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domenica 10 Gennaio 2010, 10:58

Classiche banane

Se vi chiedessero oggi qual è la più importante canzone pop degli anni ’60, quella che più vi è rimasta in testa, probabilmente pensereste a uno dei tanti successi dei Beatles; magari potreste arrivare ai Beach Boys o spingervi persino a pezzi di gruppi relativamente minori, come I’m a Believer o I’m Into Something Good (fateli riascoltare a qualcuno, chiedete chi li cantava e la maggior parte risponderà “ma non sono dei Beatles?”).

Eppure se ve l’avessero chiesto un venticinque anni fa, almeno se al tempo eravate bambini, probabilmente avreste indicato questa:

Da noi si propagò con un certo ritardo, dato che The Banana Splits Show andò in onda negli Stati Uniti dal 1968 al 1970, ma ebbe la sua epoca d’oro in italiano solo con l’avvento delle televisioni commerciali, tra la fine dei ’70 e l’inizio degli ’80… dove e quando è difficile sapere, ma ogni tanto lo si ritrova in qualche palinsesto storico. Eppure, questa canzone ti si appiccica in testa: non sentirete mai cinquantamila persone in uno stadio esultare cantando il ritornello di Help o di Hey Jude, ma quello di The Tra La La Song lo cantano sempre tutti.

Quello era il picco finale di un’epoca in cui anche la musica era ricca e spensierata; questa, in particolare, era disegnata per esserlo – il cosiddetto bubblegum pop. Il successo del cartone animato dei Beatles (1965-1967) fece pensare ai produttori americani che una trasmissione televisiva sulle avventure di una band fosse la via per il successo; e così dopo i “fab four” vennero i “prefab four”, i già citati Monkees. Solo che persino i Monkees, dopo un paio d’anni passati in buona parte a fare playback su tracce registrate da altri, reclamarono un po’ di libertà artistica e cacciarono il loro produttore-padrone, e come si rifece lui? Inventò The Archies: il primo gruppo completamente cartone animato. Così si poteva proseguire con le hit costruite a tavolino, ma non ci sarebbero stati più problemi con le pretese degli artisti.

Nemmeno Hanna & Barbera avevano ancora osato smaterializzare completamente gli artisti: e infatti loro si erano limitati ai quattro animali-pupazzo, che si divertivano tra sketch, acrobazie e giri nei parchi dei divertimenti, con corredo di improbabili effetti sonori. Ma non persero tempo: l’anno dopo fecero debuttare Scooby Doo (dove l’elemento “gruppo musicale”, originariamente previsto, fu eliminato in extremis) e fusero i due concetti, musica e mistero, in Josie e le Pussycat – osando addirittura una protagonista nera, anche se nel dubbio non le facevano suonare altro che i tamburelli.

Sempre lo stesso anno, dopo il successo dei Banana Splits, Hanna & Barbera lanciarono i Gatti di Chattanoogacome tali noti in Italia anche se il titolo originale era Cattanooga Cats, con un gioco di parole che all’epoca nessun bambino italiano avrebbe mai capito (oggi forse…). Si tratta di un capolavoro di animazione lisergica – basta guardare la sigla – che includeva sotto-serie improbabili come Mototopo e autogatto e Al lupo al lupo (più precisamente: “Al luuUUUUUUUUUUUpo. Al luuuUUUUUUUUUUpo.”); anch’esso furoreggiava sulle nostre TV private negli anni ’80.

E non era mica finita qui – del resto l’originalità non è mai stata il forte di Hanna & Barbera. Lo schema “Scooby Doo + Monkees” fu riciclato all’infinito, anche in cose che in Italia non credo di aver mai visto (Butch Cassidy & Sundance Kids, The Amazing Chan & Chan Clan), e via così fino a Jabber lo squalo batterista che viveva sotto il mare – un altro dei perversi effetti collaterali del film di Spielberg. Il peggio del periodo comunque fu il gruppo musicale di Lancillotto 008, una roba che se fosse girata oggi provocherebbe giustamente una furia di animalisti alle porte.

Comunque, niente di tutto questo riuscì mai più ad avvicinarsi alla vetta dei Banana Splits. Perché erano gli anni ’70, un periodo dove la spensieratezza mancava, e ci volle tutto l’edonismo degli anni ’80 per ridarci finalmente una sana dose di Jem e le Hologram!

Ma tanto lo so che non mi state ascoltando, in testa vi è rimasto solo “tra la la, la la la la…” o al massimo “jabbadah, jabbadah, say jabbadah”.

P.S. Avrete notato, dal filmato, chi era il regista della prima serie dei Banana Split…

[tags]televisione, musica, bubblegum, cartoni animati, anni ’60, anni ’70, hanna & barbera, banana split, beatles, monkees, archies, josie, cattanooga cats, mototopo, autogatto, al lupo al lupo, jabber, lancillotto 008, jem[/tags]

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11 commenti a “Classiche banane”

  1. mousse:

    Ahi ahi ahi signor Bertola, mi casca sui cartoni animati!!

    Butch Cassisy eccetera uscì in italia, il protagonista comunicava con la “base operativa” con un anello contenente una radio miniaturizzata ed il computer che gli assegnava le missioni (il Signor Socrate se non sbaglio) era allergico ai cani.

    E ti sei dimenticato “gli Impossibili” http://en.wikipedia.org/wiki/The_Impossibles_(TV_series) sempre basato sulla “metafora Beatles” che andava in onda con Frankenstein Jr.

  2. Paolodeck:

    Sono basito.Ho 49 anni, ero pronto a farmi carico di tutte le mangaminchiate di quell’epoca e di quelle successive, ma di st’ammollo di boiate non ne ricordo mezza. Sono il solo?

  3. vb:

    Mousse: A meno che non ricordi male, gli Impossibili – Fluidman, Multiman e soprattutto Coilman “solo chi è folle sfida le sue molle” – erano un gruppo rock, ma non cantavano canzoni intere come parte centrale dello show e non pubblicavano dischi nei negozi veri. Erano certamente dei precursori del tema, ma in sostanza si trattava di un cartoon su una band e non di una band-cartoon. Invece Butch Cassidy in italiano proprio non l’ho mai visto; spiace perché, essendo di qualche anno dopo, la musica tendeva all’hard rock…

    Paolodeck: E’ solo che sei della generazione sbagliata, perché in Italia queste cose passarono a inizio anni ’80, quando ci furono abbastanza TV commerciali da richiedere il pronto recupero di materiale da trasmettere e quando esse furono abbastanza ricche da poter pagare materiale importato dagli Stati Uniti (sempre però fondi di magazzino, cioè appunto cartoni degli anni ’60). Da noi sono roba per i nati negli anni ’70.

  4. Massimo:

    Sui cartoni animati passo, probabilmente faccio parte della stessa generazione di Paolodeck, dal momento che mi ricordo poco o nulla di quanto da te citato.
    Però faccio parte della generazione che nei settanta cantava il ritornello di “Hey Jude” in Maratona ;)

  5. Lobo:

    confermo la trasmissione sia di Butch Cassidy che di Chan.

  6. robxyz:

    Appena ho sentito il ritornello di Tra la la Song mi è subito venuto in mente quello di “Buffalo soldier” di Bob Marley, è praticamente uguale (“uo-io-io, uo-io-io-io”)

  7. MCP:

    Yuppi! Thread nostalgia!

    (e m’e’ sparito il commento precedente, VB cassalo se fosse doppio)

    C’entra di striscio ma segnalo il piu’ grande coro da stadio mancato di quel periodo di massima gloria televisiva, Jo Superboy sigla di Stingray, recupero nientemeno che della Swinging London (1964).

  8. mfp:

    Musica-Musica ce n’e’ uno solo… Jimi… ieri ascoltavo/guardavo Little Wing fatta da Eric Clapton e Sheryl Crow; neanche EC riesce a mettere tanta musica in quella chitarra. Tra l’altro in quel video il sassofonista entra completamente dentro la musica e non smette piu’ di improvvisare, EC smette di suonare, SC batte le mani, ridono e quando questo si ferma sono tutti e due a fissarlo increduli (gli manca solo la lingua srotolata)… eppure… Jimi e una batteria, ci mette piu’ musica dentro; Musica. Da quando c’e’ TuoTubo mi sto facendo delle seghe incredibili con musica che non sentivo da tantissimo tempo… credo dai tempi delle cassette stracopiate/strafruscianti…

    Televisivamente parlando invece ti risponderei “Happy Days”, anche se in realta’ e’ un ’50-’60 farlocco (credo sia una sorta di nostalgia prodotta nei primi anni ’70). Fonzie era troppo… Cool (FreddoFico), e mi immedesimavo nel roscetto un po’ sfigato ma gentile e punto di riferimento per tutta la claque.

    Cmq si, hai ragione, e’ come se dai noi fossero state esportate in blocco le loro produzioni televisive con 20 anni di ritardo. Probabilmente andandosi a sovrapporre al fiorire delle TV locali. E loro se le sono vendute due volte… facendo la fortuna di qualcun altro qui (titoli Videotime?)…

  9. .mau.:

    I Banana Split non li ho mai sentiti. Josie e le Pussycat, i Cattanooga Cats e sottoserie sì. Gli altri di nuovo no. Mi sa che guardavi troppa tv.

  10. Lobo:

    .mau., e’ che hai una certa eta’ :P

  11. vb:

    Tra l’altro, mi sono dimenticato di far notare che la grafica del titolo e dei primi secondi della sigla dei Cattanooga Cats è probabilmente una delle fonti di ispirazione per il logo originale di Cartoon Network, rete che fu appunto fondata da Turner nel 1992 come “sfogo” per trasmettere i cartoni di Hanna & Barbera, dopo aver rilevato quest’ultima nel 1990.

 
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