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lunedì 12 Ottobre 2009, 10:31

Tout le monde est pays

A Ginevra, le elezioni cantonali di questa domenica sono state segnate dalla vittoria dell’MCG, che è quasi arrivato ad essere il primo partito. La particolarità è la natura di questo movimento: oltre a dichiararsi “nè di destra nè di sinistra” e a battere sul tasto della sicurezza, al grido di “basta frontalieri!” e “il lavoro ai ginevrini” esso si oppone alle migliaia di lavoratori francesi che attraversano ogni giorno il confine per andare a lavorare in Svizzera.

Naturalmente, senza i francesi l’economia ginevrina si fermerebbe: niente infermieri e niente commessi. Eppure, la concorrenza sul populismo si fa sempre più forte: anche un altro partito di destra ha cominciato a gridare contro il progetto di una ferrovia per i pendolari che faciliterebbe l’invasione della “marmaglia di Annemasse” (cittadina-dormitorio francese al confine con Ginevra).

Visto dall’esterno, è un discorso ridicolo: Ginevra è circondata dalla Francia su tre lati e sul quarto dal lago, rimanendo collegata alla Svizzera solo per una piccola striscia di terra sul lato settentrionale del Lemano. Anche volendo, non c’è fisicamente spazio per ospitare in città tutte le persone che gravitano economicamente sulla zona: la sua periferia si sviluppa dunque in Francia senza soluzione di continuità. A me capitò anni fa, per esempio, di alloggiare in un albergo costruito a servizio dell’aeroporto: l’aeroporto è in Svizzera, ma l’albergo era in Francia… Oltretutto, da quando anche la Svizzera (lo scorso dicembre) è entrata nello spazio Schengen sono spariti pure i controlli alla frontiera.

Il discorso sull’immigrazione è lungo e complesso, e io non sono certo tra quelli che vogliono frontiere aperte a chiunque senza limiti; in questo caso però il ridicolo sta nel voler considerare immigrati i vicini della porta accanto, solo per colpa di un confine risalente al Medioevo. Colpisce però come, in tempi di crisi, la mentalità del proprio orticello arrivi ad attaccarsi a qualsiasi appiglio, pur di permettere il rassicurante discorso secondo cui non siamo noi ad essere incapaci come collettività di mettere in piedi una economia funzionante e come singoli di trovare un lavoro ben pagato, ma è colpa di qualcun altro che ci invade e ci nega la ricchezza a cui pensiamo di avere diritto per nascita.

[tags]immigrazione, politica, ginevra, svizzera, francia, frontalieri, lavoro[/tags]

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7 commenti a “Tout le monde est pays”

  1. .mau.:

    se non ricordo male, l’aeroporto di Ginevra ha anche un ingresso francese.

  2. Mandrake:

    Girano voci non confermate (raccolte alla cassa di un Panda Market di Ginevra, quindi comunque attendibili) su un assegno di 500€ per i francesi che varcano regolarmente il confine.

  3. Bill The Butcher:

    L'”ingresso francese” dell’aeroporto di Ginevra non è fisico, ma solo fiscale/legale. Cioè, per voli Ginevra->Francia non è previsto nessun controllo d’identità etc (stessa procedura che per i voli intrastatali in Francia).
    L’ingresso fisico dell’aeroporto è però in Svizzera (a 150-200m dalla frontiera).

  4. Marco:

    Vorrei offrirti una prospettiva diversa, da una regione ricca di frontalieri. Il Ticino ne accoglie decine di migliaia ogni giorno: dipendenti di aziende svizzere, indipendenti o dipendenti di aziende italiane che operano sul territorio svizzero.
    Gli accordi bilaterali, tra Svizzera e UE (quindi validi anche per l’Italia), impongono che questo sia possibile nelle due direzioni.
    Ma per un’azienda svizzera lavorare in Italia non è così semplice. Le barriere burocratiche sono quasi insormontabili. Eppure in Ticino ci sono aziende che potrebbero espandere il loro mercato in Lombardia, a prezzi concorrenziali.

  5. Marco:

    Avendo acquisito tramite mia moglie dei parenti che abitano lì posso affermare che la questione vera è: tasse. Paradossalmente pare che da quelle parti convenga di più abitare in Francia e lavorare in Svizzera. Infatti i parenti di mia moglie prima abitavano a Ginevra e da circa 5 anni si sono trasferiti in Francia perché a detta loro pagano molte meno tasse, pur conservando usi, costumi e cittadinanza svizzera. Ogni giorno 10/15 minuti per andare a lavorare a Ginevra…et voilà! Deduco pertanto che agli svizzeri gli importi poco del problema frontalieri, bensi’ siano più preoccupati per i mancati introiti erariali… Se vanno a verificare gran parte di questi frontalieri sono “svizzeri” che hanno una seconda casa in Francia.

  6. rectoscopy:

    L’aeroporto di Ginevra è stato costruito su territorio francese (che poi è stato ceduto alla Svizzera). Esiste anche un ingresso francese diretto
    http://fr.wikipedia.org/wiki/A%C3%A9roport_international_de_Gen%C3%A8ve

    Per i frontalieri: le tasse si pagano nello Stato in cui si lavora ( http://www.inps.it/Doc/CI_Internet/fisco/suiss-it.PDF ) WTF?

  7. vale - la metà di una coppia di frontaliers di merda:

    ahaha ma che bel post! Effettivamente da qualche settimana io , mio marito e i vari colleghi expats ci facciamo grasse risate passando davanti ai manifesti Frontaliers Assez! che invitavano a votare quella lista…noi abitiamo a 50 mt dalla dogana di ginevra, e il primo motivo per cui abitiamo in francia è semplice: a Ginevra non hanno costruito più un palazzo a partire dagli anni 70, e nel frattempo hanno accolto quintali di dipartimenti di organizzazioni internazionali e persone legate al CERN, quindi tutti coloro che lavorano a ginevra, francesi e altri expats, quando arrivano devono o rassegnarsi a vivere 6-7 mesi in albergo per trovare un appartamento, o cercare casa in francia. Cercare casa in francia ha un altro vantaggio, vuol dire risparmiare il 30% di affitto, e il 45% di costo d’acquisto. Questa politica di non costruzione fa sì che a ginevra appartamenti in periferia in grandi blocchi stile lecorbusier orribili costino al metroquadro più di un appartamento in palazzo d’epoca in piazza castello. Altro motivo per vivere in francia sono i negozi ed i supermercati aperti fino alle 7.30 o alle 8.30 anche al sabato, mentre a ginevra se non abiti davanti al supermercato quando esci dal lavoro alle 6 è pressoché impossibile fare la spesa prima che chiuda tutto alle 7 (pure l ikea è chiusa la domenica, come tutti i supermercati e negozi, e al sabato chiude alle 6 anziche alle 7). Ma la cosa ridicola è che se lavori a ginevra e abiti fuori, puoi pagare le tasse a ginevra, che sono parecchio più basse delle tasse francesi,( ma puoi farti l’assicurazione sanitaria privata in francia, che è parecchio più economica di quella svizzera), quindi il comune di ginevra riceve un sacco di soldi dai frontaliers de merde che poi non ne usufruiscono, quindi avrebbero solo da essere contenti. Oltretutto i lavori che i frontaliers fanno a ginevra, i ginevrini non li farebbero, perché le organizzazioni internazionali e le aziende devono pagare gli svizzeri seguendo le loro tabelle di livelli mentre possono negoziare con i non svizzeri: ciò fa si che siano gli stessi datori di lavoro a cercare per ruoli di dirigenti e managers gli stranieri, ai quali offrono stipendi che sembrano da favola, comparati ai rispettivi stipendi nazionali, ma che sono gli stessi che vengono elargiti alle segretarie ginevrine che guidano più spesso l’aston martin che la panda.
    una delle cose piu assurdamente ginevrine è la protesta di un sindacato contro la proposta di lasciare aperti più a lungo i supermercati (cioè di lasciarli aperti la domenica o fino alle 7.30) che sostiene che i supermercati aperti piu a lungo farebbero si che le persone non andrebbero piu al cinema e non noleggierebbero piu dvd perche poi andrebbero a dormire troppo tardi.

 
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