La sorpresa
Stasera la spesa discount mi è capitata a Milano, all’LD di via Negroli. E stavolta la spesa interessante era davanti a me: una signora sui quarant’anni, piccolina, dall’aria abbastanza milanese, che si è avvicinata e ha messo sul nastro una sola cosa: un pacco di polenta. E converrete con me che una donna che acquista solo un pacco di polenta, presumibilmente per sfamare i propri figli coi mezzi di una volta, è un buon equivalente di un uomo che acquista solo un pintone di vino.
La cassiera stava trattando il cliente davanti a lei, chiedendo “sacchètti?” con lo stesso accento con cui gli Elii vent’anni fa chiedevano “Facchètti?”. In quel momento la signora sguscia accanto a me (e ci vuole una certa abilità ) e si fionda alla cassa a fianco, in disuso, dove non trova ciò che cerca. Si rifionda in coda, sgusciando di nuovo, e poi lo sguardo le si illumina: su un piccolo ripiano di ferro proprio accanto alla cassiera, vede i Kinder Sorpresa, incartonati in confezione sconto da tre.
Per qualche strano motivo, aspetta che la cassiera sia girata dall’altra parte: e poi furtivamente, come non volesse farsi vedere, ne prende uno e lo mette sul nastro. E poi un altro. E poi un altro ancora, e poi ancora, ancora. Ne mette sette, sette confezioni di cartone da tre ovetti, due euro e trentacinque centesimi l’una. Sul nastro, tutti colorati squadrati e paralleli, fanno l’effetto di un parcheggio di camion in miniatura, sull’asfalto nero di un autogrill.
La cassa giudica diciassètte euro netti, manco a farlo apposta. La signora paga, infila la scorta nella borsetta e se ne va. Era chiaramente lì per quello, era chiaramente in territorio nemico, ma lo sconto (immagino che altrove costino di più) valeva il viaggio: contando la lira, ma facendo la felicità di un bimbo collezionista di sorpresine.
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