? Siamo arrivati in fondo solo alle 17:30, mezz’ora prima della chiusura; io ho fatto tutte le mie macumbe e sono riuscito a mantenere la macchina fotografica attiva fino a cinque chilometri dall’uscita.

E naturalmente, l’esperienza più pazzesca di tutte ci è capitata a cento metri dal cancello d’uscita, e ne rimane solo una unica foto sfocata fatta con una macchinetta semplice semplice.

Ma per quel racconto dovrete aspettare ancora un paio di giorni!

P.S. I costi: dodici euro a testa l’ingresso nel parco; nove euro a testa la capanna per la notte; tredici euro a testa il safari dell’alba; quindici euro cena abbondante al ristorante, dieci euro colazione abbuffé (in alternativa, bar o provviste e cucina: ci sono anche fornelli comunitari). Sto seriamente pensando di mettere in piedi un gruppo safari per l’estate 2009…

kruger.jpg

[tags]viaggi, africa, sud africa, kruger, safari, savana[/tags]

divider

3 commenti a “Un giorno nella savana (2)”

  1. FRANK:

    Ti giuro, sto per mettermi a piangere :) Le emozioni che provi lì non le dimentichi facilmente.
    E pensa che il sud del parco è quello meno popolato, verso nord c’è molto di più!

  2. for those...:

    Quoto FRANK! Che tristezza l’uggiosa (e asfaltata) Brianza!
    http://picasaweb.google.com/forthose/SouthAfrica2006

  3. valentina:

    Ciao Vittorio..sto seguendo le vostre avventure attraverso i tuoi racconti..ogni sera mi metto lì con Pawel e gli traduco un post e ci sembra di sentirvi ridere a te, Ele e Benny .
    Un abbraccio triplo

 
Creative Commons License
Questo sito è (C) 1995-2024 di Vittorio Bertola - Informativa privacy e cookie
Alcuni diritti riservati secondo la licenza Creative Commons Attribuzione - Non Commerciale - Condividi allo stesso modo
Attribution Noncommercial Sharealike