Grillo e De Magistris, le sirene del vecchio
Avevo promesso di cambiare argomento, ma oggi pomeriggio Beppe ha dedicato un post piuttosto pesante a Luigi De Magistris (all’inizio pensavo addirittura fosse un pesce d’aprile), che ha suscitato commenti molto forti sia a favore che contro; e così ho interrotto quello che stavo scrivendo per pubblicare alcune considerazioni.
La questione di fondo è quella che ci pongono in molti: ma voi, col vostro 4%, dove pensate di andare? Avete un bel programma, ma come pensate di realizzarlo restando all’opposizione di tutto? Non sarebbe meglio fare alleanze con partiti che la pensano in maniera abbastanza simile a voi, a partire da IDV?
Io stesso mi sono posto queste domande, molte volte: non sono un antipolitico, non mi piace la critica fine a se stessa, e credo di avere il dovere di portare ai miei elettori i risultati che gli ho promesso – non solo parlarne all’infinito per prendere qualche seggio e godermelo con i miei amici. A prima vista, dunque, l’idea di mettere in piedi qualche alleanza è interessante: nella base dei partiti, sia di sinistra che di destra, ci sono senz’altro molte ottime persone, che spingono per un rinnovamento interno di cui noi possiamo essere un catalizzatore.
Ma poi, a una seconda analisi, l’idea non regge. Il dialogo ci sarà certamente, e senz’altro non ci saranno problemi a presentare e votare insieme a questo o quel partito specifiche proposte che condividiamo nel merito. Ma un’alleanza organica non è possibile: perché ad essere morta è la forma partito, e noi dobbiamo essere quelli che la seppelliranno. Perché la democrazia della delega è finita, e non è compatibile con la partecipazione. E perchè il rinnovamento dei partiti è sempre, invariabilmente, soltanto apparente, dato che l’accumulo di potere insito nelle gerarchie e nei politici di professione porta questi ultimi a diventare servi del potere stesso (spesso anche della criminalità organizzata).
La proposta di De Magistris di una grande alleanza di sinistra, comprendente grillini, IDV, SEL, popolo viola e così via, in realtà è un abbraccio della morte, almeno se non si accompagna a un cambiamento radicale della mentalità e dei modi di operare di chi sta nel sistema politico tradizionale. L’unico che l’ha capito pare Vendola; peccato che gli manchi il salto dalla politica delle ideologie a quella delle idee, che non si schiera ma propone.
A Torino ancora insistono con la favoletta per cui noi siamo estremisti di sinistra; o lo fanno in cattiva fede, cercando di ridurci al partitino rifondarolo che non siamo e non saremo mai, o continuano a non capire. Giudicando da quel che mi scrivete e mi dite voi per strada, l’80% di chi ci vota non voterebbe più né la destra né la sinistra; sono voti sottratti all’astensione.
Del resto, dopo l’elezione, il comportamento di De Magistris e, in parte minore, di Sonia Alfano è stato oggettivamente deludente, e ancora di più lo è stato quello del loro partito.
Di Pietro ha fatto un giochino non proprio pulito: alle europee, elezioni che notoriamente nella politica italiana contano come il due di picche, ha “aperto alla società civile” portando a casa i voti grillini e quelli di tanta altra gente a cui i partiti non piacciono, e aprendo una vaga ipotesi di rinnovamento; dopodiché, alle regionali, ha rimesso il partito in mano ai boiardi ex democristiani, ha appoggiato De Luca, e praticamente tutti i candidati dell’area De Magistris-Alfano – da Serenetta Monti a Roma a Benny Calasanzio, nipote di Borsellino, in Veneto – sono stati sonoramente trombati dall’apparato di partito.
Da parte loro, De Magistris e Alfano si sono allontanati dalla loro base (c’è chi dice che il primo screzio risalga a quel 4 ottobre 2009, alla presentazione del Movimento a Milano, in cui Grillo li ha presentati al pubblico ma non li ha fatti parlare dal palco). A Sonia, che è rimasta indipendente, si può appuntare poco altro che l’aver portato e sostenuto candidati nelle liste IDV, in concorrenza con quelli delle cinque stelle; che però è già una bella scelta di campo (io, onestamente, spero che ci ripensi e lasci l’IDV del tutto). A De Magistris, invece, si può obiettare molto di più; l’aver accettato la candidatura De Luca in Campania, e nonostante questo aver preso la tessera di IDV, due giorni prima del voto; e i risultati concreti del suo lavoro, che se esistono sono francamente invisibili ai più. L’abbiamo eletto per fare l’eurodeputato, non certo per girare per le televisioni e lottare per diventare il numero 2 di IDV a livello nazionale.
Certo anche a me spiace veder litigare Beppe e De Magistris; io non avrei usato quei toni, e magari avrei tentato di far riflettere De Magistris sui propri errori. Ma l’unità dell’opposizione è un falso mito; per eliminare Berlusconi bisogna eliminare il berlusconismo, di cui i partiti attuali sono tutti figli e sostenitori. Dunque, avanti per la nostra strada, senza ascoltare le sirene – quelle il cui unico obiettivo è riportare i nostri voti all’indietro, nel vecchio teatrino dei partiti.
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1 Aprile 2010, 20:04
Io capisco la motivazione che spinge lei e Grillo a prendere le distanze da De Magistris: volete essere una forza politica davvero alternativa al sistema sinistra-destra.
Pero’ non comprendo la strategia con cui si vuole diventare questa terza forza, sempre che l’obiettivo sia quello di diventare forza di governo. Perche’ sbattere la porta in faccia a qualcuno che non rappresenta la vecchia politica e che puo’ portare idee e visibilita’ al movimento?
Grillo si lamenta tanto del fatto che i TG italiani non abbiano parlato del Movimento 5 Stelle prima delle elezioni, ma poi se la prende con De Magistris perche’ va in TV. Io sono dell’opinione che sia proprio li’, alla televisione, che andrebbe svolta una seria campagna politica di promozione dei talenti, del lavoro e in generale di temi davvero importanti.
La realta’ e’ che la maggior parte degli italiani ottiene tutte le informazioni dalla TV. Se il Movimento si trincera solo in rete, lasciando ai partiti piu’ grandi il dominio televisivo, allora non c’e’ molta speranza che le cose cambino in poco tempo.
1 Aprile 2010, 20:06
Prima di tutto fate attenzione al video che gira su youtube riguardo la puntata di Tetris su La7 di ieri, è completamente montato ad arte e le battute che sembrano tra De Magistris e Favia sono in realtà rivolte ad altri ospiti dello studio.
Venendo al post di Beppe, sono rimasto molto colpito dall’attacco frontale a De Magistris. Non mi sento di condividere un post così pesante. Mi sembra che lui stia cercando di fare da tramite tra il Movimento e IDV. In un certo senso capisco la sua posizione, anche se rifiuto la logica di partito e preferisco parlare di problemi dei cittadini. Però le rivoluzioni non si possono fare dall’oggi al domani e obiettivamente ci sono molti punti di contatto con l’IDV.
Poi sinceramente non possiamo metterci a fare la guerra anche a De Magistris… fossi stato in Beppe ci avrei pensato bene prima di scrivere quelle cose, che mi sembrano buttate li di getto…
1 Aprile 2010, 20:15
…tra l’altro riguardo alle apparizioni in TV devo dire che sono contrario ai politici che passano le giornate intere a Saxa Rubra, ma vedere ogni tanto un grillino in TV mi fa veramente piacere, per 2 motivi:
– la stragrande parte degli italiani usa solo la TV per informarsi. Mia nonna di 84 anni, se avesse l’occasione di sentire un Favia della situazione sarebbe più che d’accordo con lui.
– zittirebbe seduta stante i nostri politicanti, parlando delle nostre idee (come ha fatto Favia ieri)… sai che soddisfazione?!!
1 Aprile 2010, 20:55
diciamo che anche a me oggi il post su De Magistris ha un po’ stupito. Però, e qui c’è sempre un però, è stato il motivo per spingermi a capire il perchè di quel commento. E allora sei costretto ad informarti, a ragionare un pochino, a valutare a soppesare. Tutto questo altre fonti non lo permettono. Poi uno può essere in accordo o meno con il post. Sta di fatto che continuo a condividere pienamente il programma della lista civica, che non per un commento mi dissocerò o rimarrò indignato e punterò il dito contro Grillo. Allora avremmo dovuto anche puntarlo quando inveiva contro i computer, contro la legge che aveva permesso alla lega di essere in parlamento (poi quando ci fu il referendum ci fu un silenzio di tomba: abrogare la legge voleva dire implicitamente tagliare fuori anche l’IDV…), il post dei due cellulari che cuocevano l’uovo, quando sponsorizzava il wi-max (non è che sia una brutta idea, certo è che questo tipo di tecnologia non sarebbe comunque stata applicabile per il digital-divide…anzi era doveroso porre l’accento sulla concessione delle licenze).
Ogni post è un invito alla riflessione, alla ricerca dell’informazione. Non è mai pura banalità .
Per quello che riguarda invece l’attenzione mediatica dopo la vittoria di Cota….beh…che dire, prima nessuno si cagava la lista civica, tutti pronti a sbattervi/ci la porta in faccia, come se non esisteste, esistessimo.
Poi, quando le ferite sono state evidenti, prontissimi a darvi/ci la colpa, a puntare il dito come bambini feriti.
La colpa della sconfitta è la loro, non della lista civica. Chi ha votato così lo ha fatto ben consapevole di voler avere almeno 1 consigliere regionale, a discapito della vittoria della sinistra ( che a me, personalmente non è che interessasse…).
Questo delle liste civiche è una prova, una sperimentazione dopo tanti anni in cui ci eravamo assopiti, intorpiditi, resi impotenti di fronte ad un gioco più grande di noi.
Anche già solo per il fatto di aver raccolto le firme va a voi un meritato rispetto.
Se poi otterremo ciò per cui abbiamo votato (trasparenza e conoscenza dei giochini di potere..) allora il risultato sarà ottenuto.
Grazie.
1 Aprile 2010, 21:25
Quindi starete all’opposizione finchè non avrete il 51% dei voti e dei seggi?
1 Aprile 2010, 22:55
@Carlo: quindi se io sul mio blog mi metto a pubblicizzare e vendere elefanti rosa volanti allevati al pascolo (rigorosamente bio), lo faccio con l’intento di spingere il lettore ad informarsi, a ragionare un pochino, a valutare a soppesare?
Mi pare un po’ forzata.
Grillo si atteggia un po’ troppo a Sai Baba (o magari sono i grillini che lo considerano tale). Dice un sacco di cose giuste ma racconta anche fregnacce. A voler essere buoni è uno che si entusiasma troppo facilemente finendo per promuovere bufale o autentiche truffe: la palla magica che lava, l’uovo fritto coi cellulari… l’auto ad aria compressa l’aveva sponsorizzata sempre lui? Si è fatto sfuggire giusto il tubo tucker! :-)
2 Aprile 2010, 00:30
in un paese civile dipietro farebbe il commissario di polizia in qualche grande città , non il politico. Prego ricordarsi articolo di micromega (se non sbaglio) di qualche mese fa riguardo i soggetti a dir poco discutibili che ha arruolato nel suo partito. Condivido che demagistris, persona sicuramente per bene, dovrebbe fare quello per cui è stato eletto, a bruxelles, altrimenti siamo alle solite, la logica diventa quella dei ministri che si candidano a sindaco, giochi di potere che non ci appartengono.
2 Aprile 2010, 06:59
La cosa più interessante di questo episodio è che il “movimento 5 stelle” non è un vero e proprio partito solo nel senso in cui non lo è il PdiL o Forza Italia.
Sulla alleanze, sulle grandi strategie, sulle questioni essenziali, decide l’uomo solo al comando, il “fondatore”, colui che è sceso in campo “battezzando” il movimento, colui che nessuno “vota” o sceglie.
De Magistris propone di guardare al Movimento 5 stelle, mica a Grillo o al blog di Grillo, e chi è che “risponde” a tono, che commenta? I rappresentanti sottoposti al giudizio degli elettori? Una segreteria, un segretario, una direzione, una assemblea, un portavoce eletto?
No risponde “lui” usando il “noi”. Agli altri resta solo farsene una ragione. Adesso capisco cosa intende dire Davide Bono quando dice “a noi non serve un segretario”: evidentemente basta un padrone.
Votare un giovane medico e trovarsi un miliardario, uno che faceva riferimento al PLI di Altissimo, uno entrato in Rai grazie a Pippo Baudo i cui discorsi finiscono nei titoli di coda citandone il “produttore”!
Complimenti!!!
2 Aprile 2010, 08:32
Ha un po’ ragione Michele Ferraudo. Ci avete raccontato che il movimento a 5 stelle non è “il partito di Beppe Grillo” e però sembra proprio lui a dettarvi l’agenda.
Io vengo qui a cercare di capire cosa ne pensano i grillini della pillola RU o sul sito Torino a 5 stelle, ma ancora non c’è nulla. Vorrai mica che vada a informarmi sul blog di Grillo…
2 Aprile 2010, 08:40
@Michele Ferraudo: mi sembra che prima di sparare a zero sul M5S, sarebbe essenziale capire quali sono i problemi DENTRO il PD.
Del resto il PD non è un vero partito, è un’accozzaglia di politicanti bramosi di poltrone e di potere, senza un programma definito, che cerca di mettere insieme non riuscendoci i Morganto ant ru486 e le Bresso pro ru486.
Un partito che a livello nazionale tratta meglio Mediaset ed UDC che Rifondazione ed IDV, suoi alleati.
Trattare come dei cretini i propri elettori (o potenziali elettori) non è una strategia vincente. Fate un bagno di umiltà e non date la colpa a Vittorio Bertola se la Porchietto ha preso un sacco di voti. Cercate di capire come mai Vittorio con 150 euro ha preso 1300 preferenze.
Cercate di capire come mai la gente che votava PCI adesso vota Lega.
Cercate di capire che se in campagna elettorale cavalcate l’antiberlusconismo e poi fate gli accordi per le riforme e per favorire Mediaset non ci fate una bella figura.
Cercate di darvi una svegliata.
2 Aprile 2010, 09:48
@Raccoss: Devi andare su http://www.piemonte5stelle.it :)
2 Aprile 2010, 09:54
Grazie, ma…
e metterci un link da qualche parte su questo sito?
E l’altro sito che invece linki non è un doppione?
2 Aprile 2010, 10:51
@for those: gli elefanti rosa ce li hanno già venduti, ce ne siamo accorti in ritardo. Di menate se ne sono sentite tante. Se questo messaggio era una provocazione per ribadire il concetto che chi approva il programma della lista, proposto insieme a Grillo, sia un credulone, allora dico che siamo su 2 pianeti opposti.
Grillo è un centro di coesione. I candidati delle singole liste civiche si sono fatti portavoce di un programma. Poi, rimangono indipendenti e per questo verrà giudicato il loro operato.
Prima delle elezioni e del relativo risultato nessuno, ma proprio nessuno si era cagato i rappresentanti della lista civica Piemonte a 5 stelle.
Dopo, tutti a leccarsi le ferite e a rimproverare di aver fatto vincere qualcun altro senza motivo e a chiedersi se non fosse o non fosse stata necessaria una santa alleanza.
Ma alleanza, in queste condizioni, ci può essere? Una lista civica che si unisce ad un partito. Ed è qui che nasce l’associazione Grillo-capo del movimento.
Grillo fa da aggregatore di idee, punto di giunzione e uniformatore di obiettivi. Non è un segretario di partito. Non da ordini. Non è un padrone.
Tutte le liste di minoranza che si assoggettano ad un partito più forte, accettandone di conseguenza le direttive, per che scopo lo fanno?
Per portare il loro messaggio, che verrà inesorabilmente sottomesso a ideali e necessità maggiori, o per scaldare una poltroncina e portarsi a casa il compenso dovuto?
Io penso, e questo è un mio pensiero, che eventuali alleanze si potranno ottenere, nel momento in cui chiunque accolga in pieno e senza riserve il programma proposto nelle liste civiche. Ma forse, in quel modo, non avrà neanche più senso di esistere un partito, e così cadrà il presupposto concettuale di alleanza-compromesso.
Per capire il lavoro e la serietà della lista piemontese, come per tutte le altre, basta guardare il lavoro svolto per raccogliere le firme, quando una delibera regionale approvata in extremis esonerava dal farlo chi era già rappresentato in regione.
Questo risultato, oltre al clamore per la perdita della Bresso, più che per la vittoria di Cota, dovrebbe far riflettere chi di dovere. Non gli esponenti della lista civica che hanno onestamente lavorato. La Bresso ha perso per lo 0,5% dei voti. O meglio, è Cota che è stato ampiamente votato. Chiunque leggesse articoli e commenti sui vari blog è consapevole del malcontento e della voglia di cambiamento (anche ingiustificata) che aleggiava in Piemonte. La maggioranza voleva cambiare!
Il risultato della lista civica è merito anche del lavoro fatto precedentemente e dei risultati ottenuti dai consiglieri comunali in altre regioni italiane.
Per quanto riguarda De Magistris: Grillo ha espresso un suo pensiero. Chi non avrebbe reagito di fronte ad una strumentalizzazione del risultato ottenuto?
De Magistris è stato eletto solo (secondo me) grazie al blog di Beppe Grillo, che ha chiesto di mandare in Europa delle persone fidate a sorvegliare sui finanziamenti alla mafia.
Non fai il tuo lavoro? Ho tutto il diritto di criticarti, specie se dici anche una cosa non appropriata.
2 Aprile 2010, 11:06
Wikipedia definisce partito politico come: “un’associazione tra persone accomunate da una medesima finalità politica ovvero da una comune visione su questioni fondamentali della gestione dello Stato e della società o anche solo su temi specifici e particolari”.
Wikipedia definisce anche movimento (sociologia) come: “qualunque formazione collettiva relativamente strutturata che appare identificabile per il fine dei suoi partecipanti e membri di difendere o promuovere degli “oggetti” o delle situazioni che hanno una connotazione sociale, e quindi delle implicazioni di fatto o di valore per un gruppo più o meno circoscritto di soggetti. Inserito nel contesto dei comportamenti collettivi, il movimento è rappresentato da un gruppo dove i ruoli non sono ancora definiti e nel quale le relazioni sociali sono per lo più a carattere cooperativo e dotate di forte carica emotiva. Solitamente il movimento focalizza l’attenzione su un determinato obiettivo e si mobilita per conseguirlo.”.
Il MoVimento 5 Stelle, come dice la parola, è un movimento e non un partito e, rispetto ai partiti, i movimenti hanno la caratteristica di coprire fasce di persone politicamente più estese e disomogenee, per conseguire un obiettivo comune che va oltre una medesima finalità politica.
Come dice Vittorio, l’idea di De Magistris in questo contesto non regge e secondo me è pure fuori luogo perché tende a mescolare soggetti strutturalmente diversi: partiti e movimenti, in una frittata che non ha alcun senso.
2 Aprile 2010, 11:21
RU486: il discorso di Cota è puramente ideologico. L’economia e la politica hanno basi teoriche che si scontrano con problemi pratici.
E qui entra in gioco il ruolo della teoria cattolica:
tu operi con il libero arbitrio, ma anche questo ha dei limiti. Quali sono? Puoi decidere di praticare la castità o di non praticarla. Nel momento in cui decidi (libero arbitrio) di non praticare la castità , ti sottoponi al rischio di generare nuova vita.
Per questo i cattolici, e i loro esponenti supremi, indicano di non usare misure contraccettive. Proprio perchè questo atto deve sottostare al volere di una entità superiore, che deciderà o meno di attivare una nuova vita.
Quindi, nel momento in cui tu decidi di non essere più casto/a, implicitamente accetti di accogliere nuova vita.
Non puoi avere capra e cavoli: divertirti ed esonerarti.
E soprattutto accetti di correre il rischio di ricevere qualunque vita, in qualunque forma ti venga mandata in quel momento ( figli con malattie anche genetiche tipo sindrome di down, ecc…)
Perchè non sei tu che decidi più bensì una entità superiore. Quindi, anche per quello che riguarda la fecondazione assistita, il cattolico parla subito ( a sproposito ) di eugenetica.
Sebbene l’eugenetica riguardi il miglioramento della razza, e quindi poco c’entra con il cercare di avere un figlio sano, di qualunque colore sia di capelli e occhi e pelle sia, per il cattolico, anche il semplice decidere lui e non l’entità superiore se il figlio sarà sano o meno, diventa una modifica di questo volere, quindi una selezione e quindi si convince di aver attuato eugenetica.
Quindi per il cattolico la vita non è sua, non può decidere come, quando, e chi vuole fare nascere, ma tutto è lasciato al volere superiore.
Da qui anche l’interruzione di una gravidanza diventa non solo un omicidio ma anche una offesa all’entità superiore.
Da parte mia capisco il dolore e la difficoltà che si ha nello scegliere di abortire. Proprio per questo bisognerebbe più che altro informare alla contraccezione piuttosto che ricorrere ad un rimedio così drastico.
Perchè l’abortire porta con se sicuramente delle conseguenze. Anche fisiche.
Il cattolico, in particolare, non accetta l’uso della RU486, e questo è stato più volte espresso in maniera chiara dagli esponenti cattolici di rilievo, proprio perchè consentirebbe di alleviare le sofferenze fisiche di questo atto.
Cioè sminuirebbe l’impatto shoccante che ha un intervento chirurgico.
Il cattolico vuole quindi che se prendi la responsabilità di abortire devi almeno soffrire, per farti capire quello che stai facendo.
Ma l’aborto lo si fa per le condizioni più disparate: da chi scopre di avere in grembo un figlio malato, che magari inesorabilmente morirà , da chi non lo vuole a tutti i costi, da chi è minorenne e non vuole portare a termine la gravidanza, per finire a chi ha subito abusi e violenze.
Per il cattolico non solo non dovrebbe esistere la RU486, non dovrebbe essere praticato nemmeno l’aborto.
Un buon consultorio, che magari convinca le madri a dare in adozione il figlio è sempre la cosa migliore. Sono tante le coppie che vorrebbero essere genitori ma non possono farlo e sono in attesa di una adozione.
Ma la vita è varia e alcune persone scelgono di abortire, comunque. Se non potesse essere praticato l’aborto in condizioni di massima sicurezza si ritornerebbe al passato, in cui le donne lo facevano ugualmente, rischiando la propria vita, in condizioni igieniche del tutto inappropriate.
La dimostrazione è la miriade di donne straniere che abortiscono bevendo intrugli venduti al mercato nero dalle loro connazionali.
Il tema è scottante, il problema è più pratico che ideologico. La lista dal suo sito ha deciso di provvedere alla salute della donna provvedendo a supportare l’uso della pillola abortiva.
2 Aprile 2010, 16:22
Bei commenti Carlo.
2 Aprile 2010, 23:56
“L’unico che l’ha capito pare Vendola; peccato che gli manchi il salto dalla politica delle ideologie a quella delle idee, che non si schiera ma propone.”
Attenzione perchè potrebbe non essere l’unico. Al vaglio di quanto dici è atteso anche il movimento 5 stelle, che deve mostrare di poter passare dalle parole ai fatti. E farlo senza il 51%, e senza allearsi con nessuno, non è così banale.
Nei commenti precedenti, così come nel testo dell’intervento, viene obiettato a De Magistris di fare altro dall’esercitare la funzione di eurodeputato per la quale è delegato. Viene fin troppo facile esortare, allora, chi fa il comico di mestiere… a lasciar perdere la politica, tantomeno se non si è candidato e dunque non è stato eletto, e per di più senza ricoprire alcuna carica in seno al movimento del quale con piglio continua a dettare l’agenda.
Detto ciò, la proposta di Di Magistris mi sembrava sensata ed interessante. La risposta di Grillo mi ha ricordato molto un “celodurismo” d’altri tempi, che speravo finalmente finito nel dimenticatoio. Personalmente, come credo tanti dei vostri neo-elettori, preferisco azioni concrete e programmi applicabili ad una cerchia di duri e puri che sparano a zero anche sui soggetti politici a loro più prossimi, con cui condividono il 90% delle proposte.
Se non accettiamo PD e PDL, non possiamo ricorrere al loro stesso meccanismo di tifo da stadio (e in questo sottoscrivo ancora le parole di De Magistris). Dall’invettiva alle proposte il salto è stato notevole, ma ora serve ancora quello più importante: dalle proposte alle responsabilità . Se questa è la linea del M5S, da neo-elettore (a voto disgiunto, e dispiaciuto di non essere rappresentato da Vittorio Bertola), non mi farò pragmaticamente problemi a diventare ex-elettore alla prossima occasione, se questo aumenterà le possibilità non lasciare le mie aspettative ed esigenze su un piano di discorsi astratti ed opposizione in solitaria.
@Mike: ora basta con il PD. Il movimento 5 stelle è un soggetto politico a tutti gli effetti, quindi mi pare sensato cominciare a concentrarsi su di sé anziché sulle beghe degli altri. A cominciare dalla sparata odierna del leader esterno. (Farlo inoltre, significherebbe togliere ogni merito del “successo”, attribuendolo esclusivamente all’incapacità degli altri partiti).
3 Aprile 2010, 08:44
Uden: Probabilmente noi siamo un po’ presi in mezzo al guado, abbiamo una parte di elettori che si riconoscono nella sinistra (ma, per quanto di meno, anche nella destra) e però ci hanno dato fiducia considerandoci “più di sinistra” dei loro vecchi partiti, e che vedrebbe con favore un nostro ingresso in una alleanza più grande, come quella che ipotizza De Magistris; e un’altra parte che ci ha votato proprio perché non ci riconosciamo e non intendiamo allearci con alcuno di questi vecchi partiti.
Starà a noi capire se possiamo tenere insieme entrambe le anime…
3 Aprile 2010, 11:50
vb, penso sia importante non perdere di vista il vostro programma versione 2.0 del 04/10/2009 che io condivido e appoggio e concentrarsi su quello, senza lasciarsi distrarre da altre tematiche che, seppure importanti, non rientrano esplicitamente nel programma per il quale vi siete presentati e avete ottenuto un certo consenso.
Per esempio il dibattito sulla Ru486 sollevato da Cota ad arte e ripreso sul sito http://www.piemonte5stelle.it non è una delle tematiche principali previste nel programma.
E’ chiaro che una simile tematica porta a dividere le varie anime presenti nel movimento stesso, allontanando la discussione da quelli che invece sono gli obiettivi da discutere e affrontare e per i quali il movimento è nato.
3 Aprile 2010, 19:10
Piero, senza offesa per tutti gli altri, il tuo mi sembra il commento più saggio che ho sentito…
6 Aprile 2010, 16:38
VB tu scrivi:
“perché ad essere morta è la forma partito, e noi dobbiamo essere quelli che la seppelliranno”
mi ricorda spaventosamente da vicino quelli che scrivevano nel ’68: “una risata vi seppellirà ”
hai presente com’è andata a finire? Chi ha seppellito chi?
Mi sa, quindi, che tornerò a fare le valigie mie e della mia famiglia, che tra sei mesi mi scade il contratto.
Per un attimo avevo sperato in un cambiamento in tempi umani, con sti presupposti mi sa che ne riparliamo per quando andrò in pensione. Che poi, magari, tra 30-35 anni ci sarà di nuovo la lira e questo sarà un posto dove lo Yen o il Real valgono il triplo che in patria. Vive la Mondialisation!
6 Aprile 2010, 16:42
Ok, dai, vediamo di accelerare :)
6 Aprile 2010, 17:00
Mah, onestamente credo che i tempi realistici siano comunque dell’ordine delle decine di anni. D’altronde in questo paese si è smesso di fare Politica con la morte di Berlinguer. Fai un po’ i conti del tempo che dobbiamo recuperare.
Quello che mi preoccupa è che con il massimalismo la vedo dura. Te l’ho già scritto prima delle elezioni: meno pippe teoriche, soprattutto senza apposita laurea in Sociologia e/o Antropologia (la forma-partito della supercazzola lasciamola ai criptocomunisti stile WuMing e ArdiCor, grazie) e più prove di trasmissione.
Magari la forma partito è incompatibile con la partecipazione diretta, magari no. Magari lo sarà una volta “sclerotizzate” nuove forme di partecipazione (mia personale ipotesi, a naso). Lanciarsi in una crociata, ora, in questo senso è stupido e, soprattutto, tafazziano. E io alle mie palle ci tengo. Augh! :D
6 Aprile 2010, 17:12
Beh, è mica un caso che Arturo fosse tra i miei fan su Facebook :-P Comunque non preoccuparti, in fondo sono pur sempre un ingegnere…
7 Aprile 2010, 14:10
Il che non depone a tuo favore… agli occhi della concorrenza :)
Ma invece depone a tuo favore il post di oggi, in cui tutto l’approccio del MoVimento si scontra con i problemi _pratici_ che sollevavo in questa nostra discussione. Inutile dire che hai tutto il mio supporto e se possibile ancora di più.
Anzi, ti dirò, quello che racconti mi illumina su molte cose, tra cui il perché l’immagine del MoVimento (si, inclusa quella di Davide Bono) mi dava una certa inquietudine. Evidentemente sto invecchiando e avevo già nasato un certo stile da “duri e puri”, quello per cui le norme le devono solo rispettare gli altri, ma quando siamo tra di noi -i buoni- sono semplicemente degli inutili “lacci e lacciuoli”. Si, la citazione del nano catodico non è casuale (*sigh*). Quello stile, e il massimalismo che ne deriva, troveranno sempre in me un critico spietato.
D’altronde l’aveva già detto il Signor G tanti anni fa: “Io non temo Berlusconi, temo il Berlusconi che è in me”.
Forse potresti proporre questa frase alla riflessione della minoranza incazzata. Vuoi mai che scendano… e se la facciano a piedi!