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venerdì 20 Novembre 2009, 08:47

Mi sono rotto i coglioni di Berlusconi

Anch’io, come già trecentomila italiani, mi sono rotto i coglioni di Berlusconi e voglio gridarlo forte.

Mi sono rotto i coglioni di essere preso per il culo tutte le volte che metto il naso all’estero, da qualche tedesco o francese che ricorda l’ultima buffonata o l’ultima sparata del nostro Presidente “più alto che educato”.

Mi sono rotto i coglioni di un Paese che va alla deriva perché tutta l’energia del nostro governo è concentrata sul fermare in qualsiasi modo i processi del suo premier, a costo di lasciare in libertà anche tutti gli altri criminali.

Mi sono rotto i coglioni di un sistema politico funzionale a una sola persona, in cui la maggioranza prende ordini da lui e l’opposizione lo usa come sponda nei propri giochi di potere interni, guardandosi bene dall’attaccarlo seriamente.

Mi sono rotto i coglioni dell’Italia degli ultimi vent’anni e credo che dirlo una volta di più non sia mai troppo.

Per tutte queste ragioni, vi invito a partecipare al No Berlusconi Day, il 5 dicembre: una manifestazione completamente apartitica, nata dalla rete e da Facebook. Chi può, salti su uno dei pullman e vada a Roma. Per chi non può, stiamo organizzando un raduno alternativo in piazza Castello in contemporanea con la manifestazione principale, con proiezioni di video, musica dal vivo, le immagini da Roma e tanti saluti a Silvio.

Per chi viene dal Piemonte, questo è il gruppo Facebook con tutte le informazioni; questa è la fan page nazionale a cui iscrivervi per segnalare il vostro supporto morale, e questo è l’evento torinese se pensate di venire in piazza Castello. Troverete gazebo informativi nel fine settimana sia in piazza Castello che in piazza San Carlo (io non sarò ai gazebo questo weekend, ci sarò il prossimo).

Concludo dicendo che l’altra sera sono andato per la prima volta alla riunione del gruppo organizzativo torinese, a titolo completamente personale in quanto la manifestazione è apartitica e stiamo tutti cercando di evitare che venga strumentalizzata in qualsaisi maniera (anche se sono piuttosto certo che il 5 dicembre, dopo che queste persone non avranno mai mosso un dito, spunteranno in piazza abbondanti bandiere dell’IDV e dei partiti di sinistra… vedremo come fare). Tranne un paio di noi grillini e un ragazzo di Sinistra e Libertà, tutti gli altri erano cittadini che non avevano mai fatto politica – esattamente come eravamo noi un paio di anni fa quando abbiamo cominciato a lavorare all’idea delle liste a cinque stelle. E’ stato davvero bello vedere che ci sono ancora tanti italiani che non mollano, e che sfruttano le potenzialità della rete per cercare di salvare il nostro Paese… e dunque vi lascio con la foto dell’altra sera.

nobday-pnuovo.jpg

P.S. Ovviamente il PDmenoL non aderisce, preferendo un “approccio costruttivo” basato su “azioni concrete” (tipo D’Alema tentato ministro in Europa con il supporto di Silvio). E un bell’“esticazzi” non ce lo vogliamo mettere? Una risata li seppellirà.

[tags]berlusconi, no berlusconi day, facebook, politica, cittadini, italia, protesta, manifestazione, torino[/tags]

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24 commenti a “Mi sono rotto i coglioni di Berlusconi”

  1. Alberto:

    Anch’io penso che ribadire che ci siamo rotti i coglioni, anche se lo facciamo da una quindicina d’anni, non sia mai male. Non sarò probabilmente a Roma ma sicuramente in Piazza Castello…
    Buon No-B-day a tutti

  2. Nya:

    Io invece pensavo proprio di andare a roma e rimanerci pure per qualche giorno ( anche 2 mesetti, mi dicono che sotto le feste e i saldi non è difficile trovare un lavoretto da commessa)

  3. mfp:

    Hai visto mai che e’ la volta buona per poterti stringere la mano? Se vuoi fermarti a dormire manda una mail che la camera di mio fratello e’ libera.

  4. simonecaldana:

    L’hai ucciso?

  5. Piero:

    Anche io mi sono rotto i coglioni non soltanto di Berlusconi, ma di tutto il sistema politico di sinistra e di destra. Prendersela con Berlusconi come capro espiatorio, secondo me ha poco senso. Qualcuno preferisce persone come Prodi, Rutelli, Franceschini, Bersani, Di Pietro, Fini, Bossi e compagnia parlamentante? Finiremo per romperci i coglioni pure di ognuno di loro. Se non sarai tu, sarà qualcun altro.

    E allora che facciamo? Andiamo in piazza a sfogare il nostro malcontento tutte le volte che cambia un presidente, senza indicare chi vorremmo al suo posto?

    Ma io chi vorrei al posto di Berlusconi? Me lo chiedo spesso e non so rispondere se non pensando a te come subentrante al posto di Silvio. E’ la soluzione più comoda per chi, come me, non ha interessi personali da difendere se non la propria libertà, la quale purtroppo non può essere difesa da nessuno se non dal diretto interessato.

  6. mfp:

    simo’, dicevi a me? No, mio fratello e’ in Brasile. Almeno cosi’ dice; in ogni caso la stanza e’ libera e non sono mai saltato addosso ad un uomo ne’ per ammazzarlo, ne’ tantomeno per trombarlo… insomma… per chi mi hai preso? :)

  7. Alberto:

    @Piero: scusami ma il tuo è un refrain che ho già sentito molte volte. Ogni volta che in Italia qualcuno è messo in discussione c’è subito qualcun altro pronto a dire: “E chi metteresti al posto suo?”. Al suono di questo refrain abbiamo avuto per 45 anni al governo Andreotti e adesso abbiamo da 15 anni al governo Berlusconi. Non ti viene il dubbio che ci sia qualcosa di sbagliato in tutto ciò?
    Ho l’impressione che in Italia ci siano molte persone che non hanno amici mafiosi, che non hanno corrotto giudici o avvocati per aggiustare processi, che non sentono il bisogno di mettere il Governo e il Parlamento al proprio servizio per evitare la galera, che non annullano incontri istituzionali per potersela spassare con una prostituta, eccetera… Ma costoro non arriveranno mai al governo del paese finché terremo in sella l’Andreotti o il Berlusconi di turno, finché ci nasconderemo dietro al luogo comune: “Sono tutti uguali” e quindi, nel dubbio, ci terremo quello che abbiamo…
    Se iniziassimo a far fuori chi ci governa male prima di chiederci se chi verrà dopo lo farà meglio, prima o poi forse avremmo governanti migliori di quelli attuali.

  8. mfp:

    Alberto… condivido eh (“parole sante”, ihihih)… pero’: “iniziassimo”, chi?

  9. Piero:

    Alberto, sono d’accordo con te. I politici non sono tutti uguali, ma è l’ambiente in cui finiscono che li uniforma e li rende alla fine tutti uguali. E’ la regola del branco, del gruppo che deve rispondere al capobranco: o ti uniformi o te ne vai. Silvio non sfugge a questa logica: “Subito il processo breve o te ne vai”.

    E’ una logica spietata che annienta la tua personalità e la tua libertà di politico per sacrificarla alla volontà del capobranco, della gerarchia, non più a quella del cittadino che ti vota, ma a quella del capo che ti piazza lì. Vale per la destra come per la sinistra, seppure con risvolti diversi.

    In queste condizioni, non ha più senso dare credito alla politica e andare a votare.

  10. Elena:

    Allora meglio lasciare spazio all’autoritarismo, perchè non ha più senso opporvisi, non ha più senso partecipare, non ha più senso indignarsi. Facciamoci da parte e che il processo in corso giunga a compimento.

  11. Piero:

    Elena, non intendevo dire di lasciare spazio all’autoritarismo, perché, non dimenticare, che il vero capobranco “autoritario”, in democrazia c’è già: è il cittadino o comunque la maggioranza dei cittadini al quale la politica dovrebbe rendere conto e, come giustamente dice Alberto: chi non governa bene, cioè chi non adempie al mandato politico della maggioranza dei cittadini che fa da capobranco, alla fine dovrebbe essere “fatto fuori” o allontanato.

    Ma con la legge elettorale a liste bloccate, il cittadino, “vero capobranco”, è stato esautorato, togliendogli il voto di preferenza. L’autoritarismo purtroppo c’è sempre stato, prima era il cittadino la principale figura “autoritaria” e in parte lo è ancora, ora sono le segreterie dei partiti che hanno messo da parte il cittadino indebolendo il nostro potere di decisione.

    Tutto questo lo abbiamo avallato con il nostro voto agli schieramenti politici che hanno votato la legge elettorale da una parte e che non l’hanno voluta modificare dall’altra.

    Basta veder la fine che hanno fatto le firme raccolte da Beppe Grillo su alcune innovative proposte di legge. Non sono neanche state prese in considerazione, né dal governo Prodi, né da quello Berlusconi.

    In queste condizioni, secondo me, non ha più senso dare credito alla politica, se poi la politica esautora (esautorare=togliere autorità) il cittadino, occorre trovare nuove soluzioni.

  12. Elena:

    Ma guarda che io ho capito benissimo, tuttavia penso che non bisogna lasciar perdere la politica neanche in queste condizioni e non credo che ci possano essere soluzioni differenti perchè la politica nel suo senso più pieno significa amministrare la cosa pubblica. Occorre partecipare di più, non di meno, riappropriarci dei nostri spazi di cittadini.

  13. Piero:

    Elena, un amministratore di condominio viene eletto dalla maggioranza dei condomini e ha il preciso compito di osservare e fare osservare il regolamento di condominio che è la “costituzione” del condominio stesso.

    L’amministratore deve poi eseguire le delibere assembleari dove l’assemblea è il parlamento del condominio che decide in modo democratico. Poi l’amministratore, oltre a riscuotere le spese condominiali ed elargire i servizi secondo quanto stabilito dall’assemblea che è sovrana, deve rendere conto della sua amministrazione all’assemblea stessa.

    Se l’amministratore non esegue le delibere e fa di testa sua, l’assemblea lo può fare fuori nel senso che lo può sostituire con un altro amministratore in ogni momento, basta che ci sia la richiesta di alcuni condomini come stabilito dal codice civile e l’assemblea deliberi la sfiducia nei confronti dell’amministratore.

    Non vedo perché non si possa fare altrettanto con i nostri amministratori politici e introdurre una norma dove su richiesta qualificata di alcuni cittadini, il popolo possa riunirsi su Internet e, attraverso votazioni elettroniche certificate, votare la sfiducia del governo e del suo presidente.

  14. Alberto:

    @Piero: la legge elettorale attuale non è scesa dal cielo: ha una firma, ha degli autori. Costoro non solo non stati cacciati a furor di popolo ma sono stati premiati prima da un recupero inaspettato nel 2006 e poi da un netto successo nel 2008, sia grazie a chi li ha votati, che grazie a chi non li avrebbe votati ma è rimasto a casa. Se la legge elettorale “porcata” è ancora lì è anche perché chi l’ha fatta non è stato spazzato via ma al contrario premiato.
    Sono il primo che ha sempre avuto grosse difficoltà a scegliere per chi votare ma ho sempre notato che rinunciare a scegliere non ha altro effetto che delegare la scelta ad altri e trovo non sia mai una grande idea…

  15. Elena:

    Il paragone tra condominio e democrazia è un classico, ma le cose non funzionano allo stesso modo, perchè – come per l’appunto nota Alberto – la nostra attuale maggioranza governativa è stata scelta e confermata per ben tre (diconsi tre) volte negli ultimi quindici anni, e con due sistemi elettorali diversi, anzi nel 1994 vinsero con il sistema maggioritario, impuro quanto vuoi, ma sempre maggioritario. Non è questione di modalità di votazioni (elettroniche certificate? uhm… non ti ricorda qualcosa bush v. gore nel 2000? Se qualcuno ha dimenticato c’è un bel testo di Federico Gustavo Pizzetti che spiega molto bene cosa successe: vero che gore aveva i voti, ma bush aveva i giudici nominati da papà alla corte suprema) è una questione culturale. Bisogna lavorare su quello, prima che su qualsiasi altra riforma del sistema elettorale. Qualcuno di chi mi legge ha guardato il grande fratello, ieri? Ecco, iniziamo a spegnere la tv…

  16. Piero:

    Concordo con Alberto il quale sostiene che rinunciare a scegliere non è la cosa migliore. Tuttavia quando la scelta si riduce ad una scelta fatta da altri, dove il cittadino è chiamato ad avallare scelte (leggi porcate) fatte da altri, per me è come scegliere tra un gatto o un cane. Non mi interessa né l’uno né l’altro perché preferisco il pesce rosso. Tuttavia, nell’indecisione io scelgo il gatto, almeno la merda di gatto resta sotterrata e non la vedi. Quella di cane la puoi pestare e sporcare dappertutto.

  17. mfp:

    Bu-bu… settete! Uno, bello, spoil system, radicale… io prendo mazza baseball e balestra, e faccio servizio di sicurezza come a Woodstock. Nessuno fa male, giurin giurello; al piu’ qualcuno muore. E se le cose si fanno pesanti passo alle robe esplosive per pacificare tutto in fretta. Se invece continuiamo cosi’ Berlusconi finisce appeso, la figlia sperpera l’eredita’ per vibratori etici, i famigli ridono alla grande, i co-storici di turno (capitanati da Bersanetor) esagerano nell’altra direzione (ie: CCCP Reloaded and Localized), e io devo mettere le barricate in casa per non far venire i cortei a pisciare nel mio giardino. Non mi piace.

    p.s.: brava Elena, diglielo che il voto non ha da esse elettronico. A tal proposito: mi sbaglio, o anche qui ci furono strani brogli? Probabilmente qui era tutto talmente mafioso che non si riusci’ nemmeno a fare chiarezza… il giornalista che ha pubblicato – Deaglio? – che fine ha fatto?

  18. Lobo:

    state certi che se al mondo ci sono brogli elettorali, l’Italia e’ prima della fila. Ad esempio il famoso referendum monarchia/repubblica.

    Inizio a pensare che l’Italiano voglia essere dominato. La stessa unita’ d’Italia e’ probabilmente figlia della volonta’ degli abitanti dei vari staterelli pre-unita’ di farsi comandare da qualcuno di piu’ importante di un Granduca.

    E oggi “il piu’ grande” e’ stabilito con metodi da rockstar: piu’ sei famoso, piu’ sei ricco, piu’ sei grande. (e non solo in Italia)

  19. mfp:

    Lobettooooooo… su su… niente disperazione eh… non mi far vedere disperazione tra i nostri ranghi. “Questo e’ il mio computer, ce ne sono tanti come lui ma questo e’ il mio…” fino allo spoil system di cui parla Alberto… e possibilmente evitando i 6 politici e gli altri errori gia’ visti…

    P.s.: te lo dico non per te eh, ma per me. Cosi’ quando capita a me, tu lo dici a me. Pippe (rigorosamente) virtuali a vicenda. Ma meglio di Sua Santissima Castita’!

  20. Lobo:

    non lo puoi sapere, ma io sto mettendo su un business di forconi. Ho intenzione di arricchirmi sulla rivoluzione.

  21. mfp:

    Lobo, famo cooperativa? Io fabbrico le molotov (con ingrediente segreto “mfp”; tipo Ingegner Guido Quiller). Pero’ ci serve una balla legalmente sostenibile… mmm… “bottiglie per profumare il bagno di benzina”? “Collirio per l’uomo che non deve chiedere mai”? “Colluttorio Anti Influenza Suina”? “Kit Anti Apocalisse del 2012”? Forza… brainstorming!

  22. mfp:

    Toh Lobetto, senti che dice Neil Rackham

    http://www.youtube.com/watch?v=InGj7eDY7Ok

    (non fare caso a me, quando sono davanti all’obiettivo, e ad un Vecchio che annusandolo mi pare Un Grande, e a 3 tope tutte insieme, e parliamo di roba che non conosco… divento timido e non mi vengono le parole… hai presente quando vai su in montagna, fissi un picco e pensi “sei mio”, poi arrivato su guardi quello successivo e pensi “sei mio”, poi arrivi su, non c’e’ niente piu’ in alto, allora guardi l’orizzonte… ti giri attorno e non c’e’ nient’altro che la linea dell’orizzonte in tutte le direzioni cardinali… e pensi “cazzo, quanto sono piccolo”)

    Qui in Italia ci sono circa 9 milioni di cristiani praticanti (fondamentalisti). Loro sono quelli che vogliono essere dominati (ma non lo sanno). Gli altri 51 milioni, al piu’, fanno un po’ e un po’… a giudicare da quanto vanno di moda i trans. La malattia italiana non e’ la passivita’, ma il Banderuolismo Cronico Enigmatico (che se potessimo cambiare il Trattato di Lisbona, diventerebbe Freudiano; avremmo una FED a bilancio zero; ma almeno preparemmo un futuro ai giovani dove non serve appestarsi a vicenda; e noi non avremmo vissuto per niente).

  23. Lobo:

    Mfp, non sei sufficentemente nerd. Avresti potuto sintetizzare la prima parte del tuo post con “hai presente il Vortice della Prospettiva Totale”?

  24. mfp:

    Lobo, minchia… qua tra Julia e Gargravarr hanno gia’ inventato tutto; e io che invento!? Da piccolo volevo fare quello che aggiusta le cose… da grande volevo fare l’inventore… da vecchio volevo fare il papa… ma tanto io c’ho l’asso nella manica… lo rivelo nel mio prossimo video…

 
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