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mercoledì 29 Aprile 2009, 23:56

Torino sale

Sono appena tornato a casa, dopo aver passato la mattina a raccogliere firme e il pomeriggio a osservare il consiglio comunale in cui Chiamparino ha usato tutte le pressioni possibili per far approvare la fusione tra Iride e Enìa.

Per stasera mi limito a farvi notare l’ennesimo piccolo capolavoro di disinformazione de La Stampa: questo articolo trionfalmente intitolato “Intesa Sanpaolo, Torino sale al 9,9%”. Orgogliosi? Non è mica vero, come dicono tutti, che Torino ha svenduto il Sanpaolo e ora conta come il due di picche; ma se anche fosse, da domani le cose cambieranno, visto che Torino “sale al 9,9%”. E il sottotitolo spiega a grandi lettere: “La Compagnia “prenota” l’1,93% di Barclays e si consolida come primo azionista”! Capite, siamo anche previdenti: sapendo che la banca inglese venderà, noi ci siamo prenotati, muovendoci prima degli altri, per fare il colpaccio e diventare più potenti!

Se siete come la maggior parte dei lettori, che di finanza capiscono poco o nulla, andrete avanti con la rassicurante sensazione che Chiamparino e Benessia abbiano fatto l’ennesima grande impresa a favore della città. Se però leggete l’articolo, scoprirete che le cose sono un po’ diverse: ossia che nel marzo 2008 la Compagnia di San Paolo ha stipulato con Barclays un accordo che prevede per gli inglesi a giugno 2009 una opzione “put”, ossia il diritto di vendere, con relativo obbligo per la Compagnia di San Paolo di comprare. L’articolo spiega che il prezzo pattuito è di 3,20 euro, mentre l’attuale valore delle azioni è 2,32 euro.

In altre parole, la realtà è che Torino non “prenota” niente, ma è obbligata da un geniale contratto stipulato un anno fa a comprare a 3,20 euro delle azioni che ne valgono 2,32, ossia a regalare circa il 40% per cento di guadagno secco agli inglesi: che grandi finanzieri che abbiamo!

Beh, direte voi, ma così almeno comanderemo: e invece no! Perché alla fine l’articolo è costretto a spiegare che Credit Agricole e Generali hanno fatto un accordo per votare insieme i propri candidati al Consiglio d’Amministrazione, e, dato che insieme arrivano all’11%, avranno comunque più voti della Compagnia di San Paolo…

Insomma, la sostanza è che stiamo strapagando le azioni degli inglesi e comunque conteremo poco lo stesso: peccato che il giornale dica un’altra cosa…

[tags]torino, chiamparino, benessia, intesa, sanpaolo, generali, credit agricole, finanza, politica, la stampa, informazione[/tags]

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3 commenti a “Torino sale”

  1. for those...:

    Caro vb, magari vado un po’ OT rispetto a questo specifico post ma faccio un’osservazione da “uomo della strada” (c.so Buenos Aires però, non c.so Francia! ;-) ) rispetto alle tue reiterate lagnanze riguardo ai poveri torinesi di san paolo scippati del potere dai malvagi baùscia milanesi di intesa.
    Da quando c’è stata la fusione, l’interfaccia clienti dell’home banking è diventata una schifezza ingodibile. Funzionalità zero, praticità nulla e persino a livello grafico sembra disegnata dal figlio dodicenne di un ragioniere del catasto di Nichelino.
    La mia compagna – che lavora per IntesaSanpaolo, ex Intesa – mi conferma che anche tutta l’infrastruttura IT interna adesso sembra studiata da un burocrate bizantino. Ogni operazione richiede in media il triplo delle operazioni (e tempo) del sistema intesa precedente.
    Questo perché, quando si è scelto come spartirsi i beni, si è deciso che si sarebbe utilizzato il sistema informatico SanPaolo.
    Ora, potresti obiettarmi che è sempre colpa dei malvagi baùscia che, avendo conquistato militarmente e con la forza gli inermi paolini ma dovendo far credere a un’incruenta alleanza, hanno scelto un asset a caso di nullo valore (per loro – tanto poi dei disagi dei clienti e dei propri dipendenti chissenefrega) per dare un contentino apparente.
    Mi domando però, se tutta SanPaolo era organizzata come le sue interfacce utenti, sarà mica un bene che le redini le tenga in mano il cocchiere milanese?

    P.S. Sono come la maggior parte dei lettori – del Corriere, ovvio. Mica leggiamo quei pamphlet sovversivi della provincia dell’Impero del Biscione!! :-))

  2. vb:

    Io ho usato un po’, qualche anno fa, l’Internet banking per le aziende del Sanpaolo.

    Sembrava progettato da una mandria di bufali impazziti.

    Non ho mai visto nulla di così malfunzionante, impossibile da navigare, incomprensibile all’utente, macchinoso, farraginoso… Per fare un bonifico (un bonifico!) c’era una procedura di tipo sei o sette schermate (inserimento nella base dati fornitori, poi richiamo del record, poi autorizzazioni varie, ecc.) che si concludeva con la generazione di un PDF da stampare e faxare in filiale!

    Insomma, la critica è proprio al tentativo di far sembrare i manager torinesi quello che non sono – organizzati, importanti e capaci…

  3. nya:

    Vado nuovamente OT… a quante firme siamo?

 
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