La casta write-only
È già da qualche giorno che si fa insistente la promozione di Open Mind, l’ultima invenzione di Chiamparino & c. (ogni tot inventano un maxievento finanziato con i soldi dei contribuenti, in primavera c’era la Biennale Democrazia e quest’anno c’è questo qui): ieri per esempio c’era una bella marchetta su La Stampa.
In teoria, l’evento è finanziato dal fondo europeo per l’integrazione degli stranieri e dovrebbe dunque essere mirato a far incontrare ai torinesi i loro concittadini provenienti da altre parti del mondo; in realtà , infilati un po’ di extracomunitari negli angoli del programma, i fondi sono stati sfruttati per una bella sfilata della “Torino che conta”. Per mettere insieme tal popo’ di ospiti ci saranno volute almeno due o tre serate in qualche salotto del centro!
La lista è davvero impressionante: qualsiasi centro di potere cittadino, grande o piccolo, è stato contattato per piazzare qualcuno. Ci sono i giornalisti (Calabresi e Candito per La Stampa, Bianco e Boccadoro per il TGR), gli imprenditori ben noti in città (Boglione, Gobino, Grom, il De Giuli della De.Ga, e ovviamente Elkann), i mecenati di buona famiglia (Nasi, Sandretto), le squadre di calcio in quota paritaria (Elkann e Cairo per le società , Cereser, Fossati e Trezeguet per i giocatori – ovviamente per il Toro hanno invitato gli ex…), i sindacalisti (Airaudo, Canta), i baroni universitari (Bagnasco, Gallino, Zagrebelsky), gli hiroshimi e assimilabili (Culicchia, Gargarone, Mao), e ci sono quasi tutti quelli che ricoprono una qualsiasi carica di sottobosco politico (Amelio, Barbera, Bellini, Bellino, Bianucci, Christillin… la lista non finisce più), molti dei quali sono anche capaci nella loro professione, ma che sono stati apparentemente selezionati in quanto facenti parte dell’amministrazione cittadina.
E ci sono i politici, abbondanti e calcolati col bilancino: parlano gli immancabili Chiamparino Saitta e Bresso, ma siccome siamo quasi sotto elezioni se parla la Bresso bisogna far parlare anche Cota e Ghigo – altrimenti sai che polemiche – e per Saitta, data la totale nullità del centrodestra in provincia di Torino, hanno addirittura riesumato la commercialista Porchietto. Per i cattolici c’è Mauro Battuello in versione volontariato (forse Vietti non poteva), e infine ricompaiono pure Castellani, Fassino e Violante, centrosinistri nostrani in cerca di identità .
Io naturalmente non voglio esprimere giudizi sulle singole persone; alcune, come Zagrebelsky, sono al di là di ogni dubbio, e in generale penso che la maggior parte di questi verrà a partecipare con la sincera voglia di confrontarsi con il pubblico. Voglio però esprimere un giudizio sulla lista in sé: in generale, sono nomi assolutamente ovvi. Tutti sono estremamente famosi e pompati a vicenda in città , ma, con poche eccezioni, già a Trofarello nessuno sa più chi diavolo siano.
Lo scopo dichiarato della manifestazione è quello di far parlare i maggiorenti cittadini con “la gente”, magari sperando di renderceli un po’ più simpatici, ma partendo dall’idea, come scrive La Stampa, di “insegnare ai giovani come sfondare nel lavoro”. Ora, francamente è meglio non indagare su come molte di queste persone siano arrivate ad essere lì, se l’abbiano fatto per merito o per diritto di nascita, per raccomandazione, per favori di vario genere prestati a persone potenti. Mi spiace non essere a Torino in questi giorni, perché sarei andato a fare qualche domanda scomoda ad alcuni di loro, con il sospetto che mi avrebbero buttato fuori, perché, si sa, queste manifestazioni sono “write-only”: si parla di “dialogo” ma ciò che molti di loro in realtà intendono – specialmente i politici – è avere un palco per farsi promozione personale; e sospetto davvero che lo scopo non dichiarato della manifestazione sia quello di fare un po’ di pubblicità , coi nostri soldi, alla classe dirigente mediocre e provinciale di una città in declino.
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