L’energia vera è il cervello
Tutti i lunedì su Radio Flash c’è una trasmissione che parla di risparmio energetico. In quella di oggi raccontavano l’esperienza di una scuola in Friuli che ha ridotto i consumi elettrici per l’illuminazione in modo molto semplice; trovandosi di fronte alla necessità di sostituire i neon vecchi di trent’anni, ha aggiunto alle nuove lampade dei sensori di luce – in modo da regolare automaticamente l’illuminazione in funzione della luce solare disponibile, ad esempio d’inverno – e dei sensori di movimento, in modo da spegnere automaticamente la luce se non c’è più nessuno nell’aula (l’insegnante segnalava come la vecchia buona regola “l’ultimo che esce da una stanza spenga la luce”, che da decenni faceva parte dell’educazione dei bambini, sia ormai quasi completamente sparita: i genitori non la insegnano più).
La cosa incredibile è l’aspetto economico: l’aggiunta dei sensori ha determinato un aumento del prezzo delle lampade solo del 10%, da 50.000 a 55.000 euro per tutta la scuola; in compenso, in questo modo la scuola ha abbattuto di un terzo la sua bolletta elettrica, che era di 800 euro al mese. In pratica, la scelta delle lampade intelligenti non solo riduce la produzione di energia – dunque riduce l’inquinamento, l’importazione di combustibile, le necessità di trasporto e così via – ma si ripaga in meno di due anni!
Eppure, sono ancora poche le scuole (ma potremmo parlare delle aziende o degli uffici pubblici) che si preoccupano di fare questo genere di investimento, o di avere una policy chiara che, per esempio, vieti di acquistare nuove lampade se non risparmiose. Paradossalmente va meglio nelle case, dove la bolletta viene pagata da chi usa le luci; per il resto, l’idea italiana che ciò che è di tutti non sia di nessuno porta al menefreghismo.
E’ proprio qui che dovrebbe eventualmente intervenire la politica, con incentivi e con regole chiare. L’energia è la prima necessità di un Paese dopo acqua e cibo, e l’Italia è un Paese che potrebbe arricchirsi con il geotermico, con il solare o con altre forme di energia rinnovabile, e che invece rimane appeso alle importazioni dall’estero (con conseguente dipendenza da personaggi come Putin e Gheddafi) o peggio si rimette a studiare il nucleare, una tecnologia ormai morta e sepolta, figlia del mito positivista degli anni ’50 (quello per cui a quest’ora avremmo già dovuto avere colonizzato lo spazio, presumibilmente per buttarci i nostri rifiuti).
Risparmiare si può e si deve: basta spegnere le luci inutili e accendere il cervello.
[tags]energia, risparmio energetico, scuole, investimenti, nucleare, energie rinnovabili[/tags]
8 Marzo 2010, 20:47
già , eppure sembra ormai diventato così raro l’uso della ragione in questo paese..
8 Marzo 2010, 21:52
a proposito di energia rinnovabile, suggerisco di guardare la puntata del 7 marzo di Presa Diretta che spiega come le energie rinnovabili non siano solo una questione ecologica, ma anche di business e di posti di lavoro.
9 Marzo 2010, 09:18
indubbiamente per fare 5000 euro a botte di 800 al mese ci vogliono meno di due anni; ma anche meno di un anno :-P
9 Marzo 2010, 10:46
.mau.: Stavolta hai letto male… Problema: se il risparmio è “di un terzo della sua bolletta elettrica, che era di 800 euro al mese”, quanti mesi ci vogliono per risparmiare 5000 euro? :-P
9 Marzo 2010, 11:24
allora probabilmente ci vogliono più di due anni. Immagino che il risparmio sia più consistente nei mesi invernali e primaverili; a luglio e agosto a scuola non c’è nessuno ;-)
9 Marzo 2010, 12:37
@simonecaldana: sai qual’è il difetto di Presa Diretta e Report? Che alla fine ti lasciano con un nodo in gola per l’amarezza! La puntata che citi, ad esempio, è spietata nel paragone Italia vs Germania/Austria.
Sarà per le mie origini sicule ma a me veniva da piangere a vedere quegli sprechi in Sicilia…
9 Marzo 2010, 12:52
Ma che palle questi della RAI che ti obbligano a scaricare un programma apposta per vedere i loro video… ma chi cavolo lo usa Silverlight??
Scusate lo sfogo OT
9 Marzo 2010, 13:16
@for those: anche a me, e’ per questo che e’ ora di basta!