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lunedì 21 Luglio 2008, 14:50

Il bruto pieno della vita

Ci sono poche cose che, nella nostra società, ti qualificano come un bruto. Puoi fare ministro le tue amanti o possedere tutta la discografia di Franco Califano, e nessuno solleverà un sopracciglio; ma non parlare male degli animali, specie quelli domestici, o finirai coperto di pece nella pubblica piazza.

Questo, comunque, non vale per tutti gli animali. Certo, cani e gatti sono sacri; per mucche e galline vale una certa ipocrisia, nel senso che fa tanto piacere vederli pascolare o razzolare nell’aia, ma fa anche tanto piacere mangiarli. Altri animali, invece, non godono degli stessi diritti civili; fino a giungere alle zanzare e ai ragni, per i quali invece si ritiene giusto il genocidio a priori.

Alle persone sensibili, la sofferenza animale fa effetto; e così, mentre l’altra sera maneggiavo un pollo senza testa per ungerlo ben bene in mezzo alle patate, provavo comunque una sensazione di sottile ma evidente disagio. Le persone sensibili, però, hanno già capito il punto fondamentale: la nascita, la vita e la morte sono tutte parti ugualmente degne e necessarie del ciclo vitale del mondo. Un mondo senza morte non avrebbe senso; vale per gli uomini e vale per gli animali. Ogni essere vivente ha quindi un ruolo di collegamento tra una nascita e una morte, la quale è necessaria per permettere lo sviluppo di ulteriore vita; ad esempio, la digestione di un bel pollo arrosto.

Purtroppo, sempre meno persone sembrano capire questo semplice fatto. Probabilmente, noi umani postmoderni e urbanizzati siamo talmente alienati, lontani dalla semplicità delle basi esistenziali della natura, da finire per attaccarci a suoi brandelli in modo ossessivo, credendo che chiudere un alano in 60 metri quadri significhi volergli molto bene, e sentendoci tutti parte di un grande spot dell’Amaro Montenegro. E così, un cane o un gatto diventano intoccabili; non un altro essere con cui avere un rapporto – pur nella propria diversità di ruoli – volontario e alla pari, ma un feticcio di qualche proprio distorto bisogno psicologico.

Oddio, ad alcuni succede persino coi topi: in questi giorni su Radio Flash circola uno spot antivivisezione che sembra una caricatura del peggior animalismo, ma è tristemente vero. In un crescendo di motivazioni contro la vivisezione (che è ovviamente una pratica barbarica, ma che talvolta può pur essere il male minore) si arriva a una perla di logica secondo cui all’immaginaria obiezione “Meglio sperimentare sui topi che sui bambini!” la risposta era “Dillo alle mamme i cui bambini si sono ammalati per via dei farmaci sperimentati sui topi!”. Ora, ci ho pensato un po’, ma la conseguenza non regge, a meno che ciò che la LAV intenda dire è che i farmaci, invece che sui topi, andrebbero piuttosto sperimentati sui bambini (aspettiamo chiarimenti).

Ecco, proprio questo viene spesso dibattuto come il punto chiave: esiste o no un diritto di supremazia dell’uomo rispetto all’animale, che giustifica l’uccidere migliaia di topi per trovare un farmaco che potrebbe salvare la vita a un uomo? (O peggio ancora per testare profumi e creme solari: ecco, quello sì che lo trovo barbaro.) Questo principio di supremazia è scritto più o meno chiaramente nella dottrina della Chiesa; da decenni è contestato insieme a tutto il resto delle nostre “radici cattoliche”.

Il dubbio viene anche in altri casi: per esempio, leggendo questo articolo sulla drammatica situazione del canile di Moncalieri, invaso dagli animali abbandonati per le vacanze. Ora, io continuo a pensare che basterebbe tatuare i cani alla nascita o alla prima visita da un veterinario e denunciarne i passaggi di possesso, perché chi prende un cane deve risponderne; l’abbandono è una pratica che va combattuta. Però alla fine si legge un appello disperato: i fondi (per metà da donazioni private, per metà da fondi pubblici) non bastano perché le cure sono costose; per esempio, hanno dovuto spendere un sacco di soldi per operare di cancro un barboncino di 13 anni.

E io mi chiedo: ma – senza scomodare l’Africa – in una società in cui tuttora molte persone vivono in baracche e faticano a mangiare, ha senso che collettività e privati spendano denaro per operare di cancro un barboncino? E anzi, che questa cosa ti venga presentata come una necessità urgente e pressante, un appello alla bontà umana contro la brutalità, invece che come un caso di lucida follia, che di naturale non ha proprio niente?

Io non credo che l’uomo sia superiore agli animali, e non sono nemmeno contento, in linea di principio, di farmeli uccidere per mangiarne i cadaveri. Credo però che non si debba perdere la misura rispetto al principio fondamentale della natura, che, piaccia o no, è “mors tua vita mea”; il che comprende anche lo sfruttare gli altri esseri dell’ecosistema per nutrirci e sopravvivere, con rispetto e dispiacere per la loro sofferenza, ma sapendo che così è l’ordine delle cose. Può darsi che questo faccia di me un bruto; eppure, saper accettare il fatto che la nostra vita non solo prevede la sofferenza, ma inevitabilmente finisce talvolta per causarne agli altri e per trarne giovamento, permette di rapportarsi con la morte in modo molto più sano.

[tags]natura, animali, vivisezione, canile, cibo, sofferenza, morte, amaro montenegro[/tags]

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38 commenti a “Il bruto pieno della vita”

  1. S.:

    Io faccio fatica a comprendere i vegetariani, vogliono così tanto bene agli animali e poi gli portano via il cibo.
    Stamane ho decapato e sviscerato un buon numero di sardine per la cena di stasera, e non mi sento così crudele, posso semmai capire coloro che senza necessità uccidono animali solo per fini estetici (pellicce e trofei).

  2. simonecaldana:

    Io non credo che essere brutali sia un difetto. Trovo invece che l’eccessiva diplomazia confini pericolosamente con l’ipocrisia e la menzogna, cosi’ come il buonismo che permea certi messaggi. Lo spaccato della realta’ pero’ e’ presto fatto: la maggior parte delle persone che hanno potere ce l’hanno perche’ l’hanno voluto e quindi necessariamente hanno un certo grado di spietatezza nonche’ di solito una buona comprensione della realtà reale. In conseguenza di questo sono immuni agli appelli buonisti, ed ecco perche’ molte iniziative che si appellano al buon cuore farebbero molto di piu’ con altri metodi. Inutile dire che al contrario, una buona parte degli attivisti di tali iniziative si sbatte anche perche’ cio’ li fa sentire piu’ buoni, piu’ giusti e quindi superiori. Insomma, e’ tuta una battaglia di ego e in mezzo c’e’ chi ci perde e qualche sparuto pragmatista.

  3. mousse:

    Uhm.. io non definirei essere brutali procurarsi il cibo.
    Definiamo forse “brutale” un leone che caccia la propria preda? Forse, ma sappiamo che se non lo fa muore di fame.

    Noi possiamo dire di poter scegliere cosa mangiare, al contrario degli animali ma… è poi il caso?

    Riguardo alla vivisezione, io direi che se “il gioco vale la candela” è una cosa giusta. L’obiezione “i bambini ammalati per colpa dei medicinali sperimentati sui topi” non ha alssolutamente senso perchè i farmaci presentano sempre un certo margine di rischio, sperimentati o no. Pensate a quelle persone allergiche alla penicillina.. che e’ in uso da decenni (anzi credo quasi un secolo).

  4. Nick:

    Anche la strada dell’integrazione e della convivenza appare non facile!

    http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_21/cervo_Bolzano_feriti_1ed2caa0-5713-11dd-81e1-00144f02aabc.shtml

    ;-)

  5. Bruno:

    Morte ai gattacci infami che impestano di piscio e peli le case degli italiani. Non perdo occasione di rifilare a quelle bestiacce immonde robusti calcioni, non fosse altro per veicolare il messaggio che i primati hanno un maggior quoziente di encefalizzazzione e dominano il pianeta. I gatti sono bestie, capiscono i calcioni, mica l’italiano…
    Il massimo poi è arrivare in bici alle spalle di qualche cagnaccio infame che sta defecando in mezzo alle aiuole. E rifilargli una pedata volante. Bestie schifose. E i piccioni! Per ulteriori e utilissime informazioni, verificate su

    http://www.earmi.it/armi/trappole.htm

  6. AndreaC:

    I piccioni non sono neanche fottuti esseri animali. Sono solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta merda.

  7. animalista convinto:

    voi 2 iniziate a trovarvi un avvocato

  8. AleRoots:

    O peggio ancora per testare profumi e creme solari: ecco, quello sì che lo trovo barbaro.
    Attualmente per i prodotti cosmetici i test su animale sono proibiti a livello europeo, e sta entrando in vigore le regolamentazione che impone che anche le singole materie prime che costituiscono il prodotto cosmetico siano state testate su animali.
    Attualmente in alternativa, dove non esistono possibilità affidabili in vitro, sicurezza ed efficacia vengono testati sull’uomo.

  9. .mau.:

    vb, ma tu li paghi i troll per la loro funzione di “ravvivìo del blog”?

  10. vb:

    No, è quello il bello: fanno tutto da soli e non c’è verso di farli andar via… Andassero a trollare un po’ Specchio dei Tempi :-P

  11. vb:

    Comunque poco fa davanti al Lidl c’era una punkabbestia che maltrattava un cane in modo indecente, ero quasi sul punto di chiamare la polizia ma poi sono andati via.

    In compenso, non uno che abbia fatto notare lo scambio di amari!

  12. D# AKA BlindWolf:

    Il troll non è sempre lo stesso?

    @AndreaC: i piccioni non sono anfibi :-D

    Per quanto riguarda i rapporti con gli animali è spesso un fatto di cultura… un italiano si scandalizza se un cinese o un coreano mangia un cane, ma altrettanto fa un americano se l’italiano di cui sopra si sbafa un coniglio (o vogliamo parlare di cosa pensa un indù delle scaloppine?). E le braciole o il salame, gustosi per me ma immondi per ebrei e musulmani?

    vb cita le radici cattoliche, me in realtà sono cristiane o addirittura ebraiche: la Bibbia è fortemente antropocentrica e considera gli animali (ed anche il mondo intero) come una risorsa a piena disposizione degli uomini. Altre religioni (Induismo, Buddhismo e soprattutto i Jain, ma anche l’Islam) hanno molto più rispetto per gli animali.

    L’uomo è un animale onnivoro e fa parte della sua natura nutrirsi sia di carne che di vegetali, in competizione con gli altri animali. Ma sta alla sua intelligenza non abusarne.

  13. Bruno:

    I piccioni non sono neppure animali selvatici. L’allevamento del piccione in Italia è prima della guerra, hanno liberato le bestiacce e ora queste infestano le città…

  14. Piero:

    >”E io mi chiedo: ma – senza scomodare l’Africa – in una società in cui tuttora molte persone vivono in baracche e faticano a mangiare, ha senso che collettività e privati spendano denaro per operare di cancro un barboncino?”

    Sì, dal mio punto di vista ha senso operare un barboncino nel momento in cui il barboncino acquista un valore affettivo per l’uomo o quello “spreco” di denaro viene fatto per amore di una persona cara la quale ci tiene al barboncino. Per il resto gli abitanti delle baraccopoli possiamo sempre aiutarli, perché ci saranno sempre. Una persona cara invece non sempre la possiamo amare regalandogli il costo di una operazione per guarire un barboncino a cui è affezionata.

    L’uomo è superiore agli animali perché possiede uno spirito sviluppato o “unità immaginaria i” che gli animali pare non abbiano.

  15. Bruno:

    L’allevamento è – CESSATO – prima della guerra, volevo dire…

  16. Lollo:

    “…ha senso operare un barboncino nel momento in cui il barboncino acquista un valore affettivo per l’uomo o quello “spreco†di denaro viene fatto per amore di una persona cara la quale ci tiene al barboncino…”

    Piero: senza entrare nel merito della tua opinione, ti faccio notare che qui si parlava delle cattive condizioni economiche in cui versa un canile che accoglie animali abbandonati.
    Per cui evidentemente la “persona cara” non solo non teneva particolarmente al barboncino, ma non ha neanche “sprecato” lei il denaro per la necessaria ed irrinunciabile cura.

    Io non so quanto possa costare operare di tumore un barboncino, ma penso che con gli stessi soldi si possano sfamare giornalmente un po’ più di cani. Comunque non voglio certo dare lezioni di gestione aziendale a un gruppo di amorevoli volontari, per carità.

  17. simonecaldana:

    Ma non ho capito, sostenete che sia meglio sfamare i cani che gli esseri umani?

  18. Lollo:

    No.
    Sostengo che un gruppo di volontari che riceve fondi e donazioni per un canile, debba utilizzarli per il canile. Poi sta a loro decidere se per sfamare cani o operare cani, io ho solo detto che mi pare più logica la prima.
    Certo non dovrebbero utilizzarli per sfamare esseri umani, se gli sono stati dati per i cani.
    Magari i donatori potrebbero donare più per gli esseri umani e meno per cani… scusate, ho mal di testa.

  19. Tizio:

    ciascuno dovrebbe essere libero di fare ciò che vuole con i propri quattrini.
    Per cancellare la fame (degli esseri umani) dalla faccia della terra ci vogliono scelte economiche e politiche di altro spessore rispetto a quelle che vengono fatte ora. Esempio, cancellare i contributi UE ai contadini comunitari.
    E molto altro, ma anche io ho mal di testa.

  20. Bruno:

    >ciascuno dovrebbe essere libero di fare ciò che vuole con i propri quattrini.

    Certo, Tizio. Non so perché sprechino ancora tempo a fare le leggi… Capisco Hammurabi, ma ora siamo nel 2008, basta!

  21. Tizio:

    bruno, per caso mi permetti di spendere il tuo denaro a mio piacimento?

  22. Bruno:

    Ma certo, Tizio! Altrimenti, come potrebbe girare l’economia? L’utilizzo di denaro altrui per le proprie spese è il fondamento del capitalismo, che non a caso nasce con le banche e i prestiti…

  23. Tizio:

    a me pare che conti correnti bancari e prestiti siano regolati da contratti, cioè da reciproche manifestazioni di volontà concordi di lasciare in deposito presso la banca o terzi il denaro dietro la corresponsione di un preciso tasso di interesse.
    Il mio discorso è differente, e lo si capisce bene: ho parlato di “utilizzare il tuo denaro a mio piacimento”, da come cambi discorso si capisce bene che non sei per niente d’accordo, ma vuoi comunque gustarti il piacere dell’ultima parola oppure di confondere le idee al tuo interlocutore.

  24. Bruno:

    E allora i vietnamiti?

  25. francesca:

    possiedo una splendida coppia di gatti bastardi (però bastardi di razza!), di cui la femmina è sorprendentemente feconda. Ho appena finito di imboccare gli omogeneizzati (circa 1,20 euro a vasetto, ma sempre meno cari del cibo per bébé mici che compri nei negozi per animali) ai miei dieci cuccioli di 25 giorni, sono troppi perché la mamma possa nutrirli tutti con le sue sole forze.
    ogni volta che pubblico un annuncio su internet per trovare padroni affidabili ai miei cuccioli, come farò ancora tra una ventina di giorni, mi scontro con qualche fanatico esagitato che ha fatto della sterilizzazione della specie felina la propria missione di vita.
    C’è chi consiglia, chi implora, chi minaccia e chi prospetta con raffigurazioni raccapriccianti un avvenire atroce per la discendenza dei mici… chi cerca di instillarmi sensi di colpa perché producendo cuccioli pasciuti da offrire agli amanti della specie sottraggo famiglie ai poveri trovatelli sventurati….
    ma tutti, tutti senza eccezioni mi rimandano a qualche canile (o gattile) di cui sono fedeli servitori, predicando con devota precisione la dottrina che è stata loro amministrata.
    sono praticamente una setta, né più e ne meno.
    i volontari che mandano avanti quei campi di concentramento per animali, che chiamano gattili, sono una setta di fanatici che troverà sempre i suoi seguaci, perché lì convogliano tante frustrazioni, tante inadeguatezze rispetto alla vita, tante solitudini….
    i capofila di questi luoghi però sanno quello che fanno: amministrano soldi.
    Soldi pubblici (tanti), e privati (tanti). Sono tantissimi i benpensanti medioreddito che elargiscono donazioni a questi organismi, toccati nel più profondo del loro essere da tanta sventura.
    certo che è immorale spendere – ma soprattutto chiedere – soldi per operare un tredicenne barboncino malato di cancro. ma è molto più immorale seviziare la povera bestia per spillare soldi alle coscienze deboli.
    altrettanto immorale che accecare teneri coniglietti per produrre antirughe a duemila euro al chilo.
    E’ immorale anche studiare per anni veterinaria all’università per poi ritrovarsi ad aprire al pubblico uno stanzino senza finestre e trascorrere la propria carriera a tagliare le palle a cani e gatti in cambio di qualche centinaio di euro, che si possono addirittura dedurre dalle tasse se la bestia è in regola con l’anagrafe.
    Oppure somministrare costosi vaccini non privi di effetti collaterali a povere bestie rinchiuse in un appartamento che non vedranno mai un loro simile in vita loro per poter aver la benché minima opportunità di un contagio…. posto che la malattia paventata sia effettivamente in circolazione.
    quando c’è ancora gente in africa che muore o resta storpia di poliomelite.
    Ma la morale non cambia. il primo corollario della supremazia di una specie o di un individuo è che il più debole soccombe, sia esso bestia o umano.
    non resta che sperare che il più debole abbia anche un cuore

    detto questo, sono perfettamente capace di sventrare o sbudellare con spietata freddezza pesci e pollame, e persino di gettare nell’olio bollente opportunamente condito con aglio, prezzemolo e peperoncino una bella chilata di vongole ancora vive per il piacere dei miei commensali.
    sono una bruta anch’io, e concordo in pieno con la conclusione di vittorio.

  26. Paola:

    I gatti sono animali molto intelligenti, pensa che i miei gattini quando gli parlo capiscono, gli solo manca la parola. Capiscono quando sono giù e vengono a farmi le fusa, sono come persone, ma senza la crudeltà terribile degli esseri umani. Cioppy è talmente intelligente che ha capito come funzionano il frigo e il microonde e l’altro giorno si è mangiato parte del vitello tonnato che avevo preparato per i miei ospiti… Che spasso, ci siamo fatti un sacco di risate, io e Cioppy e Fuffina… Sono talmente intelligenti che gli ho insegnato alcune elementari pratiche di sesso sicuro, risolvendo così il problemino dei gattini adorabili che sfornavano con tenerissima regolarità. Nei negozi di animali vendono dei piccoli e adorabili goldoncini, in confezione singola. La custodia è fatta apposta per essere aperta con gli artigli; Cioppy usa la misura XXL, povera Fuffina… HI HI!

  27. vb:

    Bruno: Quando vuoi fare un fake cambia almeno l’indirizzo di mail… Comunque il mio gatto sta veramente a guardare il microonde quando mia mamma gli scongela i “cuoricini di nasello surgelati” per darglieli; quando il microonde fa “ping” miagola anche di gioia.

  28. D# AKA BlindWolf:

    La mia “Ontina” se riteneva che in casa non facesse caldo a sufficienza controllava se la stufa a kerosene era accesa. Quando siamo passati ai termosifoni a metano l’ha presa come un affronto personale…

    Sua madre Furia aveva imparato ad aprire la porta di casa saltando sulla maniglia.

  29. Bruno:

    La mail non l’ho cambiata per rispetto verso di te, che tolleri le nostre intemperanze sul blog: volevo che sapessi, che tu solo sapessi che verso di te non c’erano segreti né ombre. Ma hai tradito la mia fiducia, sbugiardandomi. E poi, ha funzionato lo stesso: hai visto quanti balenghi che raccontano idiozie sul loro gatto? Non come il mio gattino, Fuffy, che era intelligentissimo… Dall’odore che veniva dalla cucina, capiva che stavamo cucinando e veniva a chiedere cibo. Gli mancava solo la parola!

  30. Tizio:

    Si, ma il tuo gatto è vietnamita?

  31. Bruno:

    No, ma vive a Bruges…

  32. Lollo:

    Maniglia? Saltava sulla maniglia? Tsè…
    Al mio ho dovuto fare le chiavi di casa!

    Adesso rientra quando vuole, e se fa troppo tardi telefona e avverte… perchè a lui NON manca la parola.

  33. D# AKA BlindWolf:

    Ma la mia Furia aveva un padrone più figo. Non le abbiamo fatto le chiavi di casa perchè non aveva il pollicino opponibile… il tuo è OGM?

    @Bruno: avevamo capito che eri tu. Dopo che ti sei spacciato per fan della Tatangelo ormai ci aspettiamo di tutto…

  34. Bruno:

    Il mio Fuffy invece quando non ci sono accende il router, si logga con il suo account e controlla la posta. E’ iscritto a diverse mailing list animaliste e quando legge di qualcuno che vuole dar via i gattini della sua micia si mette in contatto, si informa… Se tra i gattini ci sono femmine, si offre di adottarle. Quando le gattine arrivano abusa di loro in ogni modo e, stufatosene, le manda a battere lungo i viali… Trattiene le loro medagliette, così non possono scappare; adesso è il gatto più ricco della zona, campa a crocchette di delfino! Altro che Garfield!

  35. D# AKA BlindWolf:

    Bruno, abbiamo capito che fa caldo e sei stanco.
    Devi fare un break, prenditi un po’ di riposo.

    Trovati un distrazione, che ne so, vai allo zoo!

  36. Bruno:

    Blindwolf, non potrei mai! Detesto vedere gli animali in cattività, soffrono e mi mettono tristezza!

  37. D# AKA BlindWolf:

    Puoi sempre aprire le gabbie dei grossi felini e rifilare a quelle (cfr commento #5) “bestiacce immonde robusti calcioni, non fosse altro per veicolare il messaggio che i primati hanno un maggior quoziente di encefalizzazzione e dominano il pianeta”. E vedere chi è più forte tra il tuo possente encefalo e le loro mandibole…

  38. Bruno:

    Proprio in virtù del mio possente encefalo, non farei mai una sciocchezza simile! Ci sono modi ben più efficaci e sicuri di dileggiare un grande felino chiuso in gabbia. Ma i grandi felini mi sono simpatici, non sono ruffiani e servili come i cani…

 
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