Sky
Vittorio vb Bertola
Fasendse vëdde an sla Ragnà dal 1995

Giò 9 - 11:07
Cerea, përson-a sconòssua!
Italiano English Piemonteis
chi i son
chi i son
guida al sit
guida al sit
neuve ant ël sit
neuve ant ël sit
licensa
licensa
contatame
contatame
blog
near a tree [it]
near a tree [it]
vej blog
vej blog
përsonal
papé
papé
fotografie
fotografie
video
video
musica
musica
atività
net governance
net governance
consej comunal
consej comunal
software
software
agiut
howto
howto
internet faq
internet faq
usenet e faq
usenet e faq
autre ròbe
ël piemonteis
ël piemonteis
conan
conan
mononoke hime
mononoke hime
vej programa
vej programa
travaj
consulense
consulense
conferense
conferense
treuvo travaj
treuvo travaj
angel dj'afé
angel dj'afé
sit e software
sit e software
menagé
login
login
tò vb
tò vb
registrassion
registrassion

Archivio per il giorno 28 Marzo 2009


sabato 28 Marzo 2009, 23:06

La sottile linea rosa

Avendo il weekend da passare qui e la necessità di spostarsi da Boston a New York, mi è venuto naturale pensare di affittare una macchina e sfruttare l’occasione per vedere un po’ di New England, al di fuori delle città. Il problema è che, per gli standard turistici europei, nel New England non c’è molto da vedere; e così la scelta sul dove trascorrere il sabato notte si è ridotta alle sole tre zone veramente turistiche del Massachusetts, cioè Martha’s Vineyard, Nantucket e Cape Cod.

E dato che siamo in inverno, che la temperatura notturna è sotto zero e che i traghetti sono quasi tutti fermi, abbiamo eliminato le due isole. Quindi la scelta più logica è stata una sola: Provincetown, il capoluogo turistico di Cape Cod, situata proprio all’estremità del lungo arco peninsulare; il primo posto dove i padri pellegrini della Mayflower toccarono terra, prima di ripartire per stabilirsi a Plymouth.

Avrei dovuto però capire che c’era qualcosa di sbagliato in questo ragionamento, se non altro quando ho scoperto che nessun albergo permetteva la prenotazione online, perché erano tutti chiusi; non demordendo, sono passato alle guest house, ossia la versione americana dei bed & breakfast. E lì proprio avrei dovuto capire, dato che scorrendo i vari siti comparivano le facce sorridenti dei padroni di casa: Tim & Luis, Peter & Chuck, Rainer, Jürgen & Hans.

Ma, pur cominciando a sospettare, ancora non avevo ben realizzato l’estensione del problema. Mi sono fidato di TripAdvisor, per cui la migliore di 89 guest house era l’Oxford: e così ho prenotato da Trevor & Stephen, non dando particolare peso al fatto che il secondo sito da cui sono caldamente raccomandati, oltre a TripAdvisor, è PinkChoice.

Così siamo arrivati, siamo stati accolti benissimo, ci siamo sistemati in una stanza meravigliosa (d’accordo, 130 dollari a notte prezzo di bassa stagione, ma la casa è davvero splendida), siamo andati a fare un giro… Insomma, P-Town, come la chiamano qui, è una tranquilla cittadina di mare del New England (ma sembra la Scozia, con quella bella nebbiolina grigia che copre tutto e l’acqua del mare sciolta nell’aria e sparata dal vento) con la particolarità di essere abitata quasi esclusivamente da coppie gay di ambo i sessi. Sulla strada principale, ad elegantissime gallerie d’arte si alternano pornoshop assurdi, e quasi tutte le case espongono la bandiera arcobaleno invece di quella americana. Ed è un posto bellissimo, dove si respira libertà ad ogni angolo, tanto è vero che da tutto il mondo ci sono persone che mollano tutto e vengono a vivere qui.

Eppure, mi sono anche reso conto di come il venire da un paese omofobico e integralista cattolico come l’Italia ti segni in profondità: infatti, quando a cena siamo finiti in un caffé-ristorante che suonava disco music a manetta, dove i camerieri erano giovanotti del tipo ultra-macho e dove le coppie etero erano in netta minoranza – a fianco a noi c’erano due lesbiche di mezza età, lei genere camionista con i piedi appoggiati sulla panca dall’altra parte, intente a chiacchierare e ogni tanto a sbaciucchiarsi – mi sono comunque sentito sottilmente a disagio.

Non ci siamo abituati, perché da noi comunque i gay vivono abbastanza sotto traccia, ritrovandosi mediante segni chiari ma poco visibili al mondo degli etero (oddio, qualcosa sto imparando, visto che quando sulla strada ho visto l’insegna Ursie’s Restaurant ho subito capito di cosa si trattasse). Ogni buon bambino italiano cresce giocando a pallone ai giardinetti in mezzo a coetanei che usano “frocio” come un insulto, e queste cose, anche quando vanno via dalla testa, ti restano nei riflessi; ed è ben diverso provare, come succede da noi, la piacevole sensazione di essere aperti di mente nei confronti della rara coppia gay che incontri per strada o a una cena, rispetto alla sensazione naturalmente meno piacevole di essere tu la minoranza che deve farsi tollerare.

Come unico incidente, sulla spiaggia abbiamo avuto un piccolo incidente con una checca in vestaglia: insomma, alle volte il mix di aggressività maschile e suscettibilità femminile genera davvero dei comportamenti da caricatura. Ma sono appunto caricature: la realtà è ben diversa, ed è quella di un posto dove davvero si può vivere la propria sessualità senza problemi. Fa piacere quindi essere in uno di quei paesi più civili del nostro, dove i matrimoni tra omosessuali sono permessi ed equiparati a quelli tra eterosessuali.

[tags]viaggi, stati uniti, massachusetts, new england, cape cod, provincetown, omosessuali, gay, matrimoni[/tags]

divider
 
Creative Commons License
Cost sit a l'è (C) 1995-2024 ëd Vittorio Bertola - Informassion sla privacy e sij cookies
Certidun drit riservà për la licensa Creative Commons Atribussion - Nen comersial - Condivide parej
Attribution Noncommercial Sharealike