Un po’ di magia
A ognuno di noi capita ogni tanto un momento magico, e capita sempre quando non te lo aspetti. Io e Elena, per esempio, ieri siamo andati alla Sagra del Cinghiale di Pontey: sia i cavatelli al ragù di cinghiale che il cinghiale al civet con funghi e polenta erano davvero ottimi e abbondanti, e per 18 euro a testa (comprese anche bevande e mezzo dolce) valeva senz’altro la pena; inoltre, forse per il brutto tempo, forse per la data più avanzata dello scorso anno, arrivando alle 18:35 ce la siamo cavata con soli quaranta minuti di coda – rispetto all’abituale ora e mezza è stato un bel passo avanti.
Comunque, non era questo il momento magico di cui volevo parlarvi; è che grazie a questa combinazione di eventi siamo usciti dalla sagra molto prima del solito, verso le otto, quando non era ancora sceso il buio. Abbiamo risalito i tornanti del monte sopra Saint-Vincent, per tornare a casa, proprio mentre la luce si faceva sempre più debole e sempre più rossa; nel frattempo avevo acceso Radio Due e ci è capitato un insospettabile programma di bella musica, che dopo Somebody To Love dei Queen ha mandato addirittura No Quarter dei Led Zeppelin, la quale, ascoltata in un bosco al tramonto, assume una pregnanza direttamente derivante dalle simpatie tolkeniane di Robert Plant (nota su Radio Due: se è per trasmettere questo che hanno cacciato Luca Sofri, allora hanno fatto bene).
In una situazione del genere, persino 29 Palms sembrava un capolavoro; comunque, arrivati quasi in cima, è giunto l’ultimo momento del tramonto. Allora abbiamo spento la radio, abbiamo accostato, ci siamo fermati e nel silenzio abbiamo ammirato il panorama di tutta la Valle d’Aosta ai nostri piedi, dritta fino ad Aosta e poi alle propaggini del Monte Bianco, e dall’altra parte tutte le montagne in direzione del Gran Paradiso. Il cielo era incredibile, fatto di nuvole a fiocchi, dense e raggrumate, che riflettevano la luce in mille modi e dunque creavano chiazze dei colori più diversi, arancio, rosa, blu scuro, giallo, azzurro, grigio, che si spostavano e cambiavano sfumatura in continuazione. Sembrava davvero un dipinto romantico, un Turner di quelli che guardi e dici “ma non è possibile che ci fossero davvero dei colori come questi”, e per i pochi minuti che è durato, prima che scendesse inarrestabile il buio, siamo rimasti lì in silenzio ad ammirare, ed è stato davvero un momento perfetto.
Dato che a parole è comunque difficile spiegarsi, ecco una delle foto:
Anche stamattina siamo andati a fare una bella passeggiata nel bosco, spingendoci fino all’apertura di Sommarese, un altro posto dove si domina la valle (questa volta il lato verso Verres). Anche stamattina è stato bellissimo, in cielo non c’era una nuvola, la temperatura era perfetta. Peccato che arrivare alla passeggiata sia diventato più difficile: hanno recintato un pezzo di prato per fare un “campo di pratica golf” e un pezzo di bosco proprio sul passaggio è stato delimitato con la corrente per farne un pascolo per le mucche. La piccola radura alla partenza delle piste da sci ormai è diventata una succursale di un luna park cittadino, con musica ad alto volume, giochi per bambini a pagamento ed affitto lettini a prezzi esorbitanti. Però, ho visto, insieme al lettino ti danno anche un lenzuolo, che ad un rapido sguardo mi è sembrato uno di quelli di tessuto non tessuto, usa e getta. Il solito modo di affrontare la natura: negandone la naturalità , usandola un giorno e buttandola via.
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